venerdì 2 giugno 2023

Sconfiggere le malattie con la Fede!

 

Le malattie da cosa sono causate? 



Secondo la tecnologia moderna si pensa che le malattie, siano causate da problemi di vario tipo, come virus, batteri etc, potrebbe essere vero e anche no. Adesso vi spiego un mistero che l'uomo non conosce. 

Leggiamo prima il passo del vangelo:

"14Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre  15Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. 16Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, 17perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie."

Il termine malattia deriva dalla parola Male, cioè colui che porta il male con se, da ciò si dovrebbe capire che i mali del mondo, sono portati da demoni, infatti si deve sapere i i demoni sono tantissimi un numero veramente grande, ma gli angeli sono miriadi. Cosa voglio dire con questo? 

Esisto demoni di tutti i tipi, con caratteristiche e poteri diversi, essendo che essi furono angeli di Dio, mantennero nel momento della loro caduta tutti i loro poteri, ma non l'aspetto angelico, anche se possono tranquillamente dissimularlo e mostrarsi con esso, per meglio ingannare l'essere umano. Come nell'articolo che parla dei demoni, ho spiegato che esistono demoni i cui nomi indicano proprio quello che fanno, per esempio invidia, gelosia, discordia, tomento, malattia, febbre, etc tutte le parole che noi conosciamo che hanno un senso negativo e portano con se un valore malefico, come un male o una malattia sono in realtà nomi di demoni i quali producono nell'essere che li colpisce il male o la malattia. 

Nel testo del vangelo cosa notiamo?

"Le toccò la mano e la febbre la lasciò"  Gesù che è l'esecutore del potere del Padre Celeste combatte tutto ciò che nega la verità, ma anche tutto ciò che è male, cioè lo spirito di satana, quindi da ciò si comprende che il suo tocco è bastato per allontanare da quella donna l'effetto collaterale di chi ha indotto in lei la febbre, forse non avete capito. Ci sono demoni preposti a cagionare a noi umani e al resto del mondo, il male , tutti i demoni lo fanno ma taluni sono proprio preposti a far ciò, non solo noi umani possiamo esserne colpi, ma anche la natura stessa, infatti in Genesi dopo il peccato originale cosa dice il Signore ad Adamo che anche la natura subì quel peccato e anche la natura sarebbe stata avversa all'uomo. Perchè il peccato origine l'ha condotto nel mondo lo spirito di satana e di tutte le sue legioni di demoni per tanto con il peccato originale è entrato nel mondo il male, e la malattia, prima non esisteva nulla di male, non esisteva la malattia, non esistevano coloro che la portavano e la realizzavano. Qualcuno mi dirà ma i batteri, i virus sono questi la fonte delle malattie, ma io vi dico che questi "creature" definiti da noi patogeni sono in realtà le materializzazioni del male prodotto dai demoni stessi, la tecnologia soprannaturale permette la creazione di creature che agiscono sotto un comando ben preciso governato dalle creature che lo esercitano, quindi i batteri, i virus, i protozoi i miceti etc sono tutte manifestazioni create a danno dell'uomo, talune però sono anche costituite per agire per il bene dell'uomo, però sono poche . Ma quelli che portano con se un male, sono determinati dal male stesso.
Ovviamente questo genere di demoni sono minori rispetto a quelli più coriacei per i quali servono esorcismi e comandi ben precisi, perchè si comprende dall'azione esorcistica che Gesù stesso fa sui posseduti, comandando di lasciare l'essere umano, nel caso delle malattie questo per Gesù non serve, perchè sono entità minori per cui è molto più semplice allontanare gli effetti delle stesse. 

Cosa ci fa capire che tutte le malattie possono essere sconfitte con la fede, Gesù ci da solo un esempio di quello che, chi ha fede può fare, ma bisogna aver vera fede, cioè una fede fatta di certezza, come quella espressa sia dall'Emorroissa che dal Centurione. 

Paolo di Tarso e la spina nella Carne!

