mercoledì 6 gennaio 2021

SE IL SEME NON MUORE NON PORTA FRUTTO

 sabato 24 marzo 2018

SE IL SEME NON MUORE NON PORTA FRUTTO


Perchè Cristo Gesù ci disse: se il seme non muore non porta frutto?



CEI74 -Bibbia di Gerusalemme

Giovanni 12
24 In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.

Vediamo di capire cosa sta dicendo Gesù agli apostoli e alle genti.
La parte fondamentale di questo messaggio è il seme o chicco, Gesù non sceglie a caso il grano, ha una sua dimensione ben precisa. Se si comprenderà bene il senso del seme si capirà esattamente cosa sta dicendo Gesù al mondo e si comprenderà il restante della frase.

Ma vediamo di capire bene che dice il testo.

se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”

Le domande che sorgono spontanee sono queste.

  1. È puramente un discorso allegorico?
  2. Come puo un seme morire e portare frutto?
  3. Perché dovrebbe rimanere solo?
  4. Cosa s'intendi per seme e per grano?

No, non è un discorso allegorico, Gesù fa riferimento al seme, in questo caso di grano, ma perché rimane solo e perché deve morire per portare frutto?

Vediamo di capire prima di tutto cos'è un seme da cosa è composto, pare una assurdità invece non è così, Gesù fa riferimento proprio al seme nel suo insieme, e fa ben capire che Egli sa bene come sia fatto un seme, allora secondo quanto la scienza ci insegna un seme è composto da tre strutture il tegumento è la sua parte più esterna coriacea che protegge il suo interno composto da un parenchima cioè tessuto nutritivo, e un embrione che è la parte germinativa del seme. Perchè Yeshua fa questo riferimento al seme, cosa ci vuole far capire e cosa sta parlando in realtà, Cristo sa bene che il seme è formato da tre parti, un anima, che è la parte germinativa del seme, il vero fulcro del seme, quello che da vita ad una nuova creatura, il parenchima che nutre il germoglio che nasce, e il tegumento che protegge tutto.

In pratica Yaueshua ci dice che il seme in questione è composto da queste tre parti e afferma che se un seme non muore non può portare frutto,ma di quale parte del seme sta parlando? Ovviamente del tegumento e del parenchima che è la parte che darà difesa e nutrimento al germoglio al virgulto che spunterà dalla terra, ecco perché dice se il seme non muore non porta frutto, è ovvio, il seme cioè la sua scorza e il suo sostentamento non viene consumato, non potrà mai dar la vita ad un altro se stesso, cioè non potrà mai divenire nuovo albero, nuovo pianta, ovviamente questo discorso ha un parallelismo con l'essere umano, il tegumento è il suo rivestimento esterno cioè l'abito che lo riveste e lo protegge, il parenchima è la sua carne e le sue ossa e il suo sangue che lo reggono e rendono vitale la sua anima. Per cui Yaueshua si riferisce proprio all'essere umano con il discorso del seme, se non si libera delle esteriorità e non consuma il suo corpo la sua anima non potrà mai elevarsi, e non potrà mai spargere la parola di Cristo, quindi non potrà mai portare frutto, cioè non potrà mai diffondere la parola di Cristo e la sua legge. Il seme cioè il corpo e la mente non si annulleranno in Cristo, non potranno ottenere un massimo risultato, non ci sarà l'impianto del seme in altri terreni, in altri luoghi quindi il morire ha un senso relativo non esattamente reale. Muore il suo corpo ma rimane vivo il suo spirito, la sua anima, che cresce e si eleva tanto che i frutti che porterà saranno santi, cioè pieni  di vita. Il seme deve morire, cioè il corpo deve distruggersi per esaltare e far uscire da esso la sua anima che deve germogliate, fiorire e portare frutto.Il seme racchiude in se tutto la forza il futuro frutto, ma esso deve trovare terreno fertile, che altro non è che il mondo, il cuore dell'uomo è dove il seme deve essere seminato e dove il seme deve trovare la sua dimora per dar il frutto sperato, in cuoi induriti pietrosi, difficilmente il seme germoglierà, in cuori aridi arsi dal sole il seme germoglierà ma poi perirà; in cuori ricchi e fertili ed umili facilmente germoglierà, quindi la parola del Signore Nostro Dio è una parola sapiente, giusta e precisa.
Chi si abbevera alla fonte della vita non perirà in eterno.

Perché dovrebbe rimanere solo?

Perché esso rimane in superficie, Yaueshua nasconde nel suo modo di parlare un tassello che non sempre è facile cogliere, con il termine rimanere solo sta ad indicare che rimane in superficie non penetra nella terra, non penetra nell'animo e nel cuore dell'uomo, ma il messaggio rimane superficiale, per cui non attecchisce , non si radica profondamente, non mette una radice forte da poter crescere e dar frutto, per cui poi rimane da solo, cioè privo di sostanza, cresce in modo stentato, senza aver le forze per produrre il frutto pieno di vitalità.

E nella nostra società vi sono molti che sono soli, molti che pensano di aver compreso la parola di Cristo, anche tra il clero stesso, che spesso si sente arrivato e si ferma fin dove pensa di aver compreso, ma sono rimasti alla superficie, senza esser in grado di penetrare quella parola profondamente e portare frutto. 


Cosa s'intendi per seme e per grano?

