sabato 30 maggio 2015
Gesù insegna come si giudica!
Premetto spiego solo, non giudico nessuno, non è in mio potere!
Però se posso correggo!
(Giovanni 7:24)
Gesù: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.”
La frase è composta da due affermazioni
Primo vediamo di capire le parole che fanno parte dell’affermazione …
Giudicare/te, giudizio, apparenza, giusto.
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Giudicare
giudicare (letter. ant. iudicare) v. tr. e intr. [lat. iūdĭcare, der. di iudex -dĭcis «giudice»] (io giùdico, tu giùdichi, ecc.; come intr., aus.avere). –
Il giudicare è la capacità di formulare dentro di se un opinione, relativa ad un qualsiasi azione umana e non umana, personale o collettiva, in sostanza è la capacità di discernere e comprendere azioni, pensieri, moti dello spirito propri ed altrui(sentimenti),e darne in modo più o meno esaustivo una definizione, un esisto. Si dice che l’occhio, l’orecchio, la mano, il cuore, ecc, giudicano, ma ciò è falso perché queste parti non sanno cosa sia il giudizio, ma servono per percepire stimoli esterni per possono aiutare la mente a comprendere e definire un giudizio.
Quindi il giudicare è l’azione e la facoltà mentale dell’esprime un parere, usando la ragione, la logica e la conoscenza data anche dalla propria personale cultura; [che potrebbe anche comprendere eventualmente un aspetto soprannaturale(che però esce dalla logica umana)]. Ovviamente chi più conosce più avrà un metodo di giudizio superiore agli altri, ma il giudizio non si può trarre senza lo spirito, perché sarebbe un giudizio arido, freddo e fine a se stesso, un calcolo, in altre parole disumano.
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Il giudizio, è l’ azione del giudicare, in sostanza è la decisione su un determinato argomento, azione, ecc. Emetto il mio giudizio, ti giudico, emetto la sentenza, la condanna, il voto, il pensiero, ecc.
Noi esseri umani non siamo capaci di emettere giudizi senza una nostra personale interpretazione, c’è sempre qualcosa di umano nei nostri giudizi, per quanto possano essere perfetti, rigorosi, fiscali, scientifici, tecnici; chi non imprime nel proprio personale giudizio, questo aspetto umano, esso non è un essere umano.(non ha umanità), possiamo dire un soggetto patologicamente arido.
Per cui esiste il giudizio personale e quello collettivo.
Il personale, perché emesso da un solo soggetto.
Collettivo prodotto da un insieme di soggetti.
Quale dei due tipi di giudizio è più perfetto?
Beh è intuibile, una comunità di qualsiasi essere, può emettere un giudizio superiore a quello di un solo essere, a meno che l’essere in questione non possegga un intelligenza e una sapienza di gran lunga superiore a tutti, l’unico che sfugge a questa logica è Dio. Ma allora entriamo in un altro campo! Il giudizio umano è un giudizio imperfetto!
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Giusto: deriva dalla parola giustizia ed è colui che dice la verità. O semplicemente colui che giudica con giustizia e con verità. Per cui ovviamente per logica un giusto è colui che possiede la giustizia, cioè la verità.
Ma quanti tipi di giustizia esistono? Due!
Quella umana, e quella divina o spirituale.
La giustizia umana è limitata all'essere umano e dalle sue comprensioni (capacità mentale di comprendere), cioè alle sue capacità di giudizio, sempre limitate, che siano personali o collettive ma sempre limite sono, anche una collettività può sbagliare ed essere anch'essa fuorviata, non solo il singolo soggetto.
La seconda tipologia di giustizia è quella divina o spirituale che nessun essere umano possiede, ma solo Dio stesso. Oppure un essere umano preso da Dio stesso, cioè dal Suo Spirito, ma qui entriamo in un campo complesso.
Si può giudicare senza verità?
Il problema sorge perché senza verità, non sussisterebbe la giustizia. Quindi la risposta è No!
Quindi secondo la fede chi è il più grande giusto? E’ Dio!
Per cui solo Dio sa giudicare con giustizia perfetta, cioè con perfetta verità!
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Apparenza deriva dalla verbo apparire.
Apparire significa: farsi vedere, presentarsi allo sguardo, mostrarsi, anche comparire, relativo a persone, animali o cose,
il termine può avere due sensi diversi, una positiva e una negativa.
Quella positiva sta ad indicare come si mostra qualcosa, come si fa vedere una persona, come è vestita una persona, in che maniera e forma è vestito un soggetto, può essere anche inteso come il rivestimento quello che sta all'esterno di qualcosa. Si mostra in un certo modo. È riferito anche a evento straordinario di natura soprannaturale.
Nella senso negativo, alle volte si dice “quello che appare non è”, prende così una connotazione negativa, per indicare che l’apparenza può ingannare.
