La cultura sodomita avanza!
Treviso: “bimbi dell’asilo invitati a
spogliarsi e toccarsi”. Padre pesta la maestra
Una
maestra d’asilo sotto choc finita all’ospedale con un sopracciglio escoriato,
un padre arrabbiato che irrompe a scuola per redarguire l’insegnante del
figlio.
Sono gli
unici elementi certi di un caso, scoppiato oggi, raccontato dal gazzettino, secondo cui si rincorrono
voci su una ‘lezione’ particolare tenuta in
aula, in cui i bimbi sarebbero stati invitati a spogliarsi per scoprire le
differenze sessuali tra maschi e femmine.
Proprio
questa attività sui generis avrebbe spinto il padre di un bimbo di 5 anni – non
si sa se maschio o femmina – a precipitarsi in asilo per aggredire
l’insegnante.
La donna è
stata portata in ospedale in ambulanza e dimessa dopo una medicazione al
sopracciglio. Sempre ‘radio scuola’ parla di denunce presentate da tempo da
alcuni genitori sui metodi scolastici particolari dell’asilo, nello specifico
quelli di tre-quattro insegnanti. E di contro-denunce delle maestre per
diffamazione.
I
Carabinieri per ora hanno scelto la strada del silenzio sull’intera vicenda.
«Ci stiamo attivando quanto più possibile – fa sapere un ufficiale – per
chiarire i termini della questione. Servono tutte le cautele del caso».
Di certo
vi è il fatto che i genitori dell’asilo si sono divisi in due fazioni, tra chi
difende a spada tratta le maestre e chi punta il dito contro il corpo
insegnante, dicendo di aver notato che i
propri figli, alcuni dei quali di 3 o 4 anni, avrebbero improvvisamente
ricominciato a bagnare il letto.
Alcuni
genitori hanno annunciato un sit-in davanti all’asilo, dopo aver tenuto a casa
da giorni i figli per protesta.
Germania a lezione di gender: bimbi svengono a scuola. E chi protesta va in carcere
La Germania si spacca sui corsi di educazione sessuale e diversità di genere
La Germania si spacca sui corsi di educazione sessuale e diversità di genere
Bimbi che si sentono male in classe, vanno in iperventilazione, svengono.
Genitori in carcere per non aver obbligato i figli a partecipare ai corsi sul gender.
Genitori in carcere per non aver obbligato i figli a partecipare ai corsi sul gender.
Succede nella Germania del 2014, dove chi osa anche solo dissentire dall'ideologia imperante del gender viene perseguito con determinazione, e a norma di legge. Al punto da rischiare di ritrovarsi la polizia sul pianerottolo di casa.
A Borken, vicino a Munster, sei bimbi sono dovuti rimanere a casa da scuola per essersi sentiti male dopo che in classe erano state mostrate loro immagini esplicite a sfondo sessuale, nell'ambito di un progetto di educazione alla "diversità di genere". Dopo che un primo bambino ha dato segni di avere problemi di circolazione, si è scatenata una reazione a catena, con altri piccoli studenti che sono andati in iperventilazione e un alunno che è quasi svenuto, rendendo necessario l'intervento dell'ambulanza. La polizia ha minimizzato l'episodio sostenendo che "non fosse successo niente" e che si trattasse di immagini e disegni "assolutamente normali". Le autorità mediche hanno comunque disposto le analisi del sangue per uno dei bimbi che si sono sentiti male.
Negli stessi giorni a Eslohe, 170 chilometri a sudest di Borken, è scoppiato un caso analogo che sta letteralmente spaccando in due l'opinione pubblica in tutto il Paese: due coniugi di 37 anni, Eugen e Luise Martens, sono stati incarcerati per quaranta giorni perché la figlia, iscritta alle scuole elementari, si era rifiutata di partecipare ai corsi di educazione sessuale previsti dall'istituto. Eugen, che con sua moglie ha altri otto figli, era già stato arrestato l'anno scorso con la medesima accusa: in quell'occasione a Luise era stata risparmiato il carcere solo perché incinta.
In tutta la Germania si stanno formando movimenti e comitati di solidarietà in appoggio ai coniugi Martens, per esprimere il dissenso contro una scuola che obbliga i bambini di sei anni a frequentare regolarmente lezioni di ideologia gender. In Germania i genitori dei bimbi che saltano la scuola possono essere denunciati dall'istituto e processati dal tribunale, anche se lo studente abbandona la lezione di propria iniziativa, come è stato nel caso della figlia dei Martens.