Il seme è tutto sia l'involucro esterno che la parte interna dei dicotiledoni, cioè la parte che poi serve al germoglio per gettare le radici e crescere nella sua fase iniziale, cioè il nutrimento del germoglio. 

Per cui Cristo intende per seme solo la parte esteriore del seme stesso, mentre la parte interna è il germoglio che diventa frutto, cioè nuova pianta e quindi s'intende per figlio. la nuova pianta è il figlio che porterà frutto. 


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Ho già trattato questo passo, ma ho tralasciato volutamente qualcosa.

Perché ho detto non prendete per voi i miei testi e le mie interpretazioni dei vangeli? Perché quando pubblicherò il testo completo di tutto, troverete degli aspetti inaspettati che cambieranno alcune cose, per cui non pensate di pubblicare pensando che le mie interpretazioni siano finite così, perché per ogni parola c'è molto di più che essa cela e io di proposito non ho detto tutto, conoscendo l'animo umano sempre pronto ad ingannare chiunque ed ad avvantaggiarsi per se stessi.

Anima e Spirito.

 martedì 27 marzo 2018

Anima e Spirito.



"Lo spirito è forte ma la carne è debole."

Cosa intende dire Gesù per spirito e per carne?

La carne è la natura umana, le sue passioni, le sue aspettative, la sua vita terrena
lo spirito è in riferimento all'anima, ma perché dice che lo spirito è forte?
Torniamo alla genesi, quando Dio da vita alla creta plasmata e mediante il suo soffio, cioè il suo spirito trasforma quella creata in carne, quindi Gesù si riferisce a quello spirito e lo definisce forte, perché è lo Spirito che uscì dalla bocca del Padre Celeste e che venne infuso nel corpo di Adamo e in tutti gli esseri umani, per cui l'anima che ogni essere umano possiede è in realtà lo stesso spirito che Dio infuse nei progenitori, per cui esso è forte, perché Dio è forte, per cui lo Spirito di Dio che si trova nel corpo di qualsiasi essere umano, è sempre pronto, e sempre forte; mentre la carne è debole e sempre pronta a cadere nel peccato. Questo ci fa capire che satana quando tentò Adamo ed Eva, agì non nel loro spirito che è di Dio, ma nella loro carne, nel loro sangue, nei loro pensieri e desideri, facendo in modo che i progenitori fossero ribelli allo spirito di Dio, e per loro volontà Dio venne fatto tacere e posto nel silenzio, per cui esaltarono la carne e il peccato.

Questa frase ci fa capire come Dio può facilmente conoscere tutto di noi, dato che in noi abbiamo il suo Santo Spirito, ed esso se viene assecondato assumerà la sua piena forza, invece se l'uomo asseconderà la carne esalterà tutte le pulsioni, passioni e sarà pronto per compiere qualsiasi genere di peccato. Quindi reprimendo l'uno o l'altro si esalta l'uno o l'altro, per cui si è santi o  demoni. 
Ecco perché Gesù disse agli apostoli di vigilare perché la carne è debole, mentre lo spirito è forte e sempre pronto.

I pratica l'anima che noi tutti crediamo essere, si, un Dono di Dio, ma distaccata da Lui, è sbagliato, l'anima è invece parte di Dio stesso, anzi l'anima è governata dal suo Santo Spirito, quindi l'azione del peccare, agisce sull'anima o spirito e la reprime.

“Vegliate per non cadere in tentazione”

Per vegliare Gesù non intendeva dormire, ma essere vigile nel non farsi tentare dal maligno, perché la carne è governata dal maligno, mentre lo spirito essendo soffio di Dio appartiene a Dio e il maligno non lo può possedere. Ma fa capire anche un altro aspetto, che il peccato potrebbe porre lo Spirito in uno stato di "sonno", facendo diventare fortissima la carne, per cui lo Spirito viene schiacciato dalla stessa volontà del soggetto che si arrende al maligno, ecco cosa significava vegliare e dormire; vegliare sta ad indicare fare attenzione, vigilare,  meditare, essere prudenti, etc. Dormire è inteso in senso spirituale, cioè non farsi prendere dai desideri, non farsi tentare.

Molti obbietteranno dicendo che la carne spesso vince sullo spirito, il motivo sta nel fatto che lo Spirito di Dio non vuole far azione di coercizione sulla carne per cui lascia libero l'essere umano nel prendere la sua decisione senza forzatura nessuna, ma quando ha preso la decisione lo Spirito si comporterà seguendo quella decisione. Per cui lo spirito è sempre forte, ma l'essere umano cioè le sue passioni lo rendono debole quindi la carne grida più forte e si impone sullo spirito in modo coercitivo e prepotente. Quindi in un certo senso lo spirito diviene debole e la carne diviene forte, sempre sotto il dominio delle passioni e delle volontà.

Un altra profezia di Gesù rivelata.

 giovedì 7 giugno 2018

Un altra profezia di Gesù rivelata.






Matteo, 7,15 Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.


Prima di tutto, in Mat 7, Gesù sta insegnando alle folle, lo si capisce bene dal modo in cui parla, è un insegnamento al mondo. Questo fatto è importante capirlo, per poi capire il resto del testo a chi si riferisce.

Vediamo di chiarire bene questa farse a chi si applica, realmente.

