"Chi è in situazione di
peccato grave e manifesto non può accostarsi alla Santa Comunione."
Lo ha ricordato il Cardinale Raymond Leo
Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
Intervenendo al convegno internazionale
dei leader pro-life di tutto il mondo che si è svolto a Roma il 3 maggio,
a margine della IV Marcia per la Vita, il Cardinale ha dichiarato di non poter
fare a meno di "sottolineare IL GRAVE SCANDALO CAUSATO DA LEGISLATORI,
GIUDICI E LEADER POLITICI CHE SI PROFESSANO CATTOLICI E SI PRESENTANO A
RICEVERE LA SANTA COMUNIONE E, ALLO STESSO TEMPO, SOSTENGONO E PERSINO
PROMUOVONO LEGGI CHE VIOLANO LA LEGGE MORALE NEI SUOI ASPETTI
FONDAMENTALI".
Il Cardinale ha poi
aggiunto che "la disciplina della Chiesa, dai tempi di San Paolo, ha
ammonito coloro che PERSEVERANO ostinatamente in un peccato manifestamente
GRAVE a NON presentarsi alla Santa Comunione.
Questa disciplina non è
una punizione, ma il riconoscimento dell'oggettiva condizione dell'anima della
persona coinvolta in tale peccato.
Essa previene dal
commettere sacrilegio violando la incomparabile santità del Corpo, Sangue,
Anima e Divinità di Cristo e salvaguarda la comunità cristiana e la comunità
più in generale dallo scandalo consistente nel credere che a violazione
della legge morale, in ciò che per esempio attiene all'inviolabile dignità
della vita umana, all'integrità del matrimonio e della famiglia, e alla libertà
di coscienza porta a credere SIA PRIVA DI PECCATO e non rompa gravemente
la Comunione con Nostro Signore.
(F.C. Corrispondenza Romana, 4/5/2014)
Il cardinale ha perfettamente ragione, ma c'è
da dire che non solo i politici e la classe dirigente sono in queste condizioni
ma anche buona parte della popolazione Cattolica mondiale, se guardiamo proprio
bene... quanti anche Italiani reiterano il peccato,
non una, ma magliai di volte, tantissimi, per cui se si dovesse realmente
applicare alla lettera quanto afferma Burke giustissimo, arriveremo però ad un
ecatombe di cattolici i quali invece di cambiare e tentare di ridurre i loro
peccati, si convertiranno ad altra professione di fede, oppure abbandoneranno
tutto... Ahimè il popolo di cattolici, non è tutto coeso, non è tutto solamente
fedele e non è tutto perfettamente osservante, per cui una parte consistente di
esso è ondivago, hanno una fede come un pendolo. Ripeto Burke ha ragione a
dichiarare queste cose, perché scuotono le coscienze, ma avranno effetti nel
decimare la popolazione cattolica, certo meglio buoni che cattivi fedeli,
meglio pochi che molti.
Bisogna
pensare con la testa di Cristo, non con la nostra … noi dobbiamo cambiare l’animo degli uomini non
privare l’uomo di Dio … certo dobbiamo far capire all’uomo la serietà della
nostra fede, ma non privare l’uomo di quel Dio che si è fatto crocefiggere per
tutti noi. Non sappiamo chi tra questi potrà essere un santo, per cui facciamo
attenzione a non perdere anime. Il rigore è giusto e saggio, aver pugno di
ferro va bene, ma bisogna non essere eccessivamente duri, il sacerdote ha la
missione di convertire di parlare di ammonire, non quella di abbandonare le
pecore, ricordiamo la parabola della pecorella smarrita, o del figlio che tornò
al padre. Si parte ad insegnare ai figli ai giovani con fermezza, la legge
giusta del Signore, la moralità si apprende da giovani, non da adulti. Il sano
e santo timor di Dio lo si impara da giovani più che da adulti, quando ormai
tutto si è già creato nella mente dell’uomo. Quindi meditiamo bene per non essere accusati
da Dio di aver fatto fuggire i cattolici anche deboli dalla casa di Dio … certo
meglio dentro i santi e fuori gli immorali ma bisogna insegnare e trasmettere sempre
una parola ferma e anche dura e semmai si applichi da caso a caso e non si
generalizzi, sarebbe un grave errore, ogni caso va a se, il sacerdote prenda e
decida al momento cosa è giusto fare, ma il sacerdote se decide per una
qualsiasi decisione positiva o negativa che sua prenderà su di se la condanna
del Signore, o il Suo plauso ….