Ripubblico il testo che avevo pubblica nel blog Vangelo, visto che Fb mi blocca la possibilità di pubblicazione perchè secondo loro il blog sarebbe a contenuto erotico, beh questa poi, dovrei capire dove è il contenuto erotico, visto che parla solo di Vangelo!!!!  Ma sorvoliamo va. 


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venerdì 2 giugno 2017

PAOLO DI TARSO E LA SPINA NELLA CARNE




LA SPINA NELLA CARNE DI S.PAOLO ERA?




Propongo il testo sottostante al link (qui) per capire bene cos'è  questa spina nel fianco o nella carne definita da Saulo di Tarso. detto poi S. Paolo. Leggiamo bene prima il passo che qui vi propongo. Ovviamente bisogna leggere tutto il capitolo bene, come sempre.

Premetto dopo aver terminato tutto lo scritto ho deciso di inserire una premessa... 

So già che non accetterete questa versione, ma ho seguito punto per punto la parola scritta nel testo,  rimanendo chiaramente fedele alle parole precise e al senso vero e profondo di quanto è rivelato dal testo stesso, per quanto paradossale può sembrare la mia l'interpretazione è molto più sensata di quella proposta da qualsiasi esegeta del passato, compreso S. Agostino e spiegherebbe anche alcune cose, dei suoi scritti. 


Bibbia CEI74: 2Corinzi 12,7-10

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Posso dire dopo aver letto solo il testo soprastante tratto dalla Bibbia di Gerusalemme che so di cosa parla Paolo, ma voglio leggere anche il commento che altri fanno di questo stesso passo, prima di esporre.

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Brani di difficile interpretazione nella Bibbia, I 2 Cor. 12, 7 “Perché non montassi in superbia mi è stata messa una spina nella carne” (tpfs*)

Con questa breve nota vogliamo inaugurare una serie di chiarificazioni che aiutino a comprendere alcuni brani biblici importanti che, ad una prima lettura, possono apparire difficili o addirittura incomprensibili. Essi, invece, grazie alla luce della grande Tradizione della Chiesa ed a quella degli studi recenti degli esegeti, si svelano nella ricchezza del loro sensi. Le brevi note appariranno con il medesimo titolo - “Brani di difficile interpretazione nella Bibbia” - seguito dal numero ordinale della pubblicazione on-line sul sito (I, II, III, ecc.), poi dai versetti e dal tema del brano in questione.
L'Areopago

Paolo parla della spina nella carne. 

E' un brano importante per capire l'apostolato di Paolo e come Paolo realizza la sua vocazione apostolica. E' in polemica con chi non lo considera un vero apostolo. Paolo dice: Mi costringete a dire delle cose che non vorrei dire! Se volete saper tutto ve lo dico! Io ho avuto 14 anni fa un contatto con la trascendenza; sono stato al terzo cielo, quasi faccia a faccia con Dio e lì ho avuto delle esperienze, che non posso poi esprimere con la stessa chiarezza e con la stessa vivezza con cui questa esperienza l'ho vissuta. E' possibile che delle esperienze profonde avute con Dio non si possano poi esprimere! Certe cose non le posso ripetere, però la mia predicazione si basa su questo faccia a faccia con Dio, su queste rivelazioni che ho avuto come dono diretto da Dio. Perché questo essere al terzo cielo non mi desse alla testa, perché non scambiassi questo dono puro di Dio con qualcosa di mio Dio mi ha mandato un contrappeso. Paolo parla di un angelo di satana che lo schiaffeggi, di una spina, di un fascio di spine conficcate nella carne - che mi fanno sentire tutta la mia debolezza.

Che cos'è questa metafora che Paolo usa “la spina nella carne”? Secondo tutti gli esegeti moderni - e fondatamente - non è una tentazione di sessualità, come ha interpretato S. Agostino e come a volte viene interpretato, specialmente sulla linea della Vulgata, che traduceva questa espressione: “una spinosità che punge la carne” (stimulus carnis meae), che fa pensare subito alla sessualità. Nel testo greco non c'è l'idea di stimolo. Ovviamente delle spine conficcate nella carne si fanno sentire, ma questo è un fatto che viene dopo; non è la spina stessa. Se la spina sta tranquillamente dove sta non è uno stimolo, diventa uno stimolo, quando la spina viene conficcata nella carne, quando si fa sentire… 

Cos'è questa spinosità nella carne? 