I falsi profeti vengono a voi in veste di pecore, “

Vengono a voi,” si mostrano al mondo, cioè al popolo, alle genti, il termine vengo a voi, cioè verso di voi, sta a significare che si propongono, si promuovono, che parlano al popolo, quindi si identifica chiaramente di chi sta parlando, non è un riferimento che tratta del popolo, quindi della gente laica. Ma mira nel suo parlare ad altri, vediamo chi sono.

In veste, non usa la parola in vesti, ma veste al singolare, che ha un senso differente. Il fatto di aver messo (In) prima della parola veste, sta ad indicare, che non parla del vestiario, ma bensì, del l'investitura, quindi non è riferito solo alla veste, ma al fatto che costoro sono investiti di un ruoloSi potrebbe anche dire che in veste significhi al posto di. La parola stessa potrebbe aver anche il senso della veste, perché lo sottolinea la parola di pecore, intendendo dire il vello della pecora, cioè il suo manto, ma anche il carattere mansueto delle pecore, calmo tranquillo, mite. Quindi ha un senso doppio, il vestito bianco, ma sopratutto l'investitura,questo ci porta direttamente a capire di chi sta parlando.

Non parla come certi uomini di chiesa hanno interpretato, erroneamente o anche volutamente, ma parla direttamente degli appartenenti della chiesa stessa, o meglio dire di chi è stato investito del ruolo di pastore delle pecore. Sta parlando di chi si presenta al mondo, con l'investitura di pastore, quindi si sacerdote, come anche di un vescovo, entrambi ricevono l'investitura da parte della chiesa, per cui i falsi profeti a cui si riferisce Gesù non sono i laici come si è fatto credere o come nell'errore gli uomini di chiesa hanno voluto credere.

Poi però specifica un particolare che sottolinea di più e rimarca di più con precisione di chi realmente si tratta, pare che voglia dare un chiaro segnale che sono costoro i veri falsi profeti e falsi Maestri. Mat 24,24 , sia questi capitoli che altri hanno tutti un comune denominatore, parlano della stessa.



ma dentro son lupi rapaci.”

dentro “ ha due sensi, indica sia dentro al soggetto cioè nel suo intimo, nel suo cuore, nella sua mente, nelle sue intenzioni, così come dentro sta ad indicare anche sotto, cioè celato sotto di esso.
I lupi sono animali delle tenebre, hanno manto praticamente scuro, quindi anche nero, sono voraci e ghermiscono le loro prede, e infatti li definisce rapaci che indica proprio che sono sempre pronti a rapire, a sottrarre, a uccidere e a divorare le loro prede.

Questo particolare ci fa capire che questi sacerdoti, che sono veri sacerdoti perché hanno ricevuto una vera investitura, ma dentro loro stessi si nasconde la loro vera natura, a chi realmente sono devoti e consacrati nascostamente. Non solo indica anche che costoro, portano sotto l'abito bianco, che altro non è che la veste della Messa, un abito nero, (la talare) il che lì fa identificare, con più precisione, ad un preciso ordine religioso.

Il fatto stesso di dire che sono Lupi rapaci, identifica con precisione un ordine ben preciso, che nel suo statuto, e nelle sue leggi interne e riti, di consacrazione, ci sono cose, che non hanno nulla a che vedere con la Chiesa istituita da Cristo, parlo con precisione dei Gesuiti.

Quindi il riferimento di questa Frase che è una vera profezia di Gesù, non parla solo di taluni sacerdoti venduti al nemico, che nella chiesa ci possono essere, ma parla anche specificatamente di un ordine, i Gesuiti.

Chi sono i falsi profeti e i falsi Maestri Mat 24,24 , nella storia della chiesa, ci sono stati sia i falsi profeti che i falsi maestri, ovviamente per maestri Gesù intende dire i vescovi, quindi tra di loro anche alcuni Pontefici che per le loro caratteristiche non era affatto Santi, come furono i Borgia e altri che invece di essere Pontefici docili e mansueti erano anche guerrieri e diedero ordini che Gesù non avrebbe mai dato.

Quindi la Frase non è riferita alle genti, ma alla chiesa, Inoltre questa frase ha un netto accordo, con il passo dove si cita il discorso dei sepolcri imbiancati, che ha notevoli similitudini,parallelismi, tipo il colore del mando delle pecore bianco, cui certamente nessun profeta laico usa, ha un parallelismo con il putridume, che corrisponde al senso del lupo rapace, entrambi sono descritti come qualcosa di male, è sempre un simbolismo simile, che appartiene alle tenebre, come si vede sono quasi identici, solo che in questa parabola si fa riferimento esplicito ai falsi profeti e ai falsi maestri. In apocalisse si fa riferimento al falso profeta come ad un sacerdote, il termine falso profeta è sempre riferito da un religioso, non si riferisce il falso profeta ai laici, perché essi non sono investiti di potere regale, non hanno un investitura sacra, solo il sacerdote è tale per cui ribadisco la frase, non è riferita come la Chiesa ha erroneamente interpretato, ma solo ed esclusivamente ai sacerdoti stessi, che sono venduti al maligno.

