Isis e la creazione
degli Stati Arabi Uniti!
Anche la Russia ha visto giusto.
Ma qual è il vero scopo finale di queste operazioni? Quello
di creare gli Stati Arabi Uniti, sotto un emirato unico, per aver una forza
schiacciante verso Israele, Europa e Russia. Si creerebbe il terzo polo del mondo dove gli
Usa, Israele e Europa il polo verde. Russia, Cina il polo rosso, e tutti gli Stati
Arabi Uniti il polo nero. Per mettere d’accordo tutti e tre ci vuole una forza
intermedia un grande personaggio portato in palmo di mano da tutte le nazioni
del mondo. IL grande pericolo per l’occidente non sta nella loro divisione, ma
nella loro Unione. Oggi esiste lo stato islamico dal punto di vista religioso,
ma non esiste lo stato unito dei popoli arabi o islamici.
COS’È L’ISIS? LA RUSSIA LO SPIEGA AGLI
OCCIDENTALI RIMBAMBITI DALLA PROPAGANDA DEI MEDIA
Russia:
“Non siate stupidi, Isis è uno strumento USA per destabilizzare il Medio
Oriente”
“Il processo di
trasformazione del gruppo terroristico dell’Isis in uno Stato con un proprio
esercito, polizia, bilancio, tasse e strutture sociali non sarebbe mai avvenuto
senza l’aiuto dell’Occidente e delle monarchie del Golfo Persico”.
Gli analisti russi,
ripresi dall’agenzia di stampa TASS, puntano il dito contro l’Occidente e gli
Stati Uniti per quel mostro (lo Stato islamico) che secondo loro sarebbe stato
partorito a tavolino.
di Franco Iacch ( difesaonline.it)
L’Isis nasce come una
cellula di al-Qaeda in Iraq nel 2013. In pochissimo tempo è cresciuto a
dismisura, riuscendo a dichiarare guerra ad alcuni paesi. Nell’estate
dello scorso anno i fondamentalisti conquistano Mosul, la seconda città più
grande dell’Iraq e dichiarano la nascita di un califfato che si estende da
Aleppo, nel nord della Siria, alla provincia di Diyala, a est dell’Iraq, con
una popolazione di sei milioni di persone.
“Nonostante fosse ad un
livello embrionale, l’Isis già riceveva finanziamenti e rifornimenti da diversi
paesi. Tra questi il Qatar, lo stesso paese che ospita il comando delle forze
armate degli Stati Uniti in Medio Oriente”.
Sappiamo che ad un certo
punto, dal Qatar sono stati trasferiti
allo Stato islamico una somma di 300 milioni di dollari tramite conti correnti
fittizi. Il principale conto era registrato in una banca
svizzera a Berna (poi sequestrato). Proprio da questo fondo, l’Isis avrebbe
attinto per porre le sue basi.
“Lo Stato Islamico, oggi,
ha risorse finanziarie proprie. Oltre alle azioni tipiche dei terroristi
(sequestri, estorsioni, opere d’arte), il califfato ricava cospicui utili dalla
vendita del petrolio alla Turchia, Giordania e Siria”.
E’ strano come l’Occidente
(così come una certa stampa) non si ponga questa domanda: il governo del
presidente siriano Bashar Assad acquista il petrolio dallo Stato islamico a
prezzi gonfiati. Perché? Proprio il contrabbando è la terza fonte
principale di reddito dello Stato islamico.
“Mettono in scena degli
spettacoli. Non sono mica stupidi. I terroristi distruggono delle copie in
gesso. Il patrimonio trafugato è stato già venduto al mercato nero e magari è
già esposto in qualche villa miliardaria”.
L’intero studio è un
attacco agli Stati Uniti rei, secondo i russi, di aver creato lo Stato
islamico.
“Suvvia. La coalizione
internazionale guidata dagli Stati Uniti, creata apparentemente per combatter
lo Stato islamico, è una farsa. Dei 60 paesi membri, solo due o tre effettuano
raid con truppe di supporto sul campo. Solo una nuova coalizione internazionale
con Siria, Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Russia e Stati Uniti sarebbe in grado
di sconfiggere lo Stato islamico. La leadership russa ha sottolineato questa
idea più di una volta”.
“Il bilancio dell’Isis? Centinaia
di miliardi di dollari. Fondi illimitati che gli consentono di disporre di un
esercito di 150 mila militanti a libro paga. Senza il sostegno esterno, lo
Stato islamico non sarebbe mai stato in grado di mantenere i territori
sequestrati”.
“Cosa è lo Stato islamico?
lo strumento principale di Washington creato per destabilizzare la situazione
in Medio Oriente. Lo scopo degli Stati Uniti è quello di stravolgere la
situazione nella Regione con l’obiettivo finale di riconquistare posizioni
chiave in Medio Oriente”.
E se i russi avessero
ragione?
Se cosi fosse, la
strategia USA sarebbe chiara. Perché se l’Isis riuscisse a spodestare
Assad, potrebbe poi rivolgersi verso l’Asia Centrale ed il Caucaso del Nord, da
dove sarebbe in grado di rappresentare una minaccia alla sicurezza della Russia
e della Cina.
Concludono gli analisti
russi: “In Europa il piano ha funzionato. Centinaia di migliaia di profughi
dalla Siria e dal Nord Africa richiedono costi colossali per sostenere il
programma di assistenza, che porterà ad un danno economico nell’Unione europea.
Gli Stati Uniti hanno potranno portare avanti facilmente il progetto di cooperazione
transatlantica”.
di Franco Iacch ( difesaonline.it)