Quindi apparenza può prendere due diversi aspetti, negativo o positivo.
Nell'antichità il termine apparire, ha un senso più negativo che positivo, alle volte lo usavano in contrapposizione al termine verità o realtà, cioè inteso come falsità.
Quindi l’apparenza è una cosa falsa, ingannevole.
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Torniamo alla nostra frase detta da Gesù:
“Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.”
“Non giudicare secondo l’apparenza! “
Cosa significa? Che non bisogna giudicare guardando l’aspetto del soggetto, perché quello che si vede potrebbe non corrispondere a verità. Come il proverbio che dice l’abito non fa il monaco, Gesù in pratica dice proprio questo, non badate a come è vestito, quello che ha, come si presenta a voi , con che titolo, se Re o papa o altro, se è intelligente o meno, se è colto o meno, se ricco o meno, ciò che appare non è importante. Non sono queste le cose importanti questo dice Gesù.
Non giudicate stando a ciò che si mostra, a ciò che si vede, perché può essere un inganno, ben studiato, per trarre in inganno molti!
Dire non giudicate secondo apparenza significa che si può giudicare, altrimenti se fosse stato che non bisognava giudicare in assoluto il termine apparenza non vi era, allora la frase prendeva proprio un senso perentorio e assoluto di impossibilità di giudizio, invece il termine apparenza è l'opzione che indica che si può giudicare ma facendo attenzione a determinate cose. Quindi non è affatto vero quanto taluni sostengono che si fa peccato se si giudica, perchè qui è chiaro il concetto, si può giudicare facendo attenzione al metro di giudizio.
“Ma Giudicate con giusto giudizio!”
Giudicate con verità e giustizia.
Quindi escludendo l’inganno, ed escludendo le apparenze, cioè non tendo conto di chi hai innanzi, chiunque sia, povero o santo, puoi operare con giustizia e verità, quindi fornendo un giudizio perfetto!
Ora abbiamo capito cosa Gesù intendeva e come si dove procedere per aver una sentenza giusta!
Quindi non iniqua, non parziale, un giudizio pieno di verità e non la parzialità, ponendosi in modo giusto, cioè umano.
Questa espressione però fa capire che il giudizio non solo deve essere giusto e vero, ma anche deve essere più un giudizio di correzione che un vero giudizio, che spetterebbe solo a Dio.
Perché Gesù in altro punto specifica che bisogna correggere i fratelli e non giudicarli, per cui anche questa espressione rientra nella medesima logica.
Solo Dio può emanare un giudizio di condanna, l’uomo non lo può fare.
E questo significa anche che le scomuniche sono arbitrarie, perché sono una condanna.
Ma l’insegnamento di Gesù non riguarda solo la sua chiesa, i suoi apostoli, i santi ecc, ma chiunque voglia giudicare un soggetto umano, Gesù pone la legge precisa su come deve essere fatto il giusto giudizio, per non errare e non cadere nell'errore o nell'inganno!
Gesù: (Apocalisse 2:2) “Io conosco le tue opere e la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli e non lo sono, e li hai trovati mendaci;".
In questo passo Gesù in apocalisse spiega che la chiesa di Efeso, ha saputo provare l’autenticità di alcuni apostoli ed altri li hanno trovato mentitori, molto probabilmente utilizzando il metodo insegnato da Gesù agli apostoli, di non guardare l’aspetto esteriore, ma di guarda in fondo all'animo.
Ovviamente si comprende anche che se un essere umano decide di porsi a giudizio per correggere il suo prossimo, il suo giudizio deve essere imparziale e più possibile vicino alla verità, cioè sta significare che deve essere più lontano possibile dal peccato. Perché verità e peccato sono in antitesi tra di loro, come appunto spiega anche il passo: apocalisse 2,20: “Ma ho questo contro a te: che tu tolleri quella donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agl’idoli.”
L’apostolo esprime questo pensiero:
(Romani 2:1,3) “Perciò, o uomo, chiunque tu sii che giudichi, sei inescusabile; poiché nel giudicare gli altri, tu condanni te stesso; poiché tu che giudichi, fai le medesime cose. …
E pensi tu, o uomo che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?”
Questo passo però suona un po’ strano, se lo leggiamo a confronto con le parole di Gesù stesso:
Gesù: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.”
Se Gesù afferma che un qualsiasi essere umano può giudicare facendo attenzione a non cadere in inganno ed usando il giusto giustizio di verità, perché qui l’apostolo dice diversamente?