Da tutto l'insieme risulta che sono le difficoltà che Paolo trova nel suo apostolato. Difficoltà esterne: persecuzioni, fraintendimenti… e difficoltà interne, personali. Quasi certamente collegate con uno stato fisico che impediva l'apostolato che pure Dio gli chiedeva di fare. E quindi probabilmente era o una malattia o una debolezza di tipo fisico. E' quella situazione di conti che non tornano in questo senso: Paolo si sentiva inviato da Dio a portare il Vangelo, era guidato dallo Spirito anche nei suoi piani apostolici, faceva dei progetti apostolici e a un certo punto le circostanze esterne e poi le circostanze sue personali - la sua salute - non gli permettevano di realizzarli. I conti allora non gli tornavano! E allora reagisce secondo il suo carattere, pregando, pregando e pregando. Si rivolge al Signore e gli dice: Toglimi questa spina! Cioè: spianami la strada! Vuoi che faccia l'apostolo? Vuoi che annunci il Vangelo? Dammi la possibilità di annunciare il Vangelo! Non mi mettere questi blocchi sulla strada che tu vuoi che io percorra.

“Pregai e ad un certo punto mi disse” (non è una visione, ma una presa di coscienza che pian piano matura in Paolo); la risposta del Signore non è quella di spianargli la strada. Gli rimangono tutte le sue difficoltà; ma la risposta è questa: Ti basta il mio amore, la mia benevolenza! (più che la mia grazia). Non è: ti basta quella grazia corroborante che io ti do. Questa è un'interpretazione che rischia di quantizzare il rapporto: quella grazia che ti do, ti sarà sufficiente! Per Paolo il problema è più a monte. Gesù ti dice: io ti amo! Basta! Non ti preoccupare di altro! Quando Paolo riesce a capire questo, si è affidato all'assoluto dell'amore: voglio che tu sia apostolo! Ci sono queste difficoltà che ti impediscono di realizzare quei piani che io stesso ti ho fatto venire in mente! Va bene! C'è anche questo qua, come fare? Pensa a me, pensa al mio amore: l'assoluto è nel mio amore! Il mio amore che si manifesta nel mistero della morte e della risurrezione, nel mistero della debolezza e della forza di Dio. Una volta che Paolo riesce a capire questo… Ti basta di essere amato da me! Ti basta questo coinvolgimento nella debolezza e nella forza del mistero pasquale! Siamo insieme! Più debolezze ci sono e meglio è; non perché le debolezze siano simpatiche, ma perché Paolo vede nelle debolezze, malattie, difficoltà, quella partecipazione alla debolezza di Dio della crocifissione. E poi attraverso questo sa che connessa con questa c'è la risurrezione. Paolo ci dice: di fronte a qualunque difficoltà, la risposta che lui ritiene persuasiva nel suo apostolato è questo affidamento totale del suo apostolato a un Cristo, non solo che provvede, ma che ama e la sua provvidenza è frutto di quest'amore che per Paolo è un qualcosa di assoluto. Allora, quando Paolo si sente davvero così amato da Cristo, sa di essere accanto a lui, di essere nello stesso giro di Cristo, di poter completare nella sua carne quello che manca alla passione di Cristo, come dirà poi nella lettera ai Colossesi. Questo è un punto importante per capire la vocazione di Paolo, per capire la nostra vocazione, per capire ogni vocazione cristiana. Nella nostra vocazione Dio ci dice di farci tutto a tutti. Dobbiamo fare anche i nostri progetti; però il vero realizzatore del nostro apostolato, il vero attualizzatore di noi come dono agli altri nell'apostolato è sempre lui; è un segreto del suo amore verso di noi e verso gli altri. Allora Dio ci dice: lasciatemi fare! Fidatevi pienamente del mio amore! Fate tutto quello che potete, ma guardate a me, fidatevi pienamente del mio amore e io farò. Quando Paolo riesce a capire questo - c'ha messo del tempo! Pregai il Signore tre volte! Vuol dire: pregai il Signore a lungo, con intensità crescente, con tutte le mie forze - alla fine acquista luce.

