giovedì 28 maggio 2015
Prima lettera di Giovanni cap5,16-21
16Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita: a coloro, cioè, il cui peccato non conduce alla morte.
C’è infatti un peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare .
Prima di tutto c'è da dire che Giovanni parla di un solo peccato che conduce alla morte, ma parla anche di un solo peccato che conduce alla non morte, ma sappiamo che di peccati ve ne sono molti, quindi bisogna capire cosa Giovanni intendeva per un solo peccato. Credo che Giovanni parli dei peccati che non conducono alla morte come quelli che sono da destinarsi al gruppo dei 10 comandamenti, presi tutti assieme, mentre quello unico che riguarda la morte è uno solo, vediamo di capire meglio.
Qui Giovanni, parla di due peccati simili tra loro ma diversi.
1. Il peccato che conduce alla morte
2. Il peccato che non conduce alla morte.
Ma per rispondere a queste affermazioni bisogna capire di che morte parla l’apostolo!
Se è quella del corpo, non ha attinenza con la vita eterna, se è quella dell’anima cambia il discorso.
Quindi si comprende che il peccato di cui parla Giovanni è quello che riguarda l’anima.
L’unico vero peccato che porta alla morte vera, cioè quella eterna, o seconda morte è quello allo Spirito Santo il peccato non perdonato! (vedere link)
Di cui se uno lo compie è inutile chiedere perdono per esso, perché egli è già condannato, di conseguenza è anche inutile pregare Dio.
Mentre come insegna Gesù, tutti gli altri peccati possono essere perdonati compresa la bestemmia.
Per cui ecco questi sono i peccati che non conducono alla morte, però bisogna chiedere perdono a Dio pregando. Altrimenti anche questi possono condurre alla morte dell’anima!
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