Stando alle parole dell’apostolo dice questo in sintesi … qualsiasi persona si appresta a giudicare non sei scusabile, poi aggiunge “poiché nel giudicare gli altri, tu condanni te stesso; poiché tu che giudichi, fai le medesime cose.” sarebbe valido questo discorso, se tu non operi come prescritto e comandato da Gesù stesso, ma se tu operi come Gesù indica, non fai nessun peccato e le colpe non ricadono su di te, perché altrimenti la parola di Gesù verrebbe meno innanzi alla parola dell’apostolo.
“”E pensi tu, o uomo che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?””
Quello che conta non è tanto il giudizio di chi lo fa, ma come lo fa il giudizio, se l’uomo segue la parola di Gesù e le sue prescrizioni cioè i suoi comandi non commette alcun peccato, perché quello che Gesù ha affermato, è legge eterna, come quella del Padre Suo!
Quindi qui c’è da capire a chi vogliamo credere!
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Ma anche questa affermazione deve essere sottoposta alle medesima affermazione di Gesù: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.”
(Matteo 7:1,3) Gesù: “Non giudicate acciocché non siate giudicati; perché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura onde misurate, sarà misurato a voi. E perché guardi tu il bruscolo che è nell'occhio del tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?”
Non giudicate affinché non siate giudicati, perché secondo il giudizio che giudicate sarete giudicati, secondo quello che scrive è anche giusto, ma anche questa affermazione se letta con l’ottica dell’affermazione del vangelo di Gv, bisogna dire che non segue lo stesso parametro, cioè se prendiamo la parola di Giovanni come assolutamente valida, e parola vera di Gesù, nessuno può dire il contrario, si legge che praticamente il giudicare perché non siate giudicati e col giudizio che giudicate sarete giudicati, ma se Gesù insegna un metodo per poter giudicare con giusta verità, questo significa che il metodo di Gesù essendo parola del Padre Eterno è giusto! Ma come detto sopra sicuramente il suo intendimento non era rivolto al giudicare ma al correggere. Quindi cambia il metro, il giudizio non è più rivolto al giudicare ma al correggere. Non giudica per condannare ma per correggere si.
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Una cosa importante che ho dimenticato nel testo, gran parte di queste parabole che Gesù afferma le dice in buona parte ai suoi apostoli, e anche questo discorso degli insegnamenti sul giusto giudizio e sulla giusta correzione, e sul giudicare(condanna) sono rivolti non al popolo ma principalmente ai suoi apostoli, perchè? Ma il motivo è semplice, Cristo sapeva, che nel corso della storia l'uomo di chiesa cioè i futuri apostoli(preti) e discepoli, all'interno della sua Chiesa avrebbero prodotto una legge che gli consentiva di scomunicare gli essere umani, per questo Cristo fa queste affermazioni, comanda ai suoi 12 apostoli che nessuno deve permettersi di dare alcun giudizio in forma di condanna verso nessuno, perchè questo spetta solo al Giudice Supremo cioè il Padre Celeste. Invece la chiesa forse nell'errore ha inteso che fosse un discorso per tutti i credenti, senza intendere che invece era un discorso che puntava a se stessa, perchè i primi a condannare sarebbero stati proprio loro. Inoltre la chiesa è stata condotta in questo pensiero erroneo dai testi di Paolo di Tarso che appunto ha sentenziato qualcosa contro la stessa parola di Cristo quando ha affermato " se anche un angelo da cielo portasse un vangelo diverso sia anatema", questa frase, è in netta opposizione alla parola di Cristo del non giudicare, cioè del non condannare, invece Cristo insegna ai suoi apostoli che avrebbero dovuto adottare sia il giusto giudizio che la giusta correzione, invece con l'introduzione del pensiero di Paolo di Tarso, anche la giusta correzione e il giusto giudizio sono svaniti perchè oppressi dalla sue stesse parole rese addirittura più importanti di quelle di Cristo stesso, cosa dire aberrante. Infatti sono secoli che Paolo di Tarso ha preso sempre più potere nella chiesa, sostituendo molto spesso e oscurando Cristo stesso, oggi infatti si riportano spesso i suoi scritti anzichè quelli di Nostro Signore Gesù il Cristo.