Tempo fa sentii un intervista di pare di Amorth dove il sacerdote diceva che satana definiva certi preti, come netturbini; se leggiamo questo alla luce del fatto che questi netturbini siano certi preti, si capisce che le parole di Gesù sono riferite a loro, per cui si conclude che Gesù ci sta dicendo che nel mondo, ci sono e ci sono stati sacerdoti, che hanno trasmesso di proposito una parola falsa, al fine ultimo di distruggere quella vera, per fuorviare le anime. Ecco da chi si deve far attenzione, sono costoro che realmente potranno e avranno la forza per corrompere anche altri, e come dice, anche gli eletti, che possono essere sia fuori che dentro la chiesa, perché se ci pensiamo bene, è agli apostoli che Gesù trasmette la sua parola, sono loro i suoi veri principali portatori della sua parola, per cui satana colpisce loro prima ancora del popolo.


Certo anche tra i laici ci saranno coloro che sono asserviti al regno delle tenebre, anche tra i laici ci sono coloro che si travestono da portatori di Luce, ma il testo della parola di Gesù è chiaro, è riferito a chi ha ottenuto investitura nella chiesa e principalmente all'ordine dei Gesuiti. Non per nulla Bergoglio fa parte di questo ordine.

Come dice alla fine ci saranno molti falsi profeti e falsi maestri, sono costoro che possono modificare e alterare effettivamente se guardiamo bene la parola di Dio, perché un veggente, per quanto possa dire, e possa influenzare la gente, ma solo un piccolo gruppo di fedeli gli saranno devoti, il resto del mondo è sottoposto alle parole dei sacerdoti e se devo dir la verità ogni parrocchia ha un suo, che intende la legge di Dio a suo modo per cui trasmette una parola che non sempre è perfettamente in linea con l'idea di Cristo.

Questo discorso perderebbe il suo senso se in esso non fossero presenti anche i falsi maestri, Mat 24,24 che tra i veggenti non ci sono, perché per essere un maestro bisogna oggi giorno essere un dottore, un laureato, per cui il riferimento ai dottori o teologi della chiesa è molto chiaro. I falsi maestri sono i teologi, che spesso sono gli stessi Vescovi.

Riassumendo i falsi profeti e Maestri sono all'interno della stessa chiesa, cioè proprio i suoi appartenenti, sono anche in parte i laici, ma solo nella veste di profeti, però il discorso parla specificatamente di sacerdoti.

Come si vede a Gesù sta molto a cuore, il destino di tutti gli uomini nel mondo, tanto da bacchettare con forza gli stessi appartenenti della Chiesa.

Giobbe e il castigo di Dio?

 domenica 9 settembre 2018

Giobbe e il castigo di Dio?



Quest'oggi a messa il Signore mi ha fatto capire l'errore interpretativo della chiesa sul Libro di Giobbe, in relazione all'evento di cui Dio sarebbe stato il mandante, dal quale la chiesa avrebbe letto tutto il racconto come se fosse Dio il responsabile delle sventure umane e del fatto che satana agisca su permissione di Dio stesso.

Ma andiamo al pezzo da leggere per spiegare bene la questione e vedere dove sta l'errore dei teologi e degli esegeti della chiesa cattolica e non solo. ..


"Giobbe - Capitolo 1 
I. PROLOGO
Satana mette Giobbe alla prova

[1]C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. [2]Gli erano nati sette figli e tre figlie; [3]possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.

[4]Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. [5]Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore». Così faceva Giobbe ogni volta.

[6]Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro. [7]Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa». [8]Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male». [9]Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? [10]Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. [11]Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». [12]Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui». Satana si allontanò dal Signore.

[13]Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore, [14]un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi, [15]quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[16]Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[17]Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[18]Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore, [19]quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[20]Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò [21]e disse:

«Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».

[22]In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.


Giobbe - Capitolo 2 

[1]Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. [2]Il Signore disse a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra che ho percorsa». [3]Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo». [4]Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita. [5]Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!». [6]Il Signore disse a satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita».

[7]Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. [8]Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. [9]Allora sua moglie disse: «Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!». [10]Ma egli le rispose: «Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?».

In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

[11]Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo. [12]Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere. [13]Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
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La chiesa ha letto il testo soprastante, senza badare a chi fosse Giobbe, ha pensato che Giobbe fosse un qualsiasi essere umano, senza alcuna reale importanza per Dio. Per cui hanno tratto come soluzione che Dio manderebbe su qualsiasi persona, su sua espressa volontà il maligno a castigare l'uomo, cioè tutti gli uomini, ma questo non è vero. E questo pensiero è nato proprio per un erroneo pensiero dell'uomo, che dietro alle punizioni umane ci sia sempre lo stesso autore, come mandante delle disgrazie degli esseri umani, cioè Dio. 


La prima frase "[1]C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. "

Ci presenta un uomo Giobbe che è alieno al male, ed è integro, retto, che temeva Dio, quindi lo amava, credeva in Dio e Dio lo ricompensava, di conseguenza bene si capisce che questo Giobbe era per Dio un profeta, un uomo eletto a Lui e questo cosa ci fa capire che Giobbe non è un uomo normale, non uno dei tanti uomini che erano nati da donna sulla terra, ma un uomo che Dio dava importanza, e lo si comprende bene dal fatto che satana si presenta assieme a Giobbe per accusarlo e tendere ad esso delle prove, se Giobbe non fosse stato importante per Dio, il maligno non lo avrebbe neppure considerato, mentre proprio la presenza di satana in mezzo a loro, dimostra come Giobbe fosse importante per Dio, per cui si comprende chiaramente che Giobbe era un seguace di Dio.