"Il contenuto delle lezioni è perverso - spiega a Tempi Mathias Ebert, fondatore dell'associazione "Besorgte Eltern" ("Genitori preoccupati") - Non solo si mostra ai bimbi come funziona il sesso dei maschi e delle femmine, ma li si mette davanti alle variepratiche sessuali: sesso orale, sesso anale molto altro. Si dice anche ai bambini, sin dalle elementari, che il loro genere non è determinato e che non possono sapere se sono maschietti o femminucce, che devono pensarci su."
Ebert racconta anche che in Germania c'è molta paura a denunciare episodi come questo, perché "in questo Paese non appena si viene puniti si viene considerati dei criminali": "Chiediamo solo che non vengano turbati i sentimenti dei bambini. Non è giusto. È una violenza nei loro confronti."
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MAR 201518.00
MAR 201518.00
Chiara Lalli, bioeticista
Il performer Blanco, del gruppo Eyes Wild
Drag, a Roma il 7 marzo 2012. È il primo gruppo di dragking a Roma che fa
spettacoli teatrali e workshop di travestimento. Simona Pampallona
“La teoria del gender è un’ideologia a
sfondo utopistico basata sull’idea, già propria delle ideologie socio-comuniste
e fallita miseramente, che l’eguaglianza costituisca la via maestra verso la
realizzazione della felicità. Negare che l’umanità è divisa tra maschi e
femmine è sembrato un modo per garantire la più totale e assoluta eguaglianza –
e quindi possibilità di felicità – a tutti gli esseri umani. Nel caso della
teoria del gender, all’aspetto negativo costituito dalla negazione della
differenza sessuale, si accompagnava un aspetto positivo: la totale libertà di
scelta individuale, mito fondante della società moderna, che può arrivare anche
a cancellare quello che veniva considerato, fino a poco tempo fa, come un dato
di costrizione naturale ineludibile”. A scriverlo è la storica Lucetta
Scaraffia (”La teoria del ‘gender’ nega che l’umanità sia divisa tra maschi e
femmine”, L’Osservatore Romano, 10 febbraio 2011).
Chi è che vuole negare l’esistenza e la
differenza tra maschi e femmine? E quando sarebbe successo? Rispondere è
facile: nessuno e mai. Tuttavia da qualche tempo è emersa questa strana e
inesistente creatura, metà fantasia, metà film dell’orrore: è l’“ideologia del
gender”. Non è facile individuarne la data di nascita, ma quello che è certo è
che nelle ultime settimane la sua ombra minacciosa è molto invadente.
È buffo vedere quanta paura faccia il
riflesso di quest’essere mostruoso (ma allucinatorio come Nessie), nato in
ambienti angustamente cattolici, conservatori e ossessionati dalla perdita del
controllo. Il controllo sulla morale, sul comportamento, sull’educazione e sul
rigore feroce con cui si elencano le categorie del reale con la pretesa che
siano immutabili e incontestabili in base a un argomento d’autorità: “È così
perché lo diciamo noi”.
Questa perfida chimera che vorrebbe
annientare le differenze sessuali si nutre della continua e intenzionale
confusione tra il piano biologico (“per fare un figlio servono un uomo e una
donna”) e quello sociale e culturale (“per allevare un figlio o per essere
buoni genitori bisogna essere un uomo e una donna”). Come vedremo, perfino il
piano biologico è meno rigido e, no, non significa che “non ci sono differenze
biologiche tra uomo e donna” – nessuno lo ha mai detto.
Ma le Cassandre della “ideologia del
gender” combattono contro un nemico che hanno immaginato, o che hanno
costruito, stravolgendo il reale, per renderlo irriconoscibile e poterlo così
additare come un mostro temibile (si chiama straw man ed è una fallacia molto comune: si prende un docile
cane di piccola taglia e lo si trasforma in un leone famelico; poi si litiga
con il padrone del cane e lo si accusa di irresponsabilità: “Girare con una
bestia feroce in luoghi affollati e con tanti bambini!”). Perché essere tanto
spaventati da esseri che non esistono e da ombre sulle pareti? Perché non
girarsi per rendersi conto, finalmente, che va tutto bene?
Se state poco sui social network e
scegliete bene le vostre letture forse non ne avete mai sentito parlare. Ma è
sempre più improbabile che non ne sappiate nulla visto che lo scorso 21 marzo
Jorge Maria Bergoglio ha detto che la “teoria del gender” fa confusione, è uno
sbaglio della mente umana e minaccia la famiglia. “Come si può fare con queste
colonizzazioni ideologiche?”, ha domandato.
