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lunedì 6 luglio 2015

Andamento isterico dei mercati.

Andamento isterico dei mercati.

Con la vicenda greca si è evidenziato come i mercati di tutto il mondo reagiscano in modo isterico, al mutare delle situazioni politiche anzichè reali ed economiche di un paese. Come se fosse la politica ad indurre la crescita economica di una nazione, quando in realtà l’Italia ne è un esempio, quello che muta realmente non è l’alternanza dei politici al vertice di un paese, ma semmai, la capacità e l’inventiva dei suoi abitanti, che agiscono sulla crescita di un paese, insomma è l’economia di una nazione che fa la differenza reale sul mercato. Invece oggi giorno è la politica che rende isterico il mercato e sulla base di queste isterie ed euforie si regolano i mercati, i quali non seguono più il reale andamento economico e finanziario di uno stato, ma guardano alle parole dei rispettivi governi, per cui se cade o sale al potere uno o l’altro, i mercati fanno scendere o salire l’ago della bilancia costringendo l’economia reale a fluttuare, in un mare turbinoso senza meta ne coda, prendendo per i capelli le aziende che vengono sbattute di qua e di là, come se fossero fuscelli in balia di un vento impetuoso, così ogni volta che c’è un mutamento, un idea, un proposta, una parola, tutto viene stravolto, per poi tornare normale nel giro poco tempo. In sostanza l’economia reale non conta nulla, contano invece le chiacchiere di amministratori, politici, presidenti, re, militari, terroristi, tutti coloro che in definitiva con il loro parlare e il loro agire, attentano in sostanza all’economia dei rispettivi paesi e quindi di tutte le nazioni del mondo. Se invece i mercati non si lasciassero prendere dalle isterie politiche dei loro rappresentanti, e guardassero di più realmente a quello che è il mercato interno ed esterno dei singoli  stati, non ci sarebbero queste drammatiche convulsioni economiche che in un attimo posso distruggere capitali immensi, o far la felicità di altri.

Il caso greco è emblematico, nel giro di pochi giorni, la politica ha sconquassato il mercato internazionale, come se ogni altro stato fosse direttamente coinvolto nel dramma Greco, cosa falsa, se guardiamo bene, l’enconomia Italia non dipende alla Grecia , così come  non dipende quella tedesca, ne Francese, ne Giapponese, ma siccome i mercati si orientano mediante certi parametri, ecco che d’incanto tutte le economiche curiosamente subiscono danni, senza quasi nessun senso. L’isteria domina il mercato, paure immotivate spesso stanno alla base di grandi catastrofi spesso indotte da eventi non propri. 

La Grecia cade, e allora tutti dietro senza ragione, cadono tutti i mercati, ma sarà mai possibile che il contagio sia così senza motivo d’essere. Gli altri stati europei e internazionali, come una catena patologica, come un malattia infettiva, ne hanno subito una perdita, quando in realtà all’interno delle loro stesse nazioni, non sta avvenendo nulla di traumatico per indurre un contagio economico che possa realmente portare ad un problema di egual tipo. Ovviamente le economie più attente ed intelligenti non si lasciano prendere la mano, mentre quelle isteriche si fanno travolgere senza senso. 