Quando poi Dio interroga satana questo cerca di far credere a Dio che quest'uomo integerrimo fosse in realtà altro e che non fosse così perfetto come sembrava, e quindi Dio cosa fa nella sua immensa saggezza, lascia che satana che lo tenti, perché sa che quell'uomo avrebbe sconfitto l'azione nefasta di satana, ma voleva anche vedere fino a dove avrebbe retto.

Questo racconto cosa ci fa capire, che satana prima di tutto è sempre presenta nel tentare qualsiasi essere umano sia a Dio asservito cioè faccia esattamente tutto quello che Dio gli comanda di fare, quindi un profeta. Ma ci dice di più, ci mostra che questo atteggiamento di punizione che Dio fa verso Giobbe non è fatto verso tutti gli esseri umani, ma solo verso coloro che sono sue primizie. Perchè il Signore vuole ottenere da color che sono e si dicono suoi, il meglio del meglio, per cui permette al maligno di agire come lui reputa giusto, quindi ordina al Maligno di agire solo verso il suo profeta non verso tutti indistintamente e questo dice molto, sul fatto che gli esegeti della chiesa abbiano preso una bella cantonata come ne hanno prese altre. 

Ma allora c'è da chiedersi, e gli altri esseri umani che non sono e non rientrano in certi parametri di natura profetica o santa, come vengono trattati e chi li tenta? Molto semplice, il maligno, viene mandato da Dio solo a coloro che a Dio si sottomettono o a coloro che Dio sceglie come suo mandanti nel mondo, perchè fa questo per far capire agli uomini, che Dio vuole il meglio dal suo ovile, e per far ciò usa il maligno, inquadrandolo dentro a limiti ben precisi. 

Ma coloro che sono fuori dall'essere profeti, non vengono tentati per volontà di Dio, ne che Dio mandi a loro disgrazie, ma per volontà propria, sono i peccati che l'uomo fa che attirano all'uomo la presenza del maligno, ed è il maligno che agisce nell'uomo a seconda del peccato che esso manifesta, senza bisogno di aver consenso da parte di Dio, anzi il fatto stesso che Dio pose delle leggi (decalogo sacro) già questo è il metro a cui Satana si attiene, per punire l'uomo stesso, e per fargli patire quello che è un piccola anticipazione dell'inferno, tutto questo è fatto perchè comunque sia l'uomo in qualche modo si redima o si danni. Dio controlla solo coloro che Lui sceglie non tutti, gli altri sono sottoposti alla legge di Dio in modo che il maligno possa senza alcune autorizzazione di Dio di agire sul mondo. 

Solo i veri profeti, i veri apostoli, i veri santi di Dio vengono sottoposti all'azione volontaria di Dio, gli altri sono liberi da questo sistema.

Quindi non è Dio che tenta l'uomo che è libero dall'azione di Dio, non è Dio che manda Satana all'uomo che libero dall'azione di Dio, è l'uomo che attira satana a se, senza che Dio intervenga, e l'attrazione della presenza demoniaca verso o nell'uomo, avviene quando l'uomo disubbidisce alle leggi di Dio. 

Questo ci racconta la storia di Giobbe, non quello che la chiesa ha voluto estendere a tutti gli esserei umani, come se Dio fosse il mandante della opere nefaste di satana, questo è assolutamente falso, se si fa passare questa idea che Dio è dietro a Satana allora perde qualsiasi valore le parole di Gesù Cristo, la chiesa nella sua poca sapienza ha in pratica ha fatto credere al mondo che il tentatore non è Satana ma bensì Dio, colui che è il vero mandante delle opere di satana, ma questo è totalmente falso.

Anche perchè se fosse stato vero ciò, satana non sarebbe un tentatore, non sarebbe un esecutore semmai, e le parole di gesù non sarebbero vero, quando disse che il Padre eterno è l'unico Buono, non avrebbe potuto dire una cosa del genere visto che non si può certo dire ad un essere di essere buono quando suscita il male verso le sue creature, quindi l'interpretazione del testo di Giobbe è stata completamente interpreta nel modo più errato che si poteva fare. Ritengo che gli esegeti abbiano voluto assecondare un pensiero demoniaco fatto passare come se fosse stata parola di Dio. 

Non si può dire che Dio è il Dio della verità della giustizia, della vita, dell'amore, della bontà ecc. se poi gli si imputa che Egli è il mandate delle sventure umane, è assolutamente illogico.

Per tanto il testo è da leggersi esclusivamente verso coloro che sono a Dio sottomessi, o che si sottomettono alla sua volontà e non è detto nemmeno che siano tutti i credenti Cristiani, Ebrei, non è detto, perchè il caso specifico di Giobbe fa capire che è un caso ben preciso e mirato ad un profeta non ad un appartenente della medesima religione, ma ad un soggetto con un riferimento ben preciso, quindi anche ridotto ad una sola categoria di soggetti, non a tutti. 

Perchè se il testo che tratta di Giobbe fosse riferito a tutti, avrebbe dovuto far un esempio generale, prendendo un soggetto qualsiasi, uno dei tanti credenti ebrei, che non avesse nessuna importanza, non avesse nessun collegamento futuristico. Il fatto stesso che prende un uomo integerrimo credente ed osservante il meglio del meglio ed è proprio satana che dice a Dio che Giobbe è il migliore di tutti i figli di Dio, fa capire che è rivolto verso quella categoria di persone, non tutti i soggetti.