Un paio di giorni dopo Angelo Bagnasco,
presidente della Cei, ha aggiunto che “l’ideologia del gender” si “nasconde
dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla
violenza, promozione, non discriminazione… ma in realtà pone la scure alla
radice stessa dell’umano per edificare un transumano in cui l’uomo appare come
un nomade privo di meta e a corto di identità”. È addirittura una
“manipolazione da laboratorio”. E poi si è rivolto accorato ai genitori:
“Volete voi questo per i vostri figli?”. E qualche giorno più tardi ci è
tornato il cardinale Carlo Caffarra, ricorrendo a una metafora oftalmica:
“Esiste oggi una cataratta che può impedire all’occhio che vuole vedere la
realtà dell’amore di vederlo in realtà. È la cataratta dell’ideologia del
‘gender’ che vi impedisce di vedere lo splendore della differenza sessuale: la
preziosità e lo splendore della vostra femminilità e della vostra mascolinità”.
Minacce individuali e familiari, errori mentali,
colonizzazioni ideologiche, furti di identità e di umanità, manipolazioni,
cataratte: mai tanti e tali disastri erano stati attribuiti a qualcosa che non
esiste.
“Maschio
e femmina li creò” (Genesi)
Chi se la prende con la presunta “ideologia del gender”, come dicevo, confonde intenzionalmente i termini e i concetti per deriderli, banalizza le differenze per farne una caricatura, si ostina a non capire le questioni e invece di domandare spiegazioni si nasconde dietro una presuntuosa e rivendicativa ignoranza.
Chi se la prende con la presunta “ideologia del gender”, come dicevo, confonde intenzionalmente i termini e i concetti per deriderli, banalizza le differenze per farne una caricatura, si ostina a non capire le questioni e invece di domandare spiegazioni si nasconde dietro una presuntuosa e rivendicativa ignoranza.
Ci sono molti esempi e vengono dalla
cronaca (tra gli ultimi il gioco “porno” all’asilo di Trieste) o da
documenti più o meno ufficiali (sempre di area ultraconservatrice e fortemente
miope).
Eccone un altro esempio, forse più grave
ancora perché Roberto Marchesini è psicologo e psicoterapeuta (“Il ragazzo
curato a ormoni per diventare ragazza”, La Bussola Quotidiana, 9 marzo 2015):
“Non importa se ci sono due cromosomi Y, o un cromosoma Y e due X: se c’è il
cromosoma Y siamo maschi, punto. E non è questione di organi genitali: siamo
maschi o femmine in tutto il nostro corpo, perché ogni cellula del nostro corpo
ha quel benedetto cromosoma. Possiamo mutilarci, possiamo aggiungerci appendici
siliconiche in ogni parte del corpo, depilarci, limarci la mascella e
sottoporci a qualsiasi altra tortura, ma resteremo maschi. Senza genitali,
magari, con protesi sul petto, ma sempre maschi. Quindi non è possibile che
questo ragazzo diventi una ragazza. Qualcuno ha mentito ai genitori e a lui.
[…] È l’ideologia di genere che ci fa credere una cosa assurda, cioè che sia
possibile ‘cambiare sesso’. Si chiama ideologia proprio per questo”. In questo
caso la confusione è aumentata da possibili interventi (ormonali e chirurgici).
Su questo torneremo.
Sempre a marzo, Paola Binetti era molto
allarmata: “Presentata all’Onu richiesta di inserire movimento femminista e
alle associazioni Lgbtq, nel quadro teorico e pratico del ‘sistema gender’” (5
marzo 2015, Twitter).
C’è anche il filosofo Diego Fusaro che, in
occasione della polemica scatenata da Dolce & Gabbana, aggiunge un po’ di
Asimov che ci sta sempre bene. Fusaro: “Dolce e Gabbana? Li attaccano perché
ora c’è la prova. Gender, siamo all’ingegneria sociale”, 16 marzo 2015. Alla
domanda, “Dopo tutte le polemiche gli asili nido di Trieste hanno fatto bene a
fare retromarcia sui ‘giochi gender?’”, Fusaro risponde: “Ormai per manipolare
bisogna partire anzitutto dai bambini. Siamo al cospetto di una vera e propria
ingegneria sociale, è evidente, una mutazione antropologica direbbe Pasolini,
si cerca di inculcare fin dalla giovane età che non esistono uomini e donne ma
ognuno si sceglie il sesso che vuole. Tutto ciò per me è una sciocchezza, i
sessi sono due, poi ci sono tutti gli orientamenti sessuali possibili, ma un
omosessuale resta sempre un uomo così come una lesbica rimane sempre una
donna”.
