Il documento mi è stato trasmesso da un amico, e io lo mostro a voi tutti, forse si trova già in rete.....
Viminale ha raccomandato alle forze di polizia di usare un atteggiamento conciliante e non sanzionatorio nei confronti di chi non rispetta i vincoli e le restrizioni imposte dai DPCM.
Ma, affinché l'azione abbia effetti incisivi e determinanti per il Paese, occorre che anche fuori dalla nostra regione, singoli cittadini, gruppi di cittadini, comitati spontanei o realtà associative già esistenti, facciano propria la nostra iniziativa. In che modo? Raccogliendo le firme nel proprio territorio, specificando accanto ad ogni firma nome e cognome del firmatario, il tipo ed il numero del documento di identità, il comune di residenza, un contatto telefonico o mail del firmatario. Trovate i moduli per la raccolta firme nel nostro gruppo Facebook: "E ora basta! Marche"
Inviando le firme così raccolte al Comitato Operativo Trasversale Marche il cui indirizzo mail è
eorabastamarche@gmail.com
l'Associazione Consumatori Utenti - ACU provvederà ad inviare via PEC in tutta Italia, le istanze di disapplicazione in autotutela a tutte le autorità territoriali competenti e responsabili.
Regione per regione.
Provincia per provincia.
Comune per comune.
Sindaco per sindaco.
Funzionario per funzionario.
Loro hanno fermato noi, le nostre attività, il nostro lavoro.
Noi fermeremo loro.
Loro hanno bloccato le nostre vite.
Noi li bloccheremo e ce le riprenderemo.
Per entrare in contatto con noi ed accedere alla nostra documentazione, scrivete una mail a
eorabastamarche@gmail.com
oppure contattaci dal nostro
gruppo Facebook "E ora basta! Marche"
Attendiamo le vostre firme per intervenire anche nel vostro comune.
È ora di dire basta!
Noi non ci stiamo.
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ISTANZE DI DISAPPLICAZIONE IN AUTOTUTELA DEI DPCM
Messaggio urgente del Comitato Operativo Trasversale delle Marche "E ora basta! Marche"
I DPCM non sono atti aventi forza di legge ma meri atti amministrativi. Dunque sono immediatamente disapplicabili dalle autorità chiamate a farle rispettare. I DPCM del presidente Conte non solo possono ma, anzi, devono essere disapplicati dai funzionari competenti, perché essi intervengono illegittimamente in materie soggette a riserva di legge ed a tutela di rango costituzionale; essi, infatti, contengono imposizioni che comprimono le libertà individuali, contravvenendo ai principi costituzionali. In particolare l'art.13 della nostra Costituzione sancisce che la libertà individuale è inviolabile, tranne che in situazioni di emergenza, laddove l'unica emergenza prevista dalla Costituzione italiana è lo stato di guerra, e ribadisce che l'unica autorità che può limitare la libertà personale è il giudice e comunque nei soli casi espressamente previsti dalla legge.
In tutti questi mesi, da marzo ad oggi, molti illustri e preparatissimi avvocati hanno intrapreso azioni giudiziarie contro i DPCM, contro il presidente del consiglio Conte, contro i ministri del governo. Queste azioni legali, benché fondate ed inattaccabili, sono risultate, al momento, inutili ed inefficaci perché rimaste impantanate nelle paludi dei tribunali e degli iter giudiziari italiani. Metaforicamente, il bersaglio scelto era troppo alto per essere colpito ed affondato.
Abbiamo quindi compreso la necessità di cambiare strategia, di spostare la mira, di scegliere un obiettivo che fosse più alla nostra portata. Colpire dunque non i vertici ma i livelli intermedi ed inferiori delle autorità pubbliche, richiamandoli alle proprie responsabilità:
i dirigenti scolastici che impongono agli studenti mascherine e DAD; le forze di polizia che elevano sanzioni agli esercenti ed alle attività che non rispettano le chiusure imposte; i comandanti loro superiori in grado; i prefetti;i sindaci.