Quindi Dio punisce chi è sotto di lui, chi si pone a suoi piedi chi vuole essere dei suoi, ecco che c'è una reale ragione di comportarsi così, perchè Dio è il Signore dei Signore, il Re de re, e vuole ottenere una primizia,  non perdere i suoi, per questo manda satana a compiere un atto che lui non vuole e non può fare, perchè Dio è un Dio buono ed è il Dio dell'amore, e come un Padre che ama i figli per educarli nella giustizia e per saggiare la loro fiducia in Dio li prova, ma non li tenta. Infatti quello che Giobbe subisce non è una tentazione ma una prova, eseguita da Satana su permissione di Dio, ma solo per ottenere un essere, molto migliore di quello che era già, le prove servono a questo, a migliorare l'essere umano non a distruggerlo. 

Giobbe non attribuisce a Dio nulla di ingiusto, ne da alcuna colpa a Lui, 
"[22]In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto."

Accetta qualsiasi cosa Dio gli dovesse inviare anche se fosse un male.
"Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?»."

Perchè quel male che noi definiamo tale, potrebbe essere un bene, nessuno di noi può sapere se quel che secondo il nostro giudizio noi lo classifichiamo come male, non sia in realtà un bene. 

Ecco perchè è bene accettare anche il male, perchè nessuno di noi conosce esattamente il futuro e nessuno di noi conosce i risvolti della vita, quindi non si deve mai dare a Dio colpa per qualsiasi cosa, perchè il suo agire verso di noi è sempre sapiente. Egli che scruta nel profondo del tempo, dell'animo e della vita sa cosa sia meglio per noi, anche se questo dovesse essere la morte, nostra o di altri.
Invece molto spesso l'uomo da colpa a Dio di qualsiasi cosa, facendo peccato contro di Lui che altro non è che il peccato contro lo Spirito Santo.

Anche il dire che Dio è il mandante delle opere di satana è fare il medesimo peccato, e quindi quanto la chiesa stabilì erroneamente è bestemmiare contro Dio, non diciamo ciò che non comprendiamo, perchè la chiesa crede di aver capito tutto di Dio, ma molto spesso non ha capito quasi nulla.

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"Dio reintegra la fortuna di Giobbe

[10]Dio ristabilì Giobbe nello stato di prima, avendo egli pregato per i suoi amici; accrebbe anzi del doppio quanto Giobbe aveva posseduto. [11]Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo e mangiarono pane in casa sua e lo commiserarono e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui e gli regalarono ognuno una piastra e un anello d'oro.
[12]Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. [13]Ebbe anche sette figli e tre figlie. [14]A una mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio. [15]In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell'eredità insieme con i loro fratelli.
[16]Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant'anni e vide figli e nipoti di quattro generazioni. [17]Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni."


Si comprende che quel che avvenne a Giobbe fu solo una prova, un modo per attestare la fede vera e salda di costui, dal fatto che poi Dio restituisce a Giobbe quanto egli perse, anzi diede di più in tutti i sensi.


"di tutto il male" personalmente non avrei definito questo agire di Dio come un male, ma come delle prova. 

COSA CELA IL TESTO DI GIOBBE?

 lunedì 10 settembre 2018

COSA CELA IL TESTO DI GIOBBE?





La strada per giungere a Dio!


Ieri quando ho scritto di Giobbe, ho saltato di proposito una parte, perché non tratta del racconto di Giobbe ma fa riferimento a quanto fa Satana.



Vediamo cosa dice:


[6]Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.
[7]Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?».
Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa».



Notiamo la piccola discussione che Dio ha con satana.


1.
Dice che un giorno i figli di Dio, cioè coloro che erano eredi di Adamo, si presentarono innanzi a Dio, probabilmente da Dio chiamati, e anche Satana si presento assieme a loro. dato che anch'esso si ritiene un figlio di Dio, evidentemente lo è, come lo sono tutti gli esseri Spirituali.

2. il Signore parla con satana chiedendogli da dove esso provenisse e cosa gli risponde Satana, dice :
«Da un giro sulla terra, che ho percorsa».

In questa piccola frase c'è qualcosa di particolare, Satana è spinto da Dio a rivelare quanto tempo ha impiegato a raggiungere la dimora di Dio, il percorso che ha fatto per arrivarci, gli dice anche da dove è venuto.

«Da un giro sulla terra, che ho percorsa».

La provenienza è la terra. 

Esprime il percorso dicendo da un giro , il termine giro identifica la lunghezza del percorso e quanto tempo espresso in ore ha impiegato a percorrerlo, in fatti dice “un giro” indicando un giorno intero di 24 ore al tempo di oggi, ma al tempo di quando avvenne il fatto non possiamo essere certi che fosse esattamente di 24 ore o meno, presumiamo di si; per cui percorre questa strada per giungere a Dio mettendoci un giorno intero, non dice dove sia passato, ma dice che ha fatto un giro intendendo figurativamente che quello era il tempo necessario per giungere a Dio.