Ho già detto che nessuno vuole eliminare
la differenza tra uomini e donne? È davvero un peccato che Fusaro abbia
rinunciato al ruolo principale della filosofia: cercare di chiarire i termini e
i concetti. Offrirsi cioè come uno strumento per capire meglio e non per
mescolare le parole come si farebbe in un caleidoscopio, perché il risultato
non è più colorato ma più annebbiato. Spesso completamente fuori fuoco.
Barcellona, Spagna, 16 luglio 2011. Simona Pampallona
“Non
esistono uomini e donne”
Per capire come l’“ideologia del gender” rimescoli parole a caso – aspirando a sembrare qualcosa di sensato – dobbiamo fare una premessa.Le definizioni sono arbitrarie, ci servono per semplificarci la vita. Dovremmo sempre ricordarci però che la realtà è un insieme in cui i confini netti non esistono – ma esistono contiguità, sovrapposizioni, intrecci sui quali tracciamo linee e diamo definizioni – e che, più conosciamo più possiamo (o dobbiamo) specificare, come quando ci avviciniamo a qualcosa (sedia, tavolo, gioco: provate a dare una definizione necessaria e sufficiente e vi accorgerete che è meno facile di quanto possiate immaginare).
Per capire come l’“ideologia del gender” rimescoli parole a caso – aspirando a sembrare qualcosa di sensato – dobbiamo fare una premessa.Le definizioni sono arbitrarie, ci servono per semplificarci la vita. Dovremmo sempre ricordarci però che la realtà è un insieme in cui i confini netti non esistono – ma esistono contiguità, sovrapposizioni, intrecci sui quali tracciamo linee e diamo definizioni – e che, più conosciamo più possiamo (o dobbiamo) specificare, come quando ci avviciniamo a qualcosa (sedia, tavolo, gioco: provate a dare una definizione necessaria e sufficiente e vi accorgerete che è meno facile di quanto possiate immaginare).
Ciò non significa che non esistono
differenze o che sia tutto nella nostra testa (nella nostra percezione), almeno
nella prospettiva realista. Significa che quello che osserviamo è più fluido di
un interruttore che spegne e accende una luce.
Lo si dimentica a volte. Lo si rimuove
sempre quando si parla di (ideologia del) gender.
La biologia, per cominciare, fa
distinzioni meno nette rispetto ai termini maschio/femmina. In biologia ci sono
i due estremi (M e F), ma ci sono anche molte possibilità intermedie. Esistono
molti stadi di intersessualità, come l’ermafroditismo, la sindrome di Morris e
quella di Swyer, e ci sono casi in cui è controversa la definizione di
intersessualità, come la sindrome di Turner o di Klinefelter (si veda il film XXY).
Anche alcune di queste condizioni sono definite patologiche (disordini di differenziazione
sessuale o di sviluppo sessuale), ma pure definire una “patologia” non è così
agevole come potrebbe sembrare.
Questo soltanto se parliamo di sesso,
ovvero dell’appartenenza a un genere sessuale indicato come XX e XY (sono i
cromosomi sessuali a distinguere, a un certo punto dello sviluppo embrionale,
gli individui che saranno maschi da quelli che saranno femmine).
Sesso,
identità di genere e ruoli, orientamenti e preferenze sessuali
Se però cominciamo a parlare di identità di genere, di ruoli e di orientamenti sessuali le cose si complicano ulteriormente. Si può essere di sesso M e avere una identità sessuale maschile oppure femminile (oppure ambigua, oscillante, cangiante). Nulla di tutto questo è intrinsecamente patologico o sbagliato e soprattutto ciò che è femminile e maschile è profondamente determinato culturalmente, tant’è che i ruoli maschili e femminili cambiano nel tempo e nello spazio.
Se però cominciamo a parlare di identità di genere, di ruoli e di orientamenti sessuali le cose si complicano ulteriormente. Si può essere di sesso M e avere una identità sessuale maschile oppure femminile (oppure ambigua, oscillante, cangiante). Nulla di tutto questo è intrinsecamente patologico o sbagliato e soprattutto ciò che è femminile e maschile è profondamente determinato culturalmente, tant’è che i ruoli maschili e femminili cambiano nel tempo e nello spazio.
Il rosa non è intrinsecamente un colore da
femmine (F), almeno lo è in modo diverso rispetto all’avere o no l’utero, anche
se si può essere donne – in un senso meno claustrofobico della riduzione del
ruolo femminile a un patrimonio cromosomico o al possesso di alcuni organi
sessuali – senza averlo: perché sei nata senza, perché te l’hanno tolto, perché
eri nata come M ma la tua identità di genere è femminile.
