sabato 9 gennaio 2021

FUMO DI SATANA E' ENTRATO PER LA PORTA PRINCIPALE

 lunedì 13 marzo 2017

IL FUMO DI SATANA E' ENTRATO PER LA PORTA PRINCIPALE


Matteo 16,18-19

18 "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. ".

Di questo pezzo ho già trattato tempo addietro, ma ripercorro rapidamente il concetto, per poi introdurre un altro discorso.

Yeshua il Cristo di Dio dice a Simone detto Pietro, su questa pietra=corpo, cioè se stesso che è roccia e quindi pietra, edificherò la mia chiesa. e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.

qui la parte importante aldilà della collocazione fisica della chiesa che si regge su Cristo, come fondamento assoluto è che Gesù usa due parole curiose in questo discorso, porte e contro. Perchè dico curiose, perchè la frase in se ha un senso particolare,  "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa"

Intanto prima di tutto qui ci sono due negazioni, "non prevarranno" e "contro di essa", perchè porre due negazioni,  non prevarranno già indica la prima negazione, cioè che le porte degli inferi non avranno un accesso verso la Sua Chiesa, ma la seconda negazione potrebbe farne un affermazione positiva, invece il termine contro di essa, ha una connotazione di ulteriore senso di negazione, cioè come dire in modo assoluto, perentorio, esse non agiranno contro la mia Chiesa, cioè nulla potrà intaccare la chiesa da Me fondata.

Poi dice le porte, non parla degli inferi, cioè non parla realmente del regno di satana, ma solo delle porte, quindi dell'ingresso al regno di satana, definito da Gesù come inferi, anche se gli inferi hanno una collocazione un po diversa dall'inferno propriamente detto, comunque questa è un altra cosa, dice che le porte non prevarranno contro di essa(Chiesa). Il fatto che usi il termine contro, non indica quello che pensiamo noi, intende dire che le porte al regno dei morti, non troveranno accesso alla sua Chiesa, cioè esse non potranno mai sovrapporsi alle porte della chiesa sua. 

Se la chiesa è fondata su Cristo, significa ovviamente che contro Cristo le porte degli inferi non potranno mai aver ragione, questo è più che scontato, ma fa capire anche un altra cosa, Gesù non parlava affatto della Chiesa terrena, ma parlava di se stesso, anche se il riferimento a Pietro e ai successori, è in riferimento alla chiesa"terrena" ma in riferimento a Chiesa intesa come corpo di Cristo, non chiesa come istituzione composta da sacerdoti, no, no, quindi il riferimento è diretto non alla chiesa composta da mura e palazzi, o chiese terrene, ma a se stesso, come dire "su di me il maligno non potrà mai aver la meglio" questo è il vero senso della frase. 

Questo ci fa capire anche che la frase detta da Paolo VI il 29 giugno 1972""Attraverso qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nel tempio santo di Dio", indicava che la Chiesa degli uomini, cioè quella che tutti noi conoscono come stato del Vaticano, invece è suscettibile di attacchi da parte dei partigiani di satana, quindi le porte degli inferi potranno anche aver la meglio su di essa, ma non su quella chiesa che fonda le sue membra sul corpo di Cristo il Figlio di Dio, perchè Esso è inattaccabile.  Però questa espressione è anche contraddittoria rispetto all'affermazione di Gesù Dio e Signore Nostro, perchè affermare che "il fumo di satana è entrato nel tempio santo di Dio" indica che questa affermazione contraddice le parole di Cristo stesso: "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa"
per cui, si comprende bene che l'espressione di Gesù non si riferisce alla Chiesa nel senso architettonico del termine, ma alla chiesa spirituale che è il Suo Santo e Sacro Corpo, che nulla ha a che vedere con quella fisica, fatta di pietre, palazzi, ornamenti, lusso e vizi che invece è soggetta all'attacco delle porte degli inferi, e satana è riuscito ad entrare non dalla fessure ma dalle porte fisiche in essa. E' passato mediante i suoi giacobini, falsi preti, che hanno per molti secoli finto di essere servitori di Cristo, corrompendo gradatamente le menti di molti, dentro e fuori la Chiesa, instaurando nella chiesa di Cristo, una chiesa parallela, che marcia a fianco della Chiesa di Cristo, quindi l'agnello e il lupo camminano a assieme e seggono sullo stesso trono.