(Dalla relazione “Dalla vocazione alla giustificazione” di P. Ugo Vanni tenuta al settore Sud della Diocesi di Roma il 20 febbraio 2003. Il testo non è stato rivisto dall'autore)


Vediamo di capire bene:

Il discorso soprastante è farraginoso e non dice nulla d'interessante se non parlare con vaghezza senza un punto cardine, ne dipanare realmente il problema, in sostanza non sono approdati a nulla, salvo il fatto di dire che S. Agostino ed altri si sbagliavano, però devo muovere un accusa a questi, in difesa di S. Agostino, dico questo se Agostino lo avete reso santo presumo che avesse una certa comunicazione con Dio, per cui penso che forse questa sua conclusione non fosse tanto campata per aria, e forse non è stata solo meditazione, non solo un ragionamento, ma forse derivata da qualche pensiero non suo. 

Ora però voglio vedere chi aveva ragione se Agostino o i recenti studiosi, oppure nessuno di loro. 


Vi spiego cosa tratta la lettera ai Corinzi:

CEI74: 2Corinzi 12,7-10

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Vediamo di capire alcune cose, prima di dire di cosa si tratta...


1."Perché non montassi in superbia"

2."Mi è stata messa un spina della carne"

3. "un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia".

4."l'allontanasse da me"

5. ""Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza»

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1."Perché non montassi in superbia"

Per capire di cosa si tratta bisogna capire bene cos'è la superbia. 

La superbia è un esagerata stima di se stessi, il sentirsi migliori degli altri saper di esserlo e mettere in difficoltà, gli altri mostrandosi il migliore per poter emergere ed essere apprezzato dagli altri, quindi applaudito ed osannato, manifestando un atteggiamento altezzoso e sprezzante. Ovviamente sappiamo bene che è uno dei sette peccati capitali. 

Evidentemente Paolo capisce che questo è il suo più grande male e comprende che quello che gli è stato dato, serve per ridurre la sua superbia al nulla, ridimensionarlo. Evidentemente si sente sicuramente più degli altri apostoli, oggettivamente parlando lo era, aveva studiato, filosofia, lettere, ecc, per cui conosceva molto bene il pensiero dei più grandi pensatori del tempo, e lui stesso era un pensatore stimato, per cui si sentiva sicuramente superiore agli altri apostoli, quindi capisce che Dio decide di abbassare il suo orgoglio, la sua superbia, il suo super-io, al fine di renderlo al pari degli altri, e come lo fa? 

Proprio agendo su questo peccato di superbia, visto che poteva rischiare di cadere in superbia. Il fatto che dica perché non montassi in superbia, fa capire che egli stesso si riconosce di essere tendenzialmente superbo, autoritario e tendenzialmente arrogante, cioè il primo della classe, quindi si riconosce di mancare di umiltà, questo lo comprendiamo da ciò che Dio gli da, come prova da superare. 

Dio lo fa perchè essendo un Padre premuroso vuole ottenere da questo figlio il meglio, rendendolo più umile possibile e anche più forte nella sofferenza, per cui avendo esso molto, in cultura ed intelligenza, lo vuole rendere meno in altro, e far apparire in se stesso un problema che lo rendeva debole agli occhi degli altri apostoli, in modo che fosse al loro pari.

Come si fa ad insegnare ad un figlio, la modestia e l'umiltà? 
Si toglie al figlio quello che ha, oppure gli si da qualcosa che lo renda invalido in modo da farlo sentire quasi uno storpio, qualcosa che lo deprima nel suo spirito e nella sua carne. 

Ma proprio la specifica della carne che ci fa capire di cosa si tratta!!!