I ruoli sono il risultato di
stratificazioni lunghe e tortuose e non rappresentano qualcosa di immobile e
determinato per sempre, né tanto meno quello che è giusto e buono (trasformare
tutto questo in “mica pretenderete che due uomini si riproducano?” è un
problema di chi equivoca così malamente e non del gender).
Poi ci sono le preferenze o gli
orientamenti sessuali: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, queer, eccetera.
Ci sono anche gli asessuali (in Giappone le percentuali di individui non
interessati alle relazioni affettive e sessuali sono altissime) e ovviamente ci
sono i casti, non per mancanza di interesse sessuale ma per un fioretto come
Sophia Loren in Ieri,
oggi e domani, oppure per un voto di castità meno
temporaneo.
Gender
studies
“Ideologia del gender” (cioè del genere sessuale) non vuol dire nulla. È come dire ideologia del sapone o del cielo. Tra l’altro è ancora più insensato se si pensa che è attribuita a chi vuole alleggerire la pressione del dover essere – perciò in caso dovrebbe essere “anarchia del gender”, o “relativismo del gender” visto che per alcuni è un insulto essere relativista (anche questo rasenta l’insensatezza, soprattutto se ci ricordiamo che l’alternativa è l’imposizione e il dogmatismo).La sfumatura di imposizione che si vuole attribuire, dal sapore complottista, suona davvero strana perché imporre un giogo meno stretto è un po’ bizzarro. Sono quelli che strepitano contro la temibile “ideologia del gender” che vogliono imporre decaloghi e regole rigide e stabilite da loro – mentre i gender studies si muovono in un dominio di libertà, in una fluidità dei modelli (individuali e familiari); sono per la loro desacralizzazione e per i diritti per tutti. Basta cercare su Google. Basterebbe anche solo leggere il recente documento approvato dall’Associazione italiana di psicologia che ha l’intento di “rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane” e di “chiarire l’inconsistenza scientifica del concetto di ‘ideologia del gender’”.
“Ideologia del gender” (cioè del genere sessuale) non vuol dire nulla. È come dire ideologia del sapone o del cielo. Tra l’altro è ancora più insensato se si pensa che è attribuita a chi vuole alleggerire la pressione del dover essere – perciò in caso dovrebbe essere “anarchia del gender”, o “relativismo del gender” visto che per alcuni è un insulto essere relativista (anche questo rasenta l’insensatezza, soprattutto se ci ricordiamo che l’alternativa è l’imposizione e il dogmatismo).La sfumatura di imposizione che si vuole attribuire, dal sapore complottista, suona davvero strana perché imporre un giogo meno stretto è un po’ bizzarro. Sono quelli che strepitano contro la temibile “ideologia del gender” che vogliono imporre decaloghi e regole rigide e stabilite da loro – mentre i gender studies si muovono in un dominio di libertà, in una fluidità dei modelli (individuali e familiari); sono per la loro desacralizzazione e per i diritti per tutti. Basta cercare su Google. Basterebbe anche solo leggere il recente documento approvato dall’Associazione italiana di psicologia che ha l’intento di “rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane” e di “chiarire l’inconsistenza scientifica del concetto di ‘ideologia del gender’”.
Non ha molto senso nemmeno il termine
“omosessualismo”, se non in un senso di scherno e di intenzionale disprezzo.
Peggio di “frocio”, perché almeno frocio è limpidamente aggressivo (poi
ovviamente l’offesa dipende dal contesto, dalle intenzioni dei mittenti e dallo
spirito dei destinatari) mentre “omosessualista” ammicca a una correttezza
formale e superficiale che nasconde la convinzione che tu faccia schifo e sia
inferiore in quanto non eterosessuale – è l’“in-quanto” a essere sbagliato, sia
in senso dispregiativo sia in senso adulatorio. Non c’è nessun merito a essere
donna o lesbica. E non c’è nemmeno nell’essere omosessuale, casto o indeciso.
Ma, è chiaro, non c’è nemmeno un demerito o un peccato.
C’è un altro termine che suscita reazioni
scomposte: cisgender. È un termine usato per indicare la coincidenza tra il
genere sessuale (M o F) e l’identità sessuale (maschile e femminile). Gli
ottusi abituati a distinguere solo M e F come XX e XY (e a pensare come giusto
solo l’orientamento eterosessuale, immaginato fisso e immobile come Aristotele
pensava la sua cosmologia) ne sono spiazzati e reagiscono come si reagisce alle
scuole medie davanti all’ignoto: ridono imbarazzati, giudicano quello che non
sanno e non vogliono sapere come un capriccio di menti disturbate.