Questo fa capire, che esistono tangibilmente due chiese, quella spirituale a Cristo devota e quella di satana che proferisce parole d'orgoglio, che per la sua astuzia, forza e aggressività sottrae molte pecore all'ovile di Cristo. Ecco che abbiamo la guerra del clero, la guerra tra prete, la guerra tra apostoli, la guerra tra veggenti, la guerra tra le famiglie, la guerra tra popoli, la guerra tra i singoli, tutto perchè le porte degli inferi sono già passate oltre, perchè coloro che appartenevano alla primitiva chiesa hanno iniziato a divenire deboli, e la debolezza porta con se, tanti orrori travestiti da cose buone e ispirate al mondo della scienza.

Quando nella chiesa si presentarono i vizi, fu quello il tempo della prima corruzione, che poi portò avanti nei secoli la sua distruzione e il fumo penetrò in essa ben prima che Paolo VI se ne rendesse conto e esternasse il suo pensiero che ha creato polemiche proprio tra coloro che in qualche modo si sentirono colpiti. Il fumo di satana è la cortina di menzogne che esso inventa per distrarre e alterare la percezione reale della realtà e della dimensione divina, acceca l'uomo affinché esso non veda più la Santa Verità.


COME CRISTO DA LA SUA PACE!!

 lunedì 3 aprile 2017

COME CRISTO DA LA SUA PACE!!



Prima di arrivare al dunque, è il caso descrivere chiaramente tutto il capitolo, così si comprende meglio la questione. 

Giovanni 14

1 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto.
Io vado a prepararvi un posto; 3 quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.”


Ecco questo discorso ci fa capire che Gesù sarebbe tornato nel momento in cui gli Apostoli erano pronti per andarsene da questo mondo, sicuramente Gesù torna a prendere i suoi nel mondo giusto.


 4 E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».

5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me. 7 Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. “


Non interpreto, questa parte perché l'ho già scritta in questo blog, sarebbe una ripetizione.


12 In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.”

Perchè afferma “Perché io vado al Padre”?
Se Gesù non fosse andato al Padre, nessuno di noi avrebbe potuto far le sue stesse opere e di più grandi, mentre come afferma Cristo essendo che è andato al Padre, tutti coloro che gli credono, lo amano e mettono in atto quanto da Lui stesso promosso e proclamato, costoro potranno fare le sue e altre opere più grandi.


13 Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.”
Gesù promette che chiunque chieda con fede, a Lui stesso, Egli concerà la grazia che chiediamo, ma solo per il fatto che il Padre Celeste sia Glorificato, in Lui.


15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.”

Che sono gli stessi di quelli del Padre celeste.


16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, “


Quando afferma che Egli prega il Padre, in realtà con il termine pregare, s'intende supplicare, cioè Gesù chiede grazie, il termine non è inteso con il senso come noi lo intendiamo, ma come una supplica, in pratica Gesù supplica il Padre che gli conceda delle grazie. Nello specifico Gesù afferma che manderà se lo chiediamo un altro consolatore.
Cosa intende dire per un altro?
Esiste un solo consolatore che è lo Spirito Santo, per cui con il termine un altro, non intende dire un soggetto diverso o un secondo Spirito Santo, ma intende che lo invierà un altra volta.


17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. “
Dice che lo Spirito Santo cioè lo Spirito di Verità che è lo Stesso Spirito Consolatore, il mondo non lo può ricevere, perché chi non sta con lui, non lo vede, e non lo conosce, cioè non sa nulla dello Spirito Santo, cioè non sa chi e cosa è, per cui non sa neppure spiegar nulla di quello che è lo Spirito Santo, di conseguenza solo chi ha lo Spirito Santo conosce lo Spirito Santo, e i suoi segreti i suoi misteri e capisce le parole che Cristo ha rivelato, quindi il mondo che non ama Cristo, e non lo desidera e non fa esattamente la sua volontà cioè aplica quanto Yeshua il Cristo di Dio, ha comandato, non ha lo Spirito Santo in se.


Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.”
Dimora significa stare dentro, abitare, nell'anima di quella persona, cioè essere dello Spirito Santo, appartenergli.


18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.”
Gesù rassicura gli Apostoli che dopo la sua morte e resurrezione Egli tornerà a loro.


19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.”
Qui ha predetto al sua fine, e ha anche detto che solo chi è di Lui lo potrà vedere, ma chi non gli appartiene non lo vedrà. Chi è di Cristo vive in Cristo ed Egli vive in lui/loro.


20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.”
Nello stesso giorno in cui Gesù è morto e poi risorto, gli apostoli seppero che Gesù era tornato al Padre, ma allo stesso tempo che tutti loro erano in Cristo da Cristo confermati.
Quindi la morte e la resurrezione ha confermano quanti Credo sinceramente ed onestamente in Cristo


21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».”
Gesù decide e comanda che quanti lo amano e osservano i suoi e del padre Suo comandamenti, Gesù stesso si manifesterà a costui.






22 Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». 23 Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.”

Gesù ancora specifica, dicendo che chi ama il Figlio in realtà ama anche il Padre, e questo fatto fa si che sia il Padre che il Figlio prendano possesso di quest'anima, e abiteranno in lui.




24 Chi non mi ama non osserva le mie parole;(specifica) la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.”
Gesù specifica che tutto quello che Lui ha affermato e fatto, non appartiene a Lui stesso ma viene dal Padre Celeste, per sua volontà, per cui chi non ama Cristo non ama neppure il Padre Suo, quindi si pone fuori sia da Cristo che dal Padre che è in Cristo.

25 Queste cose vi ho detto, quando ero ancora tra voi.” questo ero è un po strano, forse l'interpretazione del testo originale non è giusta. Oppure la frase non appartiene a questo capitolo, perché se la leggiamo bene sembra che Gesù stia parlando nel momento in cui Egli è tornato agli apostoli dopo la resurrezione.
Perché dire “queste cose che vi ho detto”, in questo momento, cioè che vi annunciato, ha un senso presente, mentre affermare quando ero ancora tra voi, è già passato come se in quel momento che affermò questo discorso era già trapassato, cosa impossibile nel discorso rappresentato dal capitolo, a meno che questo discorso non l'ha fatto quando era già risorto e ritornato agli apostoli. In sostanza dice : ve le ho dette quando ero tra voi, in rifermento ad un evento del passato e questo fa capire che il Gesù che parla in questa frase, non è il Gesù prima della morte, ma bensì dopo. La frase successiva a questa è inceve espressa nel tempo presente di quel momento, completamente avulsa da questa.


26 Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.”


Qui Gesù dice che dopo che Egli se ne sarà andato, il Padre manderà agli Apostoli lo Spirito Santo, per istruirli e ricordare loro tutto quello che Lui gli aveva detto.


27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. “
Come la da il mondo” ?

Intanto prima di tutto, vediamo di scoprire cosa si cela nella farse stessa, dice come la dà, il termine dare sta ad indicare un gesto, io do qualcosa, quindi se tutti danno qualcosa, significa che si scambiano un segno tra di loro, e il mezzo per scambiarsi un segno è l'uso della mano. Quindi il verbo  indica proprio la mano.
Noi umani stringiamo le mani per indicare un segno che noi usiamo per dare la Pace, quindi Gesù preannuncia quel futuro nel quale l'uomo si sarebbe scambiato un segno distintivo di pace, usando le mano. Il Parlare di Gesù fa capire che Egli è contrario al stringersi la mano, perché questo non è il segno vero della sua Pace e lo dice chiaramente, che Egli è contrario a questo segno di Pace umano, che è una falsa Pace. Il fatto che dica io la do a voi, sta ad intendere che Lui cristo da all'uomo o meglio dire ai suoi, la sua Pace in una modalità diversa, non usando la mano. Questo ci fa capire che l'uso durante la funzione religiosa del darsi la mano non è contemplato da Cristo.
Come Gesù porta la sua pace? Non con la mano, ma con la parola cioè affermandolo, nel cap. Gv. 20,20-21 vi è un chiaro riferimento a questo discorso,  Pace a voi!” E poi ripete di nuovo Pace a voi, Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”.


Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.”
28 Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.”
Se mi amaste, significa che in quel momenti gli apostoli erano titubanti e non volevano staccarsi dall'idea di dover perdere il loro mentore e maestro, dimostrando egoismo. Perché il fatto di dire se mi amaste, significa che non volevano lasciarlo andare, e quindi significa che non lo amavano veramente.


29 Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.”


Lo preannuncia perché questi discorsi siano poi ripetuti a testimonianza.


30 Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, 31 ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».”
Questo discorso è interessante, dice che dopo la sua fine, Gesù quando si mostrerà a loro, cioè tornerà per loro, Egli non parlerà con chi lo ama, molto a lungo, questo fa capire che le manifestazioni di Cristo sia agli apostoli che ad eventuali profeti o santi, nel futuro sarebbero state brevi” non a lungo” cioè non per molto tempo, giustificandosi dicendo che il suo tornare sarebbe comunque sia stato condizionato dalla presenza del Principe del mondo, cioè Satana, anche se questo non ha potere alcuno su di Lui, cioè su Cristo. Ma il fatto che dica specificando su di Me, intende dire che sugli uomini Satana ha potere, di controllo, come lo aveva anche sugli apostoli. Il termine viene sta ad indicare un ritorno ad essere possessore del mondo, questo significa che nel frangete che Gesù era vivo sulla terra come uomo, l'azione del Maligno era di molto diminuita. Quindi dice che il maligno è sempre lui il possessore di questo pianeta, anche se Cristo lo ha vinto.

Questa parte in sostanza è un avvertimento per gli apostoli, e vuole far capir loro che dopo che cristo è ritornato al Padre essi dovranno vedersela con il maligno, quindi anche loro poi potranno essere da questo dominati, ciò fa capire che in qualsiasi tempo gli uomini di chiesa, sarebbero stato dominati dal maligno stesso, se ovviamente non fossero stati santi.

GESÙ COMANDA DI PERDONARE I PECCATI

 lunedì 3 aprile 2017

GESÙ COMANDA DI PERDONARE I PECCATI




Leggevo un commento sul profilo dell'amico Gianni Toffali e mi sono imbattuto in un commento, ho così voluto prendere in mano il passo e vedere se quanto sostenuto interlocutore  Giuseppe Petronelli corrisponde realmente a quello che crede:





Giuseppe Petronelli:"(Gv 20,19-31) La sera di Pasqua, il Signore risorto affida alla sua comunità un mandato: ‘Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati, a coloro a cui non perdonerete, resteranno non perdonati’.


Queste parole del Vangelo di Giovanni, tante volte ascoltate, suonano nel nostro immaginario come un potere: è il potere di perdonare o di non perdonare in nome di Dio, e questo potere è affidato alla Chiesa. Spetta dunque a lei definire quali peccati sono remissibili e quali no; spetta a lei definire i modi e le condizioni che rendono possibile o impossibile il perdono. Il Vangelo di Matteo riserva questo compito a Pietro in persona – ‘tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nel cielo, tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nel cielo’ – e la Chiesa latina da antica tradizione ha tradotto tutto ciò nel ‘potere delle chiavi’, cioè nel privilegio assegnato a Pietro – e di riflesso al Papa – di dire una parola definitoria per quel che riguarda il perdono dei peccati. E questo a prescindere da che tipo di papa ci sia. Occhio! "



Gv: 20,19-26

19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».


Gv 14,26 "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel Mio Nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto."

E' strano che Gesù torni per aggiungere qualcosa in più rispetto a quanto ha dichiarato prima di andarsene, perchè la frase del cap, Gv. 14,26 dice proprio questo, lo Spirito Santo sarà dato agli apostoli dopo che Cristo se ne va, inviato dal Padre Celeste al fine che gli Apostoli non dimentichino nulla di quello che il Figlio del Padre ha detto loro finché Egli era tra loro, cioè come uomo tra gli uomini.

Sappiamo benissimo che gli Apostoli ricevettero lo Spirito Santo sotto forma di fiamme mentre Maria e gli stessi apostoli erano assieme nel cenacolo, quindi quante volte hanno ricevuto lo Spirito Santo, visto che Gesù dice chiaramente che Lui lo avrebbe mandato loro, dopo che Egli se ne era andato, perchè se non andava al Padre non poteva inviare loro lo Spirito Consolatore., quindi la discesa dello Spirito Santo sopra la Madre sua e gli apostoli avviene dopo la resurrezione di Gesù.