Però si comprende che il luogo dove Dio sta non è sulla terra, perché afferma “sulla terra” questo sulla terra è indicativo che il luogo non è fisicamente sulla terra ma è in altro luogo e che la terra è solo il luogo di provenienza, da dove lui e i figli di Dio provengono. Ma a differenza dei Figli di Dio, Satana impiega un intero giro, per arrivare a Dio, cioè un giorno intero dall'alba all'alba, cioè 24 ore, ma il fatto di sottolineare che l'ha percorsa, indica che ha camminato su di essa ma dice "sulla" indicando sopra, può significare che non camminava ma volava, sopra di essa, per giungere al luogo di Dio. Vediamo di capire realmente quanto sia la distanza che ha percorso satana per giungere a Dio, quindi percorre volando.

La circonferenza non è da polo a polo, ma equatoriale sapendo che il raggio equatoriale è di 6378km la sua circonferenza è di 40074,155889..km. Quindi satana per andare a Dio deve tassativamente percorrere questa strada e questa distanza; un giorno terrestre dura esattamente 23 ore 56 minuti e 4,0905 secondi. Ci dice anche, a che velocità percorre questa strada, alla velocità di 1700,9 km/h, questo fa capire che satana vola, sulla superficie della terra e deve percorrere 40000 km per arrivare a Dio. Ora non sappiamo se questi 40000 Km sono intesi in forma circolare o che in forma o solo rettilinea ma questa è l'effettiva strada che serve per giungere a Dio.

Notiamo che il numero 40 è molto presente nella sacra scrittura.

[1]C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe:””Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.

Come vediamo parla di Giobbe come il più grande e potente di tutti coloro che abitavano in oriente.

Ora c'è da chiedersi, a oriente di cosa? 


Certamente non ad oriente rispetto a noi, ma rispetto dei figli d'Israele, perché la Bibbia è riferita a Gerusalemme, per cui si riferisce ad est di Israele e non a sud come certi testi indicano la medesima zona, in prossimità di Madian, solo perchè Mosè venne a conoscenza delle vicende di Giobbe, ma se Giobbe fu un uomo grande e famoso, la sua storia si narrò per molto tempo ovunque in oriente, fino all'Egitto. 


Questo significa che la parola Us o Uz non è esatta e in realtà si riferisce alla zona o regione di Ur dei caldei in Mesopotamia. Credo che nel corso del tempo, chi ha trascritto o ricordato oralmente il testo biblico, abbiano fatto un errore di trascrizione da Ur a Us/Uz, per cui si perse la collocazione esatta del luogo. 


Dopo tutto se ci pensiamo bene, anche Abramo visse in quei luoghi. In Genesi 11, 28 è scritto che la terra nativa di Abramo era situata in Ur dei Caldei. Quando Abramo mandò il suo amministratore a cercare moglie per Isacco, gli disse: “Vai al mio paese… nell’Aram Naharaym, alla città di Nahor, mia città natale” (Genesi 24, 4-10). molto probabilmente la terra di Canaan era molto più vasta di quello che pensiamo e arrivava probabilmente fino ai confini della Mesopotamia settentrionale dove probabilmente si stanziò Abramo, ad Aram che altro non sarebbe che Harran. Penso che non sia la stessa regione di Ur dei caldei babilonesi, ma l'attuale Siria. La collocazione temporale dell'esistenza di Giobbe è difficile da stabilirsi dato che alcuni studiosi collocano Abramo attorno al 3500 a.C altri non più 2000 a.C per cui certamente Giobbe dovrebbe essere stato esistente tra 3000-1500 a.C.

La Gospa non recita il Padre Nostro!

 martedì 20 novembre 2018

La Gospa non recita il Padre Nostro!



Perchè asserisco che la Madonna a Mejugorie non può recitare il Padre Nostro e quindi quanto asseriscono i presunti veggenti su questo discorso è falso. Stando ai presunti veggenti, secondo le loro stesse dichiarazioni e quelle di moltissimi fedeli che li vanno, la Madonna pregherebbe il Padre Nostro assieme ai 6 Medjugoriani, per cui è bene chiarire la cosa che è andata anche troppo per le lunghe, che poi il Vaticano voglia confermali è tutto un discorso d'interessi economici.


Ho voluto spiegare con precisione perchè sostengo che la Madonna a Medjugorie non può recitare né il Padre Nostro né tanto meno l'Ave Maria.  Un utente su facebook L.P. scrive a favore di Medjugorie questo discorso: 


"" San Pietro ha regnato sulla Chiesa per 15 anni da Roma. Ha vissuto 15 anni a Roma. Si esprimeva dunque in latino ed ha insegnato il Pater ai latini in latino. Quale è quello dei nostri giorni. Per chi crede a Medjugorje , la Santissima ha sempre pregato con i veggenti il Pater. Il Padre della Chiesa Tertulliano spiega che il Padre Nostro, la Preghiera che il Verbo di Dio stesso ci ha insegnato «è la sintesi di tutto il Vangelo». Quindi è chiaro l’intento.
Apocalisse : “ 18 Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; 
[19] e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro. “""