Rivendicano identità che nessuno vuole
mettere in discussione – “io sono femmina!” – un po’ come succede quando si
parla di matrimoni e di famiglie: “Volete distruggere la famiglia!”.Stanno
cercando di fare il contrario di quanto è avvenuto con il termine queer:
originariamente un insulto, è stato trasformato nel tempo fino a diventare una
parola dal significato ampio ma essenzialmente non dispregiativo (ci sono i
dipartimenti universitari queer e queer studies nelle università più
prestigiose – si veda Yale, per esempio).
Ci sono poi ovviamente le patologie
sessuali, le perversioni o le ossessioni, che sono indipendenti dall’essere M,
F, eterosessuale o indeciso.
Bourges, Francia, 2012. Simona Pampallona
“On
ne naît pas femme, on le devient”
Per fare un esempio cattolico ufficiale della miopia che caratterizza l’“ideologia del gender”, basta leggere il discorso del santo padre Benedetto XVI del 21 dicembre 2012, perché nonostante alcuni ci tengano a sottolineare che la loro avversione non c’entra con la religione, si parte sempre dalla dicotomia M e F (e spesso lì si rimane, come in un’inutile corsa sul posto):
Per fare un esempio cattolico ufficiale della miopia che caratterizza l’“ideologia del gender”, basta leggere il discorso del santo padre Benedetto XVI del 21 dicembre 2012, perché nonostante alcuni ci tengano a sottolineare che la loro avversione non c’entra con la religione, si parte sempre dalla dicotomia M e F (e spesso lì si rimane, come in un’inutile corsa sul posto):
“Egli [il gran rabbino di Francia, Gilles
Bernheim] cita l’affermazione, diventata famosa, di Simone de Beauvoir: ‘Donna
non si nasce, lo si diventa’ (On ne naît pas femme, on le devient). In queste parole è dato il fondamento di ciò che
oggi, sotto il lemma ‘gender’, viene presentato come nuova filosofia della
sessualità. Il sesso, secondo tale filosofia, non è più un dato originario
della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensì
un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la
società a decidervi. La profonda erroneità di questa teoria e della rivoluzione
antropologica in essa soggiacente è evidente. L’uomo contesta di avere una
natura precostituita dalla sua corporeità, che caratterizza l’essere umano.
Nega la propria natura e decide che essa non gli è data come fatto
precostituito, ma che è lui stesso a crearsela. Secondo il racconto biblico
della creazione, appartiene all’essenza della creatura umana di essere stata
creata da Dio come maschio e come femmina. Questa dualità è essenziale per
l’essere umano, così come Dio l’ha dato. Proprio questa dualità come dato di
partenza viene contestata. Non è più valido ciò che si legge nel racconto della
creazione: ‘Maschio e femmina Egli li creò’ (Gen 1,27). No, adesso vale che non
è stato Lui a crearli maschio e femmina, ma finora è stata la società a
determinarlo e adesso siamo noi stessi a decidere su questo. Maschio e femmina
come realtà della creazione, come natura della persona umana non esistono più”.
Se non si riesce a sottrarci a questa
visione semplicista e ingessata quando si parla di sesso (biologico), è
inevitabile che quando è necessario introdurre la differenza tra gender,
identità e ruolo di genere e preferenze sessuali l’effetto è quasi comico. È
ovvio che de Beauvoir intendesse qualcosa di molto diverso da quanto Bernheim
lascia intendere, proprio come chi oggi è tanto spaventato dal gender.
“Il
gender è più pericoloso dell’Isis!”
Il comico muta in grottesco quando si azzardano metafore al rialzo: “L’ideologia del #gender è più pericolosa dell’Isis”, avverte durante la messa don Angelo Perego, parroco di Arosio (Como). E non è certo il primo né il più originle. Tony Anatrella, prete e psicoanalista, nella prefazione del volume Gender, la controversedenuncia la cultura di genere come un’ideologia totalitaria, più oppressiva e perniciosa dell’ideologia marxista.
Il comico muta in grottesco quando si azzardano metafore al rialzo: “L’ideologia del #gender è più pericolosa dell’Isis”, avverte durante la messa don Angelo Perego, parroco di Arosio (Como). E non è certo il primo né il più originle. Tony Anatrella, prete e psicoanalista, nella prefazione del volume Gender, la controversedenuncia la cultura di genere come un’ideologia totalitaria, più oppressiva e perniciosa dell’ideologia marxista.
L’elenco è molto lungo e poco fantasioso.
Un capriccioso puntare i piedi contro la frammentazione di una realtà che non è
mai stata monolitica (ma solo presentata come tale) e, inevitabilmente, contro la (ri)attribuzione dei diritti.