Nel vangelo di Luca 24, 49 dice questo: 


" E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto". "ha promesso"intende dire lo Spirito consolatore cioè lo Spirito Santo, quindi gli apostoli hanno ricevuto una sola volta lo Spirito Santo non due o tre, questo ci fa capire che c'è qualcosa che non torna. 

Praticamente solo nel testo dell'apostolo Giovanni si trova questa frase:

Gv: 20,22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».


Questa affermazione contraddice quella precedente, dove Luca afferma che Gesù stesso disse agli apostoli di attendere che il Padre mandasse loro lo Spirito Santo, visto che Gesù afferma che il Padre è più grande di Lui, e quindi non vuole Gesù superare il Padre, perchè questo atto di alitare è un qualcosa in più, che effettivamente non avevano bisogno, visto che il Padre Celeste lo aveva praticamente già fatto, anzi Gesù attendeva che il padre lo facesse, quindi sicuramente non si sogna nemmeno di anticiparlo. 

Ma stiamo lo stesso al testo del vangelo di Giovanni. 
Vediamo cosa dice: 

"23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi"


Certamente Gesù ha sempre dichiarato di perdonare i peccatori, ma solo se questi chiedono perdono realmente, Gesù però non ha mai fatto una classifica di un peccato o dei peccati, anche se ha sempre testimoniato lui stesso il decalogo sacro, cioè la sua classifica era quella dettata in origine dal Padre a Mosè, ma non nei singoli peccati. Gesù non ha mai espresso un sotto gruppo di peccati, dando a questi valori più o meno peccaminosi. 

Ora sulla base di quanto l'interlocutore di G.Toffali, ha scritto, e qui riporto, la chiesa avrebbe il diritto secondo lui e secondo la chiesa stessa di decidere per conto proprio il grado peccaminoso di un peccato, anche se Cristo questo non lo ha mani fatto. 

"Spetta dunque a lei (chiesa) di definire quali peccati sono remissibili e quali no; spetta a lei definire i modi e le condizioni che rendono possibile o impossibile il perdono."  

Il nostro interlocutore prende le difese della chiesa, con sicurezza afferma che essa per il solo fatto che Cristo gli avrebbe detto, che può decidere o non decidere di rimettere i peccati, secondo il suo intendere; ma Cristo non ha mai espresso nei vangeli un pensiero di questo tipo, dovremo dire che invece è l'arroganza umana che fa dire agli uomini di chiesa che essa può decidere sopra Cristo in merito ad una ipotetica scaletta di peccati, e concedere o meno il perdono, perchè stando a tutto il testo dei vangeli, Cristo ha sempre assolto chiunque avesse a lui chiesto perdono sinceramente, pentendosi realmente, non ha mai cacciato nessuno che pentendosi si sia rivolto a Lui, questo fa capire che questa idea di definire la gravità dei singoli peccati è stata un idea totalmente errata della chiesa, che in qualche modo ha voluto superare il suo fondatore e Maestro supremo il Cristo di Dio, cercando in qualche modo di eguagliarlo, cosa che esprime una notevole arroganza. Il clero non può in nessun modo sostituirsi a Cristo, ne decidere per Lui, semmai l'uomo di chiesa deve solo attuare la parola di Cristo, il problema è che l'uomo di chiesa ha voluto in qualche modo, trovare un compromesso per classificare i peccati in modo da darne una gravità, più o meno accentuata, come se il peccato fosse possibile darne un metro di valutazione, oltre quello già posto dal Padre Celeste. 

Come se lo stesso Dio non sapesse dare un valore ad ogni peccato.