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Una cosa importante che ho dimenticato nel testo, gran parte di queste parabole che Gesù afferma le dice in buona parte ai suoi apostoli, e anche questo discorso degli insegnamenti sul giusto giudizio e sulla giusta correzione, e sul giudicare(condanna) sono rivolti non al popolo ma principalmente ai suoi apostoli, perchè? Ma il motivo è semplice, Cristo sapeva, che nel corso della storia l'uomo di chiesa cioè i futuri apostoli(preti) e discepoli, all'interno della sua Chiesa avrebbero prodotto una legge che gli consentiva di scomunicare gli essere umani, per questo Cristo fa queste affermazioni, comanda ai suoi 12 apostoli che nessuno deve permettersi di dare alcun giudizio in forma di condanna verso nessuno, perchè questo spetta solo al Giudice Supremo cioè il Padre Celeste. Invece la chiesa forse nell'errore ha inteso che fosse un discorso per tutti i credenti, senza intendere che invece era un discorso che puntava a se stessa, perchè i primi a condannare sarebbero stati proprio loro. Inoltre la chiesa è stata condotta in questo pensiero erroneo dai testi di Paolo di Tarso che appunto ha sentenziato qualcosa contro la stessa parola di Cristo quando ha affermato " se anche un angelo da cielo portasse un vangelo diverso sia anatema", questa frase, è in netta opposizione alla parola di Cristo del non giudicare, cioè del non condannare, invece Cristo insegna ai suoi apostoli che avrebbero dovuto adottare sia il giusto giudizio che la giusta correzione, invece con l'introduzione del pensiero di Paolo di Tarso, anche la giusta correzione e il giusto giudizio sono svaniti perchè oppressi dalla sue stesse parole rese addirittura più importanti di quelle di Cristo stesso, cosa dire aberrante. Infatti sono secoli che Paolo di Tarso ha preso sempre più potere nella chiesa, sostituendo molto spesso e oscurando Cristo stesso, oggi infatti si riportano spesso i suoi scritti anzichè quelli di Nostro Signore Gesù il Cristo.
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I due passi di Paolo.
Intanto prima di tutto, se non pone il motivo di simile espressione nemmeno si comprende perché parla così 1Cor. 6,1 : ve’è tra voi chi, avendo una questione con un altro, osa farsi giudicare dagli ingiusti anziché da santi?
Paolo considerava che le comunità cristiane dovevano farsi giudicare da coloro che era preposti su di essa, cioè dagli apostoli, ed invece taluni di loro, preferivano il giudizio di coloro che erano fuori da esse, paolo li identifica come ingiusti.
(1 Corinzi 6:2,3) L’apostolo Paolo ha scritto: "Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicar delle cose minime? Non sapete voi che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita!“;
E ancora Paolo scrive: (1 Corinzi 14:29) “Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino;“
Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo?
Di quali santi parla?
Se nessuno uomo in terra è santo, ma solo coloro che sono presso il Padre Eterno sono santi.
Quindi il giudizio di codesti santi, potrà avvenire solo e solamente presso il Padre celeste e non certamente presso gli uomini.
E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicar delle cose minime?
Intanto vediamo cosa intendeva per cose minime, per minimo intendeva le cose più banali, più piccole, di poca entità, quindi era riferito ai peccati minori.
Perché dice che sono indegni di giudicare i peccati minori?
Intendeva dire che coloro che non si prestavano a essere giudicati dalla medesima comunità, non potevano essi stessi a giudicare altri neppure nei peccati più piccoli.
Non sapete voi che giudicheremo gli angeli?
Secondo Paolo, gli apostoli, discepoli e i successori hanno il potere di giudicare gli angeli, come se gli angeli fossero esseri a noi inferiori, quando in realtà sono a noi superiori in tutto.
Questo non è affatto vero, non è per quanto si può giudicare che viene un premio, come se fossimo noi la condanna degli angeli, è assurdo, gli angeli possono essere giudicati da chi è superiore a loro e noi certamente non lo siamo. Essi sono sottomessi a noi per volontà divina, ma essi non sono sottomessi a noi, per nostra volontà, si sottomettono a noi per aiutarci in tutto, ma essi non sono soggetti a noi. Cosa disse Gesù di se stesso, che Egli è venuto per servire, non per essere servito, così fanno gli angeli, essi sono qui per servire noi, ma non nel senso che noi crediamo. Essi non sono schiavi nostri, ed essi non posso essere da noi giudicati, visto che essi si sono sottomessi alla volontà celeste e non alla nostra, per il bene nostro, non loro. Quindi gli angeli si sacrificano anche per noi, di conseguenza nessuno essere umano santo che sia può giudicare un angelo, visto che in giudicabile da noi esseri umani, dato che anch'essi come Cristo danno la loro vita per noi!
Essi non sono giudicabili da noi, ma solo da Dio, inoltre questa affermazione è anche non corretta perché gli angeli decaduti hanno già ricevuto la loro condanna, cioè il loro giudizio, altra condanna nessuno darà loro, più dell’inferno dove devono andare? Li sono e li verranno rigettati e ci rimarranno!
Per gli angeli celesti, non ci sarà nessuna condanna dato che essi si sono già posti dalla parte giusta!
E poi che attinenza ha queste questione degli angeli, con la questione del giudicare, nessuna attinenza. Pare una questione ridondante, che non ha attinenza con l’essere umano.
Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita!“
Le cose di questa vita le può giudicare solo il Padre eterno, suo Figlio e lo Spirito Santo e gli esseri superiori a noi.
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