La ratio fondante questa nuova strategia è che i funzionari dello Stato, se chiamati davanti al giudice con l'accusa di aver compiuto un abuso nell'esercizio del proprio potere ed aver tenuto comportamenti contrari alle leggi dello Stato e della Costituzione, con la richiesta oltretutto di risarcimento per i danni conseguenti a tali illegittimi atteggiamenti, dovranno rispondere in prima persona, con i propri stipendi e con le proprie risorse economiche, senza aiuto e supporto economico dell'istituzione in cui prestano servizio. Gli enti pubblici non possono, infatti, farsi carico della copertura economica delle spese legali per la difesa in giudizio dei propri funzionari accusati in sede penale. Il funzionario a quel punto è solo. Proprio come soli si sentono quei milioni di cittadini che dall'oggi al domani, per un DPCM, si sono trovati nell'impossibilità di lavorare, di tenere aperta la propria attività e di provvedere al sostentamento della propria famiglia.
Il 29 ottobre, l'associazione consumatori ACU Marche, su richiesta del Comitato Operativo Trasversale delle Marche "E ora basta! Marche" e dei primi 350 firmatari marchigiani, ha spedito via PEC le prime richieste di disapplicazione in autotutela dei DPCM alle autorità locali di Civitanova Marche e della provincia di Macerata: sindaco di Civitanova, prefetto di Macerata, comandi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza della provincia.
Nei giorni successivi anche gli altri prefetti e comandi delle forze di polizia di tutte le province delle Marche hanno ricevuto a mezzo PEC la richiesta urgente di disapplicazione in autotutela dei DPCM, supportata da una raccolta firme sempre più importante sia per i numeri che per la capillarità sul territorio regionale.
Sappiamo che l'iniziativa del Comitato Operativo Trasversale delle Marche ha raggiunto i tavoli romani del governo ed è stata oggetto di attenzione e disamina nelle opportune sedi. Sappiamo che alcuni sindaci ed alcune istituzioni hanno deciso di non applicare i DPCM ed i provvedimenti in essi contenuti. Sappiamo che il Viminale ha raccomandato alle forze di polizia di usare un atteggiamento conciliante e non sanzionatorio nei confronti di chi non rispetta i vincoli e le restrizioni imposte dai DPCM.
Ma, affinché l'azione abbia effetti incisivi e determinanti per il Paese, occorre che anche fuori dalla nostra regione, singoli cittadini, gruppi di cittadini, comitati spontanei o realtà associative già esistenti, facciano propria la nostra iniziativa. In che modo? Raccogliendo le firme nel proprio territorio, specificando accanto ad ogni firma nome e cognome del firmatario, il tipo ed il numero del documento di identità, il comune di residenza, un contatto telefonico o mail del firmatario. Trovate i moduli per la raccolta firme nel nostro gruppo Facebook: "E ora basta! Marche"
Inviando le firme così raccolte al Comitato Operativo Trasversale Marche il cui indirizzo mail è
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l'Associazione Consumatori Utenti - ACU provvederà ad inviare via PEC in tutta Italia, le istanze di disapplicazione in autotutela a tutte le autorità territoriali competenti e responsabili.
Regione per regione.
Provincia per provincia.
Comune per comune.
Sindaco per sindaco.
Funzionario per funzionario.
Loro hanno fermato noi, le nostre attività, il nostro lavoro.
Noi fermeremo loro.
Loro hanno bloccato le nostre vite.
Noi li bloccheremo e ce le riprenderemo.
Per entrare in contatto con noi ed accedere alla nostra documentazione, scrivete una mail a
eorabastamarche@gmail.com
oppure contattaci dal nostro
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Attendiamo le vostre firme per intervenire anche nel vostro comune.
È ora di dire basta!
Noi non ci stiamo.
Comitato Operativo Trasversale Marche
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