2."Mi è stata messa un spina della carne"

"mi è stata messa"

mettere cioè porre, conficcare, aggiungere, collocare, inserire, immettere cioè dentro di lui.

una spina è intenso come un corpo estraneo, come un qualcosa che sta nella carne, ma non appartiene alla carne e che produce dolore come una spina, cioè una puntura, o come un coltello che taglia la carne, che la lacera, come per esempio un dolore pungente che agisce sulla carne del corpo, che penetra la carne, la spina ha la forma di una punta, come un chiodo, come un ago, qualcosa che pungola continuamente.

la carne, di quale parte del corpo sta parlando, della carne in senso generale, o in senso specifico, potrebbe essere inteso anche come carne, la mente non solo le viscere, i muscoli, o le ossa, questa carne ha un senso generale del termine, intendendo tutto il corpo.

3. "un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia".

questa parte è interessante, ci rivela che la spina nel fianco o nella carne, non è un oggetto reale, ma un qualcosa che lo tortura, continuamente, dice che viene posto, è stato messo, cioè collocato nelle sue membra, cioè nel suo interno, dell'intero suo corpo, non ha una collocazione precisa anche se parla di fianco, sta nella sua stessa persona, questo di cui parla non è un peccato, come credeva S. Agostino, ne quello che gli esegeti successivi pensano, ma un qualcosa di diverso. 


4."l'allontanasse da me"

chiede a Dio di allontanare da Lui questo qualcosa affinché lui possa essere tranquillo, e poter tranquillamente agire secondo la volontà di Dio, almeno secondo il suo pensare. 
ma il verbo "l'allontanasse da me" fa ben capire di cosa sta parlando. 


Quindi di cosa sta realmente parlando Paolo di Tarso?

Dio pone in S. Paolo la presenza di un demonio, che sta nella sua carne, che lo pungola da mattina a sera, che gli fa provare tutti i pensieri che passano nella sua mente, si comprende  che così è, perché dice una cosa,  vediamo il testo:

"Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte."

chi è che lo oltraggia? 
chi è che lo rende infermo?
chi è che lo rende debole nelle sue debolezze personali?
chi è che lo perseguita?
chi è che gli crea angoscia?

Non certo Cristo, ma un demone si!
Dio pone nella sua carne nel suo corpo in demone che lo schiaffeggia ogni volta che sale in superbia, ogni volta che commette peccato, ogni volta che ha delle debolezze che non dovrebbe avere, ogni volta viene oltraggiato, ma questo demone fa di più, è egli stesso che gli procura dolore, alla sua carne, ed è egli stesso che porta allo stremo, che lo getta nell'angoscia,  che lo perseguita, che oltraggia, che lo rende storpio, e che mormora peccati, che gli suggerisce qualsiasi cosa, pur di renderlo debole e schiavo anche delle carne. 
Quindi ecco il discorso il demone mi schiaffeggia quando sono arrogante, cioè quando cado nel peccato, quando sono superbo, ecc. 

C'è un parallelismo, S. Pio da Pietrelcina, quando non faceva la volontà di Cristo, veniva percosso dai demoni, questo serviva per reprimere il suo ego, per umiliarlo, e per fargli espiare la colpa di non aver ascoltato il Signore per paura del clero. 

Quindi la tortura che sta nella carne di Paolo è di tipo spirituale, uno spirito che lo tortura nella carne, nella mente, e cioè significa che poteva cadere in qualsiasi peccato, perché tutti i peccati portano alla superbia. 

Tutti i peccati sono una forma di superbia. 

Quindi non possiamo dire che S. Agostino  non avesse ragione, ne che avesse torto, e non si può dire che neppure i successori quelli che negano quanto esso dice, hanno torto o ragione, hanno ragione e torto tutti, Paolo aveva in se un demonio, questo è quello che aveva, questo è quello che Dio gli manda nella carne, cioè dentro il suo corpo. 

La richiesta assillante di Paolo di essere liberato da questo essere, lo fa capire proprio dal verbo usato, "l'allontanasse" si può leggere anche come lo allontanasse, cioè allontanasse da lui, il demone. 

In pratica S.Paolo era torturato nella sua carne cioè nel suo corpo che influiva anche nelle prostrazione della sua mente, che gli dava angoscia. Sicuramente i fratelli hanno tentanto di liberarlo, senza riuscirci è da qui si capisce la supplica di essere liberato, perché si sa, prima di rivolgersi a Dio si tenta di libere la persona mediante i mezzi che Cristo ti ha dato, se poi non ci riesci, chiedi la grazia a Dio.