Ecco la mia risposta :
San Pietro non si esprimeva in latino, forse a malapena conosceva qualche parola, parlava solo la sua lingua nativa l'amarico, anche se i romani imponevano il loro modo di parlare agli altri popoli, ma certamente le classi di popoli meno colte non parlavano il latino ma la loro lingua d'origine. 
Perchè se fosse stato vero che Pietro parlava il latino per quale motivo hanno scritto i vangeli in greco? Visto che S.Girolamo ha dovuto interpretare il greco e trasporlo in latino, dimostrazione che Pietro non parlava il latino, ma solo l'aramaico. Semmai erano i suoi amici e compagni di viaggio che interpretavano le sue parole e le trascrivevano in greco, chissà con quanti errori di trascrizione hanno fatto ciò, perchè l'interpretazione delle parole dall'aramaico al greco non sono così semplici e non c'è corrispondenza; per cui hanno dovuto trovare un senso alle parole dette in aramaico, cercando di avvicinarsi al senso, ma temo che abbiamo sbagliato. A tal proposito consiglio leggersi questo mio articolo forse fa capire qualcosa di più sul discorso Padre Nostro.(qui)

Colgo l'occasione di rispondere anche alle convinzioni di tantissima gente che pensa che la Madre di Cristo secondo quanto insegnano i veggenti di Mejugorie, Essa, reciti il Padre Nostro, ed addirittura gli stessi dicono che reciterebbe anche l'Ave Maria. La S.Sma Madre di Dio non recita nessuna delle due preghiere, primo perchè altrimenti le avrebbe recitate all'apparizione a Lourdes innanzi a S.Bernadette, la stessa racconta che alla recita del Padre Nostro e dell'Ave Maria Essa(la Madonna) non ha mai proferito parola, anche a Fatima fece lo stesso, curiosamente secondo i 6 veggenti di M. la Madonna prega se stessa cosa impossibile e per di più pregherebbe il Padre Nostro, cosa assolutamente non vera. 

Per chi non lo sapesse, cosa impossibile, ricordo dove si trova la Madre di Dio, in paradiso innanzi alla presenza perpetua di Dio; per far capire che queste loro parole sono false, vi spiego la preghiera stessa, visto che molto spesso pochi quando pregano, poco pensano a quello che dicono, e spesso si prega a pappagallo, come degli automi.

Iniziamo:
"Padre nostro che sei nei cieli" La Madre di Dio non può dire al "Padre Nostro che è nei cieli" come se Lei fosse in terra, assolutamente no! Perchè anch'essa si trova nei cieli, al cospetto di Dio, per cui chi pregherebbe? Un altro Padre sopra Dio? Non esiste. 

" sia santificato il Tuo Nome" questo lo potrebbe dire, però essendo all'interno della preghiera tace.

"venga il tuo regno" non lo dice, perchè Lei stessa si trova già presso il regno di Dio, per cui a quale regno si riferisce ad un altro? Assolutamente no!

 "sia fatta la tua volontà" questo si, essendo all'interno della preghiera tace.



"come in cielo così in terra"  dato che essa vive già in cielo dirlo è assurdo, quindi nulla; 

"dacci oggi il pane quotidiano" questo assolutamente no, quale pane deve ricevere visto che Lei essendo presso Dio il suo pane è Dio e l'ha già ricevuto in eterno, quindi impossibile. 

"rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo a nostri debitori" assolutamente impossibile che dica questa cosa, quali debiti avrebbe l'Immacolata da farsi perdonare? Direi che è un eresia al solo pensarlo. 

"non ci indurre in tentazione "che sia intensa in un senso o nell'altro, la frase l'Immacolata non solo non la pronuncia, ma nemmeno la pensa. 

"liberaci dal male" da che male dovrebbe essere liberata, visto essa vive al cospetto, perpetuo di Dio? Ed essa è immune dal peccato visto che è Immacolata e santa! 

Per cui, i cari falsi veggenti dicessero una buona volta la verità!!! 

Perchè di balle ne hanno raccontate un caterva e voi sciocchi a credere a tutte le menzogne che costoro vi raccontano, dove sta la fede in Cristo!!! 

Su di voi ricadono le parole di Cristo che disse: "maledetto l'uomo che confida nell'uomo", sapete cosa significa confidare nell'uomo? Significa che l'uomo crede alle parole di altri uomini e le pone innanzi a Dio stesso; continuate a porre questi veggenti prima di Dio, poi vedrete che bella fine farete. 

L'utente L.P. un po furbo, vorrebbe tacitare le persone mettendo un testo che nulla centra con il discorso. 

"8 Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; 
[19] e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro. “ 

Rispondo: 
Intanto prima di tutto, i vangeli non sono contenuti nel testo dell'apocalisse, perchè questo testo a cui LP si è ispirato non fa parte di tutta la Bibbia ma solo del testo dell'apocalittico, tant'è vero che nella stessa apocalisse, c'è anche scritto che un l'angelo che verrà dal cielo porterà un vangelo eterno e questo significa che il vangelo che oggi usiamo è imperfetto per cui sono ovvie quelle parole, ma solo esclusivamente riguardanti l'apocalisse, non i vangeli, non tutto il testo biblico.

Per tutte queste cose, le apparizioni della Madre di Dio che dicono che la Madonna pregherebbe con queste preghiere, sono false.

Il Padre Nostro qui raccontato non è stata la Madonna a raccontarlo si vede lontano un miglio, sono parola unicamente umane, essendo che la Madre Dio è intrisa dello Spirito Santo Essa non sbaglia nemmeno un virgola e non dice cose che non vanno dette..Quindi vi è una marea di messaggi tutti falsi, scritti da costoro.