Andamento isterico dei mercati.
Con la vicenda greca si è
evidenziato come i mercati di tutto il mondo reagiscano in modo isterico, al
mutare delle situazioni politiche anzichè reali ed economiche di un paese. Come se fosse la politica ad indurre la crescita economica di una nazione, quando in
realtà l’Italia ne è un esempio, quello che muta realmente non è l’alternanza
dei politici al vertice di un paese, ma semmai, la capacità e l’inventiva dei
suoi abitanti, che agiscono sulla crescita di un paese,
insomma è l’economia di una nazione che fa la differenza reale sul mercato. Invece
oggi giorno è la politica che rende isterico il mercato e sulla base di queste
isterie ed euforie si regolano i mercati, i quali non seguono più il reale
andamento economico e finanziario di uno stato, ma guardano alle parole dei
rispettivi governi, per cui se cade o sale al potere uno o l’altro, i mercati
fanno scendere o salire l’ago della bilancia costringendo l’economia reale a
fluttuare, in un mare turbinoso senza meta ne coda, prendendo per i capelli le
aziende che vengono sbattute di qua e di là, come se fossero fuscelli in balia
di un vento impetuoso, così ogni volta che c’è un mutamento, un idea, un
proposta, una parola, tutto viene stravolto, per poi tornare normale nel giro
poco tempo. In sostanza l’economia reale non conta nulla, contano invece le chiacchiere
di amministratori, politici, presidenti, re, militari, terroristi, tutti coloro
che in definitiva con il loro parlare e il loro agire, attentano in sostanza
all’economia dei rispettivi paesi e quindi di tutte le nazioni del mondo. Se invece
i mercati non si lasciassero prendere dalle isterie politiche dei loro
rappresentanti, e guardassero di più realmente a quello che è il mercato interno
ed esterno dei singoli stati, non ci
sarebbero queste drammatiche convulsioni economiche che in un attimo posso
distruggere capitali immensi, o far la felicità di altri.
Il caso greco è emblematico, nel
giro di pochi giorni, la politica ha sconquassato il mercato internazionale,
come se ogni altro stato fosse direttamente coinvolto nel dramma Greco, cosa
falsa, se guardiamo bene, l’enconomia Italia non dipende alla Grecia , così
come non dipende quella tedesca, ne
Francese, ne Giapponese, ma siccome i mercati si orientano mediante certi
parametri, ecco che d’incanto tutte le economiche curiosamente subiscono danni,
senza quasi nessun senso. L’isteria domina il mercato, paure immotivate spesso
stanno alla base di grandi catastrofi spesso indotte da eventi non propri.
La Grecia
cade, e allora tutti dietro senza ragione, cadono tutti i mercati, ma sarà mai
possibile che il contagio sia così senza motivo d’essere. Gli altri stati
europei e internazionali, come una catena patologica, come un malattia
infettiva, ne hanno subito una perdita, quando in realtà all’interno delle loro
stesse nazioni, non sta avvenendo nulla di traumatico per indurre un contagio economico
che possa realmente portare ad un problema di egual tipo. Ovviamente le
economie più attente ed intelligenti non si lasciano prendere la mano, mentre
quelle isteriche si fanno travolgere senza senso.