Perchè la chiesa ha fatto ciò? Per motivo molto semplice i primi peccatori ahimè erano proprio loro, per cui loro  hanno cercato una via per scusare se stessi innanzi al mondo trovando e cercando limiti al peccato stesso, volendo in qualche modo, diminuire la gravita degli stessi, quando in realtà un peccato nel senso di se stesso ha sempre la medesima gravità, cosa intendo dire? Il Padre Celeste ha già posto le basi della gravità di un peccato; le aggiunte o le diminuzioni non si posso fare, lo fa capire molto bene Gesù quando parla in riferimento a Mosè, dicendo che costui modificò per gli israeliti la legge che Dio aveva concesso loro, ma questo era un fatto arbitrario, non contemplato da Dio stesso, il fatto che Gesù lo dica fa capire che egli era li per rimettere le cose al loro posto come il Padre aveva creato in origine. Quindi tutto deve tornare all'origine.

La chiesa ha stabilito che per ogni peccato ci sia un metro che va da un minimo ad un massimo, ma questo è un grave errore, perchè se Dio non ha definito nel singolo peccato delle sottoclassi significa che i peccati singolarmente hanno tutti lo stesso valore di peccato, uguale tra di loro nel peccato, esempio il sesto comandamento che per altro in origine non era intenso come atti impuri, ma non commettere adulterio, ben diverso dagli atti impuri, questo fa capire molto bene, che Dio non considerava tutti gli atti impuri. Questo voler aumentare la gravità degli atti impuri a tutto quello che era possibile e concepibile significa che gli uomini di chiesa avevano valutato con arroganza che anche gli atti minori impuri dovevano essere inclusi in questo intendere, facendo questo costoro hanno superato la volontà di Dio e si sono messi al suo posto, proprio lo stesso peccato fatto da Satana. Se Dio non ha contemplato questo genere di peccati, ci sarà stata una buona ragione per farlo, e infatti Gesù ribadisce la stessa cosa, quando parla dell'adulterio e del divorzio, non parla mai di atti impuri come li intendiamo noi, forse c'è una ragione.

Se Dio dice che quel peccato è solo intenso in quel senso di non commettere adulterio, significa che Egli sa cosa fa, evidentemente conosce molto bene la natura umana, e ha deciso di porre quel peccato in quel modo, dato che gli esegeti si sono sempre arrogati il diritto di sapere più di Dio, ecco che hanno prodotto per ogni singolo peccato, delle gradazioni, questo è fatto per non sentirsi peccatori, in modo serio e grave, con tutti i tipi di peccato, cioè dal minimo al massimo,  per esempio appunto per quello del sesto comandamento, peccato per altro maggiormente commesso da tutto il genere umano, forse eguagliato dalle bestemmie. Anche in questo la chiesa si è data un metro, veniali, meno gravi, più gravi, mortali, ecc, quando invece per Dio, le bestemmie tutte hanno lo stesso valore , l'unica bestemmia che non viene e non verrà mai perdonata è quella contro lo Spirito Santo, il resto dei 10 comandamenti sono perdonabili, se si chiede perdono. 

Decalogo Sacro:

1 Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile.  Non avere altri dèi di fronte a me.
2 Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.  Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano,  ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.
4 Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha comandato.  Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro,  ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato.
5 Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà.
6 Non uccidere.
7 Non commettere adulterio.
8 Non rubare.
9 Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
10 Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

La chiesa per ognuno di questi, si è inventa una gradualità al solo scopo di rendere i peccati meno gravi, non agli occhi di Dio, ma quelli degli uomini, in modo che fossero concettualmente più affrontabili e abbordabili, altrimenti l'uomo di chiesa si sarebbe sentito troppo schiacciato sotto un macigno di questo tipo, e chi avrebbe mai potuto accettare una legge così stretta? Nessuno! Questa è la verità!

Gesù non avrebbe mai potuto dar una gradualità ad un solo peccato, non l'avrebbe mai fatto, e non ha mai detto a nessuno nella chiesa di farlo, per cui questo modo di pensare è solo umano, di una chiesa che si assunta un diritto che nessuno gli ha concesso, tanto meno Cristo, ma dato che il mondo era ed è ancora di proprietà di satana e sotto il suo dominio, ecco che satana è riuscito a modellare la parola di Dio, come egli ha voluto tentando di smorzarla per renderla meno efficace e ovviamente dato che anche nella chiesa degli uomini esistevano i peccatori essa si è sentita in dovere di tutelare se stessa, dalla legge di Dio, per cui la gradualità era necessaria. Invece secondo l'intendimento di Dio Padre prima e poi Gesù dopo, ogni peccato era intenso nella sua massima gravita non esisteva un peccato in se stesso meno grave eccetto quello contro lo Spirito Santo.  