Sarebbe già abbastanza ingiustificabile
usare fantasmi e spauracchi per limitare i diritti, soprattutto perché
garantire diritti a tutti non li toglie a nessuno. Ma tutto questo rischia di
diventare inutilmente crudele quando è diretto ai bambini e agli adolescenti –
scenario non inverosimile se si pensa che uno dei luoghi di scontro è proprio
la scuola.
Non solo: ritrovarsi con dei genitori che ti
mandano a farti aggiustare se sei frocio o ridicolizzano la tua identità di
genere (che non è come la vorrebbero loro o come dice il prete) “perché sei
piccolo” è davvero penoso. Si sopravvive (non sempre), ma c’è un carico
pesantissimo di dolore evitabile.“Chi difende i diritti del bambino diverso?”, domandava Paul B. Preciado in un articolo di due anni fa. “I
diritti del bambino che vuole vestirsi di rosa. I diritti della bambina che
sogna di sposarsi con la sua migliore amica. I diritti del bambino e della
bambina queer, omosessuale, lesbica, transessuale o transgender. Chi difende i
diritti del bambino di cambiare genere se lo desidera? Il diritto alla libera autodeterminazione
del genere e della sessualità. Chi difende i diritti del bambino a crescere in
mondo senza violenza di genere e senza violenza sessuale?”.
Dovremmo rispondere a tutte queste domande
(dovrebbero provare a rispondere gli agitatori della “ideologia”), ricordando
che “mio padre e mia madre durante la mia infanzia non proteggevano i miei
diritti. Proteggevano le norme sessuali e di genere che loro avevano assorbito
dolorosamente, attraverso un sistema educativo e sociale che puniva ogni forma
di dissidenza usando la minaccia, l’intimidazione, la punizione, la morte”.
·
ITALIA
· DIRITTI
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Gli articoli qui sopra, sono solo una squarcio su questo fenomeno dilagante, in tutto il mondo, noi che siamo cattolici cristiano italiani, diapproviamo tali costumi che non ci appartengono, anche se in Europa è
oramai quasi connaturata la cultura gender dove si obbliga i figli, a
prendere atto fin dall’asilo della loro sessualità, ma in modo promiscuo, una
cosa per noi italiani è aberrante al solo pensarlo. Ciò non fa orrore solo per chi è cattolico ma anche i laicim rimango sconcertati per questa pratica, abbiamo sempre pensato che i bambini siano la cosa più bella
e pura di questa nazione, è mai possibile che la autorità italiane permettano
lo stupro della verginità mentale di questi piccoli esseri, indifesi? Presumo che anche le forze dell'ordine hanno figli, o vivono sul mondo della luna? Ma se
questo dovesse continuare, cosa ne sarà fra qualche anno, non tanto in là di
questi nostri piccoli figli? Saranno tutti pervertiti? Molto probabilmente si!
Qualsiasi psichiatra non sarebbe d'accordo con questo modo di trattare
l'innocenza dei nostri bambini, e poi viene fuori l'orco, poi viene fuori lo
scandalo, il pedofilo, ecc, Ma se si danno ai più piccoli queste cose come
esempio, è ovvio che poi diventa difficile capire di chi è realmente la
responsabilità, perché poi i bambini cercano queste cose, e le cernano verso
gli adulti, non si accontentano tra di loro, conosciamo bene quanto sia grande
la curiosità dei più piccoli, cosa dobbiamo diventare tutti dei pervertiti, non
lo so! Mi sto chiedendo effettivamente parliamoci chiaro Signori a cosa serve questa cultura, per informare chi? dei bambini che non sanno nemmeno quello che fanno? A cosa serve? A cosa porta? E cosa porterà? Dove si vuole arrivare? E cosa c'è dietro a questo pensiero, a questa prevaricazione?
Forse questa è una scusa per imbarazzare la società, siamo arrivati ad
avere una bella società moderna, e dobbiamo tornare indietro di secoli e per
quale ragione? Poi non lamentatevi se accadono tragedie, non lamentatevi se i
figli diventano pervertiti, non lamentatevi se ci sarà un aumento dei pedofili.
Se ora siamo in difficoltà, perché c'è una pazzia generalizzata in tutto il
mondo e dobbiamo affrontare casi di tutti i tipi quasi irrisolvibili, ma se
diamo la possibilità di disturbare mentalmente i più piccoli è finita, possiamo ammazzarci prima, che tanto la nostra fine prima o poi arriverà!