Così invece di ottenere che
solo una nazione ha problemi di tipo economico-politico e il suoi mercati
possono anche crollare, tutte le altre per una forma isterica dei suoi
appartenenti si fanno contagiare, non pensando che così facendo anche le singole
economie ne avranno una perdita indotta da questo vizioso meccanismo perverso. Poi
ci sono anche i soggetti che remano contro affinché le economie di alcuni stati
vengano debilitate in modo tale da indurre scenari drammatici sulla scorta di
altre nazioni o interessi di altro genere. Le compagnie di rating sembrano
costituite proprio per creare questi disagi, fatte su misura fuori dal mercato
per indurre il mercato dei singoli stati ad essere in movimento, evidentemente esse
non sono come dicono indipendenti dalla volontà di altri, ma dipendenti da
nazioni e azioni, atte a destabilizzare l’economia dei singoli come quella
delle grandi nazioni, tutto in un gioco perverso di movimenti che dovrebbero
indurre l’alternarsi delle economie in modo da dare ad altri la possibilità di
ingenti guadagni, le agenzie di rating dicono che non sono soggette a voleri
esterni, ma questa cosa è poco credibile dato che le stesse non sono composte
da robot inanimati che calcolano situazioni possibili e futuribili sulla base
solo di metodiche matematiche, ma sono esseri umani che agiscono e quindi tali
esseri umani non essendo robot, si fanno condizionare anch’essi per quanto essi
stessi dicano che non è così. Ma è indubbio che l’essere umano decida in base a
una variabilità di situazioni e interessi personali e non, che un robot non
avrebbe.
Per cui alle volte queste agenzie che fanno studi probabilistici su
eventuali andamenti, potrebbero essere realmente indotte anche
involontariamente a punire o premiare un paese anziché un altro, spesso sulla
base di problematiche politiche anziché effettivi problemi economici.
Il caso Grecia, direi che era
scontato sia il suo disagio che l’andamento del voto, come lo è per l’Italia è
indubbio che Germania e Francia abbiano sempre considerato le nazioni dell’Europa
del sud come entità di secondo livello e non simili a loro, per cui la
responsabilità del crollo Greco è proprio di queste nazioni del nord Europa che
sentendosi superiori, hanno contribuito al disagio che i cittadini del sud Europa
si sentano ne più e ne meno come schiavi di un Europa a più di una velocità. È sotto
gli occhi di tutti, i sorrisetti da parte della Merkel ed altri politici
quando si parla di politici Italiani o altri, per cui è indubbio che l’italiano
come il Greco si senta un tantino offeso. È indubbio che la Germania si sente forte
economicamente parlando, beh lo sarebbero tutti se ognuno avesse a disposizione
i soldini provenienti dalle casse di tutt’Europa.
Per cui adesso che fare? la
vittoria del No greco, è chiara come il sole e quindi fa capire l’insofferenza
del suo popolo che certamente non vuole tornare sotto l’egida Europea, perché altrimenti
non avrebbero votato massicciamente contro l’Europa, ma a suo favore. Quindi qui
il problema è solo se aiutare finanziariamente la Grecia senza che questa
ritorni ad essere “schiava” della Germania. Non credo che sarà molto facile, perché
è indubbio che se hanno un debito qualcuno lo dovrà pur pagare, se non sono
loro, qualcun altro dovrà sobbarcasi il loro debito, certo lo potrebbe fare la
stessa Germania visto che tra tutti gli stati Europei è quello che ha i maggiori benefici, e anche un andamento
economico direi di tutto rispetto, può tranquillamente far da garante e chiedere a suoi concittadini di pagare loro …. ne dubito altamente che ciò
possa avvenire …. oltretutto potrebbe mostrarsi non schiavista se vuole che una
ribelle Grecia, torni nelle euro-zona,
che in questo momento non vuole proprio rientrare, rischio anche rivoluzione.
Ma certamente se gli Usa temono che
la Grecia possa prendere la strada per la Russia, anch’essi dovrebbero agire al
tal proposito e importare capitali nel paese, forse gli Usa potrebbero far la
differenza, forse. Sempre che gli USA
non abbiamo altri intenti.
Quindi la patata bollente Grecia, va soppesata
molto bene, perché il rischio che possa spappolarsi è elevato.
L’Italia se pensasse invece per
conto proprio dovrebbe subito muoversi, e non attendere le decisioni della Germania,
visto che siamo più parenti dei Greci che dei tedeschi, umanamente parlando
forse potremo far qualcosa per loro, anche se la Grecia non dovesse tornare all’interno
dell’Euro-zona. Credo che questo sia il momento propizio per mettere la mani
avanti, se l’Italia è intelligente.