Se non l'ottiene significa che è una volontà di Dio su di te che questo deve essere e rimanere per te, affinché per te sia una grazia.  

5. ""Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza»

il demonio lo rendeva debole, instabile malato, ecc, e gli conservava il peccato, lo torturava nei suoi peccati, al fine di ottenere da lui il meglio e Dio gli dice ti basta la mia grazia, perché anche la presenza di un entità demoniaca può essere un grazia, se letto nella giusta dimensione, il demonio lo rendeva debole, per cui Dio gli risponde nella debolezza tu avrai pienamente la mia manifestazione. Pare assurdo invece non è affatto così. 

"Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte."

E S. Paolo risponde che vuole ancora di più e si vanterà di essere perseguitato da uno di questi, perché se è mandato da Dio, per lui è un vanto, perché significa che su di lui vi è la benevolenza di Dio, anche se non capisce del tutto, perché la richiesta di essere liberato, fa capire che non comprende del tutto, il meccanismo.  Non solo, Paolo voleva addirittura di più, per avere su di se la potenza di Cristo. Certo questo è un atteggiamento sbagliato, perché bisogna accontentarsi di quello che Dio ti manda, non pretendere di più, è anche questo un atto di arroganza e questo modo di parlare dimostra che aveva degli eccessi in se. 

Quindi che fosse omosessuale non si sa, e non si può dire, anche se lo fosse stato, certamente il demonio che aveva in se lo avrà sicuramente perseguitato, in modo che esso non lo fosse. 

In pratica Dio voleva che paolo negasse i suoi stessi mali, e comprendesse e ricavasse dai suoi stessi peccati, infermità ecc, la parte migliore di se, ottenendo uno spirito veramente umile che è il fulcro della santità. 

Ci furono dei santi, nel corso della storia che erano presi dal maligno, per esempio la Santa Eustochio. 

Certo che un essere preso nel corpo da uno spirito maligno, chiunque fosse, se uno spirito carnale o uno spirito di altro genere, poco importa, ma bisogna anche capire quanto fosse in se o fuori di se. Qui le questioni sono difficili da dipanare quando c'è la presenza di uno spirito in se, nella propria carne, per quanto tempo rimase o entrava nella massima esaltazione di Dio e quanto non lo era? Non è facile capirlo, ma forse proprio i suoi scritti ce lo possono far capire. E quanto di quel che ha scritto è tutta parola di Dio o di chi era?

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Questa spiegazione ci fa capire alcuni curiosi passi delle lettere di Paolo, si spiegano sotto questa luce nuova, molte cose dei suoi scritti, per esempio come poteva sapere che Giovanni in Apocalisse avrebbe scritto che un giorno un messaggero mandato da Dio avrebbe portato il vangelo eterno e da qui si comprende che forse quella parola definita da Paolo anatema forse era indotta non da Dio ma da qualcun altro. 
Perché è più che certo che Gesù preferisse più di ogni altro Apostolo anche più di Pietro stesso, il giovane Giovanni, per cui certamente il messaggero celeste è verità, ma allora se l'angelo che viene dal Cielo è un angelo di Dio, vuoi che Dio comunichi a Paolo una parola contro se stesso? Ovviamente no, per cui si comprende bene che quella parola sull'anatema non appartiene a Dio, forse è dello stesso pensiero di Paolo traviato da un demone che lo tortura notte e giorno e che lo prostra, più o meno è la stessa cosa che accade a S. Agostino, il quale ebbe un rimprovero di Dio usando un angelo che venne per avvertirlo di fermarsi, perché quanto stava scrivendo non era opera di Dio, ma opera della sua mente, ecco in questo passo di S. Agostino si può ben leggere anche l'errore di S. Paolo, un atto di superbia, poi preso per vero dagli uomini di Chiesa. Per cui non si può dire che un messaggero di Dio cioè che viene dal Cielo che per altro è rappresentativo di una dimensione celestiale, come il Padre Celeste, può essere definito un demonio, considerato un anatema e rifiutato, rinnegato e cacciato come fosse falso. 