Nel peccato dell'adulterio che è riferito ai peccato di tipo sessuale, si dice che Dio ha in abominio certi peccati contro natura, ma ha in abominio anche i peccati contro la famiglia così ha in abominio i peccati contro il matrimonio e come dice i peccati di adulterio, anche questi sono in abominio a Dio, anche se secondo il nostro pensare forse potrebbero essere meno gravi di quelli contro natura, è tutto da dimostrare, secondo il pensiero di Dio tutti i peccati proprio perchè peccati, sono in abominio a Dio, cioè contrari alla sua volontà e legge, cioè tutto quello che non è gradito all'occhio di Dio, è contro Dio, questo è in realtà il metro di misura, non ci sono sfumature come la chiesa ha preteso e voluto far credere, lo fa capire Gesù quando parla del freddo e del caldo, il tiepido lo vomita, è un paragone per far capire a noi di non mettere valori intermedi nei peccati, o il peccato c'è o il peccato non c'è questo il metro di misura di Cristo, non esiste un peccato minore tra i peccati nella propria categoria se volgiamo dir così, tutti sono eguali, tutti pensati allo stesso modo, Gesù non contempla il grigio, ne il tiepido, ne un "arcobaleno" O sei bianco o sei nero, o sei di destra o sinistra, o sei caldo o sei freddo. 

Quindi non spetta affatto alla chiesa di dire quali sono i peccati remissibili o no, ma solo e solamente a Dio e nel decalogo Sacro, Dio ci dice anche come, e ci da un metro preciso, leggiamo: 

"Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano,  ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti." 

Questo modo di parlare da parte di Dio ci fa capire molto di più di quanto non immaginiamo e ci dice esattamente come noi e la chiesa si deve comportare nei confronti dei peccatori, senza distinzione. 

Cosa afferma questo pensiero?
Che se Dio usa misericordia per mille generazioni, significa che noi dobbiamo far la medesima cosa, se lui che è Dio lo fa, noi che siamo solo suoi servi dobbiamo far altrettanto, e questo significa che a nessuno che va alla chiesa o agli apostoli o ai sacerdoti per cercare di ottenere la remissione dei peccati, debba venirne fuori senza averla ottenuta, se ovviamente la persona va li per pentirsi, perchè se non è così, significa che essa non crede in Cristo, per cui Gesù non pone un limite alla remissione dei peccati se non perchè non c'è vera fede, per cui non dice tu hai commesso un peccato veniale e tu uno mortale, dice solo che tutti i peccati sono peccati punto e basta, la classifica di questi non esiste in Dio, è un metro imposto dagli uomini di chiesa. Quello che a Dio interessa è che i suoi sacerdoti assolvano se c'è pentimento vero e che nessuno venga respinto, usando come metro proprio la sua misericordia, se coloro che si accingono a chiederla lo amano, ecco il metro è l'amore che l'essere umano deve dimostrare verso Dio, questo è il vero e Santo metro richiesto da Dio e quindi da Cristo, altro non c'è. 



Tutti si dovrebbero porre una domanda, Satana che è l'artefice del peccato, ha in se misure dello stesso ? No! perchè egli è il peccato e questo non ha misura in se, per cui tutti i peccati sono fini a se stessi, sono peccati e non possono essere misurati, non esiste un demonio meno cattivo o più buono, esistono demoni tutti cattivi, per cui anche i peccati da questi generati sono tutti esponenzialmente eguali, quindi la scaletta che il clero ha costituito è una forzatura , ma non lo è quello che Dio ha posto nel decalogo sacro. Quindi quando l'uomo supera Dio fa peccato, anche nello stabilire la gradualità degli stessi peccati.

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Altri riferimenti, in merito agli stessi discorsi: 

Gv: 21,25

Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

1Gv: 5,11-13

11 E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. 12 Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. 
13 Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.

Marco: 16,15-18

15 Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Luca 24,33-50

36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37 Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38 Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.


44 Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: 46 «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni. 49 E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». 50 Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 


Is 42:3; 
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;



1Pietro: 1,8-9
8 voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9 mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.