Non ne verremo più fuori, qualsiasi persona intelligente cerca di evitare ai suoi
figli queste cose, noi adulti sappiamo bene quanto sia difficile la vita oggi
giorno, e quanto sia facile trovare la prostituzione, cosa vogliamo trasformare
i figli in pedofili, condannarli oltretutto a prendere anche una marea di
malattie?
Forse questa è strategia, per distruggere la popolazione dei giovani,
e la forza lavoro degli Italiani dove finiremo? sarà l'estinzione di massa di tutti i popoli.
Perché se lediamo
le basi fondamentali che stanno nella famiglia Italiana, notoriamente forte, distruggiamo
tutta la nazione, non abbiamo bisogno di questo sfacelo della nostra amate e bella
Italia.
Per noi Italiani i bambini sono sacri! Tutti lo sanno,
dallo Psichiatra, al magistrato, al politico, fino al contadino.
Mi chiedo in tutte le scuole dove anche i figli dei
politici vanno, si fanno queste cose?
Oppure bisogna pensare che solo alcuni
istituti sono toccati da questa realtà?
Non credo che i figli di coloro che
sono agiati, ricchi, avvocati, magistrati, politici, psichiatri, medici, ecc
siano posti a far certe cose tra loro, creando a queste piccole creature innocenti
non pochi disagi psicologici, con il rischio che si sviluppino deformazioni
mentali tali, da indurli ad assecondare senza volerlo, un domani quando avranno
qualche annetto di più, ma non tanti di più, i desideri morbosi di adulti, che senza
scrupoli potrebbero approfittare della loro innocenza.
Ma questa cultura immorale,
viziosa, stupratrice mentale dei figli, che è a noi estranea siamo proprio
costretti a prenderla sulla nostre spalle?
Solo perché l’Europa vuole ed esige il suo prezzo?
In nome di cosa o di chi? un eguaglianza
degli usi e dei costumi, in tutte le nazioni?
Ma dove sta il rispetto delle
singole identità nazionali?
Ah certo dimenticavo siamo in Europa! Non esiste
più l’italiano, non esiste più il francese, non esiste più il tedesco, ne il
belga, l’olandese, lo spagnolo ecc, ogni nazione non c’è più, sarà vero?
Non ci chiamiamo
più italiani, francesi, inglesi, ecc, oh sbaglio! No! Esiste l’Europa
economica, ma non esiste assolutamente un coesione Europa che faccia sparire
definitivamente in maniera assoluta l’identità fisica di ogni appartenente alle
singole Nazioni Europee, per cui in realtà l’Europa egemonizza solo Economicamente
- politicamente gli stati membri, ma in realtà ogni nazione si guarda bene, dal
confondersi con le altre. La Francia non
vuole perdere la sua identità nazionale, hanno il loro inno, il loro cibo, la loro economica, le loro leggi, ecc, così neppure la grande Germania,
vuole perdere la sua identità nazionale, ma figuriamoci se vogliono confondersi
con i greci, gli italiani, gli spagnoli, i francesi, ecc, ma nemmeno per idea!!! Se tutta
Europa fosse veramente un unico stato le identità nazionali sparirebbero, ma
nessun Europeo veramente vuole questo, ne oggi, ne domani, ne mai, questo non
avverrà mai. Per cui i francesi, i tedeschi, ecc, in casa loro decidono quello
che pensano sia meglio per loro, ma questo non lo possono i fare i paesi del
sud Europa? no! questi sono di serie B forse C se ben vada, nell’ottica tedesca
della grande e poderosa Cermania, quindi tutti i paesi inferiori economicamente
devono anche sottostare alle regole che la grande, potente, madre Germania
impone a costoro, per cui tutti i politici degli staterelli vassalli, devono
subire le coercizioni del colosso che impone regole e leggi che non sempre
collimano con gli interessi dei paese vassalli. Per cui si creano turbamenti
all’interno di questi, con i risultati
che ben sono evidenti sotto gli occhi di tutti, e i casi di corruzione mentale
dei più piccoli sono solo una parte del malumore che questa coercizione dell’Franco-Tedesca,
sta portando distruzione ovunque. Forse costoro hanno già iniziato da anni a
stravolgere le menti dei loro piccoli? Per cui pensano che sia bene
che anche gli staterelli vassalli debbano immedesimarsi nella loro stessa logica e legge che dovrebbe
andar bene per tutti. Da un certo punto di vista delle volontà reali di ogni
singolo stato Europeo, i governi possono
fare quel vogliono; però mi sto chiedendo come mai la grande Madre Chiesa Cristiana
Cattolica Romana che ha sempre tutelato l’innocenza dei più piccoli, non si è
ancora adirata? come adirato è in questo momento il Suo Dio!!