Quindi quanto dei testi di 
S. Paolo sono parola di Dio? 
Nessuno lo può dire, oppure si potrebbe stabilirlo, solo che la chiesa non ha questo interesse, per alcune ragioni ed interessi. 

C'è anche da dire un altra cosa, quanto di una persona posseduta un prete prende seriamente in considerazione ciò che afferma?  Poco o nulla, per ovvie ragioni. Quindi!! 

domenica 28 maggio 2023

Un piccolo segreto



Vi racconto una cosa che mai raccontai a nessuno prima d’ora.

Ho una statuetta della Vergine di Fatima ha più di 50anni regalo di mia madre,che ancora oggi tengo così gelosamente e la porto come. Non la scambierei con nessun’altra statuetta nuova, perché non è la statuetta che fa, ma l’affettività che mi lega alla S.Sma Madre l’Immacolata, Lei credette in me e Lei fu Colei che mi volle per se, così come il Figlio Suo aveva desiderio.

Questa statuetta è così consumata per averla tanto tenuta stretta a me, che oramai non si vedono neppure più i lineamenti e certe parti sono addirittura scomparse, causa che la plastica fosforescente si è anche crepata e io sempre prontamente ad aggiustarla, finché non lo feci più. Quando ero bambino invece di tener questa piccola statuina fosforescente alta non più di 12cm sul comodino, la tenevo stretta a me, dormivo con lei e la sentivo come se mi cullasse, mi dava una sensazione di benessere e facevo spesso lo stesso sogno, mi vedevo nella Città Santa la Gerusalemme Celeste assieme a infiniti angeli di cui si perdeva l’occhio, che apparivano come tanti fiori, uno sterminio immenso incalcolabile, tutti ad unisono cantavano un solo canto e in un punto lontanissimo quasi invisibile una luce abbacinante li era il Trono di Dio e tutti a contemplare; dietro a loro una moltitudine di anime tutte sante che facevano lo stesso. La luce che è Dio il suo sguardo era ovunque, non vi era luogo dove Dio non vi fosse, tutto era immerso nel suo amore, nella sua purezza, tutto era terso come acqua pura. Ricordo che giocavo sulle gradinate del tempio di Dio, con gli angelioletti, altre volte ero serio, alle volte mi vedevo seduto intorno come fossi a scuola e al centro il Signore Gesù che parlava a molti. Vi era anche un corso d’acqua che girava attorno, tutti ordintamente andavano a prendersene e ogni tanto quest’acqua scedenva dalla Dimora Celeste per infondere le grazie sul mondo a chi ne avesse bisogno e chi ne faceva richiesta. Quando sono in preghiera dopo un po che prego, si paventa innanzi ai miei occhi sempre questa immagine, la Citta Santa come una fortezza dalle mura immense, sorretta da delle nubi che la circondano poi vedo alcune porte aperte e gli amgeli che si prostrano faccia a terra per me, verso il Signore, al posto mio, fin fuori dalla Città e assieme a me recitano il le preghiere, quando acacde questo un profumo intensissimo riempie la stanza di un mix di profumi, quelli che emergono maggiormente sono l’incendo, il benzoino, la mirra, l’acanto, lo storace, i gigli, le rose, e moltissimi altri, in più un forte gusto di miele pervade la mia bocca, tanto che mi pare di averne magiato tantissimo. Il bello che il profumo è reale e chunque fosse o arrivasse in quel momeneto la casa ne sarebbe piena e tutti anche gli atei, i pagani lo sentono, un profumo così potente da risultare narcotico. Mi accade anche che apparisse una luce d’oro sia avanti che attorno a dietro a me, tanto da illuminare l’ambiemte anche scuro. Non pongo mai nessun limite alla potenza di Dio, lascio Lui esprimersi come pensa sia meglio.