Così invece di ottenere che solo una nazione ha problemi di tipo economico-politico e il suoi mercati possono anche crollare, tutte le altre per una forma isterica dei suoi appartenenti si fanno contagiare, non pensando che così facendo anche le singole economie ne avranno una perdita indotta da questo vizioso meccanismo perverso. Poi ci sono anche i soggetti che remano contro affinché le economie di alcuni stati vengano debilitate in modo tale da indurre scenari drammatici sulla scorta di altre nazioni o interessi di altro genere. Le compagnie di rating sembrano costituite proprio per creare questi disagi, fatte su misura fuori dal mercato per indurre il mercato dei singoli stati ad essere in movimento, evidentemente esse non sono come dicono indipendenti dalla volontà di altri, ma dipendenti da nazioni e azioni, atte a destabilizzare l’economia dei singoli come quella delle grandi nazioni, tutto in un gioco perverso di movimenti che dovrebbero indurre l’alternarsi delle economie in modo da dare ad altri la possibilità di ingenti guadagni, le agenzie di rating dicono che non sono soggette a voleri esterni, ma questa cosa è poco credibile dato che le stesse non sono composte da robot inanimati che calcolano situazioni possibili e futuribili sulla base solo di metodiche matematiche, ma sono esseri umani che agiscono e quindi tali esseri umani non essendo robot, si fanno condizionare anch’essi per quanto essi stessi dicano che non è così. Ma è indubbio che l’essere umano decida in base a una variabilità di situazioni e interessi personali e non, che un robot non avrebbe. 

Per cui alle volte queste agenzie che fanno studi probabilistici su eventuali andamenti, potrebbero essere realmente indotte anche involontariamente a punire o premiare un paese anziché un altro, spesso sulla base di problematiche politiche anziché effettivi problemi economici. 

Il caso Grecia, direi che era scontato sia il suo disagio che l’andamento del voto, come lo è per l’Italia è indubbio che Germania e Francia abbiano sempre considerato le nazioni dell’Europa del sud come entità di secondo livello e non simili a loro, per cui la responsabilità del crollo Greco è proprio di queste nazioni del nord Europa che sentendosi superiori, hanno contribuito al disagio che i cittadini del sud Europa si sentano ne più e ne meno come schiavi di un Europa a più di una velocità. È sotto gli occhi di tutti, i sorrisetti da parte della Merkel ed altri politici quando si parla di politici Italiani o altri, per cui è indubbio che l’italiano come il Greco si senta un tantino offeso.  È indubbio che la Germania si sente forte economicamente parlando, beh lo sarebbero tutti se ognuno avesse a disposizione i soldini provenienti dalle casse di tutt’Europa.  
Per cui adesso che fare? la vittoria del No greco, è chiara come il sole e quindi fa capire l’insofferenza del suo popolo che certamente non vuole tornare sotto l’egida Europea, perché altrimenti non avrebbero votato massicciamente contro l’Europa, ma a suo favore. Quindi qui il problema è solo se aiutare finanziariamente la Grecia senza che questa ritorni ad essere “schiava” della Germania. Non credo che sarà molto facile, perché è indubbio che se hanno un debito qualcuno lo dovrà pur pagare, se non sono loro, qualcun altro dovrà sobbarcasi il loro debito, certo lo potrebbe fare la stessa Germania visto che tra tutti gli stati Europei è       quello che ha i maggiori benefici, e anche un andamento economico direi di tutto rispetto, può tranquillamente far da garante e chiedere a suoi concittadini di pagare loro …. ne dubito altamente che ciò possa avvenire …. oltretutto potrebbe mostrarsi non schiavista se vuole che una ribelle Grecia, torni  nelle euro-zona, che in questo momento non vuole proprio rientrare, rischio anche rivoluzione.

Ma certamente se gli Usa temono che la Grecia possa prendere la strada per la Russia, anch’essi dovrebbero agire al tal proposito e importare capitali nel paese, forse gli Usa potrebbero far la differenza, forse.  Sempre che gli USA non abbiamo altri intenti.
Quindi la patata bollente Grecia, va soppesata molto bene, perché il rischio che possa spappolarsi è elevato.


L’Italia se pensasse invece per conto proprio dovrebbe subito muoversi, e non attendere le decisioni della Germania, visto che siamo più parenti dei Greci che dei tedeschi, umanamente parlando forse potremo far qualcosa per loro, anche se la Grecia non dovesse tornare all’interno dell’Euro-zona. Credo che questo sia il momento propizio per mettere la mani avanti, se l’Italia è intelligente. 



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Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!