Un giorno in questo sogno vidi la statuina e allo stesso momento vidi Lei la mia dolcissima Madre Celeste di cui io amo di più della mia Madre terrena per quanto sia difficile dir una cosa del genere, ma a mia madre fa piacere ciò e mi ogni tanto mi dice:” chi vuoi più bene tra me e la mamma Celeste” e io gli rispondo “e tu chi vuoi più bene tra me il Gesù?” e lei mi guarda” sei birbante !?” e dice per entrambi noi prima c’è sempre Dio e poi l’uno e l’altro e la mia mammina terrena è felice di ciò, tutto questo grazie a Lei a lei che mi trasmise l'amore per il Signore.


Così la Vergine S.Sma mi disse:

“Tu sarai i miei piedi, tu sarai le mie mani, tu sarai la mia bocca, tu sarai i miei occhi; andrai dove io ti condurrò, farai ciò che io vorrò, palerai di ciò che io ti comanderò e guarderai mediante me il mondo intero, vedrai ciò che io vedo e conoscerai la verità e un giorno mio Figlio ti darà quello che Egli ha già posto su di te.” ciò avvenne quando ero bambino, attorno ai 12anni ed infatti poi tutto è avvenuto così.

Messaggio "La giustizia di Dio"




Sabato 27 maggio 2023 ore 11:00

Mi sono recato in chiesa per confessarmi, dopo aver ricevuto l’assoluzione, durante la preghiere, la Madre S.Sma l’Immacolata Concezione mi parla e dice:

La S.Sma Vergine Maria Immacolata.


"Dio vi farà giustizia ma vi darà anche a voi la vostra pena commisurata al male che voi avete arrecato ad altri. Non potete chiedere giustizia al Signore se avete partecipato a fare il male. Dio essendo giusto giudice soppesa le azioni, parole, opere, buone o cattive di ognuno e in base ai fatti elargirà la pena o la la grazia. Dunque prima di chiedere giustizia al Signore l’Eterno, fatevi un esame di coscienza, scrutate nel vostro segreto se è giusto chiedere, perché una volta fatto non si torna indietro. Il Creatore, il Padre Celeste e il figliolo Suo e Mio l’Emmanuel vi può fare giustizia, ma potreste essere anche voi puniti come chi pensate sia giusto riceva la giustizia di Dio.

Questo è il tempo delle ingiustizie, l’uomo le elargisce a profusione, con esse controlla il mondo intero, tutti saranno sottoposti alle leggi ingiuste che l’uomo crea per sovvertire la legge Divina, posta sugli uomini a sua difesa del mondo. Come può il mondo di oggi essere migliore se i pastori si sono lasciati conquistare dalle cose effimere di questo mondo e dalla tenebra?

La situazione attuale dipende dal pastore che non è più Pastore di Cristo che governa la Chiesa Terrena oramai separata da quella Celeste. Le idee e le azioni, le decisioni del Pastore ricadono su tutto il gregge, è come una malattia si propaga e si diffonde tra le sue pecore, corrompe, sovverte e distrugge ciò che tocca.

Se il pastore in se stesso non è integerrimo, casto, zelante, osservante, fermo nel suo essere unito al Cristo e al Padre Celeste, Esso non sarà da Dio benedetto, ne avrà il potere di Cristo in se, invece di benedire maledirà.

Se chi governa la Chiesa Terrena non si sottomette all’ Altissimo e al Figlio Suo e Mio l’Emmanuel questa Chiesa non apparterrà più al Signore l’Eterno, il Cristos; allora arriverà il momento della separazione e il Popolo e il gregge di Dio dovrà scegliere, ed uscire da lì. Scuotete i vostri calzari prima di uscire, come segno di separazione di disapprovazione, lasciate ad essa tutto, anche il di più, vi basti solo la parola del Mio Signore e Figlio Yeshua, non portatevi dietro nulla di ciò gli appartiene o gli apparteneva.

La Casa di Dio non sta nella pietra, ma in voi tutti, costruite in voi il Regno Santo, fatevi voi Tabernacolo, siate puri negli intenti e zelanti nella legge, perfetti come è il Padre Celeste e il Figlio Suo e Mio, l’Emmanuel."