domenica 10 gennaio 2021

La vigna del Signore

 martedì 14 ottobre 2014

pubblicato il 28 settembre 2014

Un danaro che vale l’eternità!




Mt 20, Parabola degli operai mandati nella vigna
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. 5Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? 7Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. 11Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo:12Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?14Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. 15Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? 16Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».


Leggendo la parabola dobbiamo far attenzione ad alcune cose….

All’alba il Signore esce dalla sua dimora e trova dei lavoratori, gli promette a questi un danaro per la giornata. Alle 9 fa lo stesso solo che non dice un danaro, dice” vi darò quello che è giusto”. Poi a mezzo giorno, alle tre e alle cinque chiede anche a questi di andare nella vigna, con la medesima modalità.

Poi il Signore disse al fattore, di pagare gli operai incominciando dagli ultimi fino a primi… qui da a tutti la medesima moneta…. I primi brontolano e dico che non è giusto avere così poco dopo aver lavorato più degli altri…. Il Signore dice, ma tu ha convenuto con me per un danaro per la giornata, di cosa ti lagni.

“Non posso fare delle mie cose quello che voglio?” questa frase è già stata usata da Gesù in altre occasioni specialmente nei confronti di Pietro, come atto di rimprovero, lo vediamo lungo il lago di Tiberiade, quando Gesù rimprovera Pietro nei confronti di Giovanni, dato che Pietro si riteneva più importante degli altri apostoli, ma Gesù gli fa capire ben altro, che deve stare al suo posto e far quanto gli richiesto, che delle cose di Gesù, lui non deve mettere bocca.

“Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? 16Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».”

A noi esseri umani parrebbe una cosa assurda quasi illogica pagare un lavoratore come un altro che ha fatto meno ore, ma in realtà la logica c’è, eccome.

Ma perché il Signore usa questo metro? a noi può sembra strano, nel senso che chiunque secondo la logica umana dovrebbe  dare il giusto, secondo quando una persona rende… No, il Signore non pensa come noi… eppure nel suo regno, di angeli ce ne sono di tutte le grandezze, ci sono quelli che sono i generali e gli ultimi, come dire che ognuno ha il suo da fare, ma anche che ognuno occupa sedi diverse ,con poteri diversi a seconda dei meriti…

Ecco il dunque sono i meriti, che contano non la quantità di lavoro svolta.

“Un danaro  -  vi darò quello che è giusto”

Qui però il Signore fa capire che questo danaro, che vale per tutti lo stesso, in realtà vale in modo diverso, non sta nelle ore, o nel tempo il su valore, ma nel lavoro in come esso è svolto, cioè più precisamente in quanto pesa del singolo danaro,  se il mio danaro è di bronzo è sempre un danaro e può valere tanto quanto quello d’oro che essendo un danaro ha lo stesso valore, ma cosa cambia nei due? la dimensione quello d’oro può essere più sottile e quello bronzo più grosso, ma essi valgono allo stesso modo.. cambia però la sostanza e il peso…
Un esempio, per far meglio capire, nella nostra società millenaria, abbiamo avuto tanti santi, ci sono quelli che hanno raggiunto la santità in tutta la loro vita e ci sono quelli che la santità l’hanno trovata in poche ore, è la medesima parabola che Gesù usa per i lavoratori della vigna.
Cosa ci fa capire che può essere che colui che raggiunge prima la santità sia più grande di quello che la raggiunge in una vita. Perché esso ha compreso prima degli altri come si doveva lavorare per raggiungere in poco tempo lo stesso risultato di quelli che impiegavano una vita. Ecco il senso della parabola il signore prende tante persone nell’arco della vita umana, chi li prende all’alba della vita e chi li prende al tramonto, ma tutti li porta sulla stessa via, e a tutti quanti darà la medesima moneta, col medesimo peso, poi quello che vale è la capacità dei singoli a darsi al Signore come meglio possono, , ed è il singolo che deve comprendere il messaggio e migliorarsi per raggiungere la fine della giornata ed acquistare quella moneta. C’è chi lo farà in meno tempo e c’è chi lo farà in un tempo più lungo. Infatti alcuni santi, sono vissuti pochissimo, pochi anni, ma hanno ottenuto la medesima ricompensa di uno che avendo lottato per un intera vita la raggiunge in più tempo.
Quindi non sta nella quantità ma nella qualità della moneta. Come dire l’uomo ti può coprire d’oro, ma Dio di da una moneta che nessun uomo ti può dare. La paga del Signore non fa differenze. Se tu acquisti 100 meriti avrai una moneta che vale 100 meriti, se ne acquisti 100000 ne avrai una moneta che vale 100000 ma sempre una solo moneta è. 


Ho dimenticato una parte, perchè Gesù usa proprio la piante dell'uva come simbolo della sua visione e descrizione del suo popolo?

Le motivazioni sono diverse, primo perchè la pianta dell'uva si estrae il vino, e sappiamo bene che esso rappresenta il suo sangue, quindi ha un riferimento forte a se stesso. 
Poi perchè questa pianta non diverrà mai un albero, rimane un piante sostanzialmente strisciante e ricadente e quindi ha come simbolo la prostrazione cioè l'umiltà, che però per produrre frutto e un ottimo vino deve essere coltivata bene, quindi dobbiamo capire anche il senso di come si coltiva questa pianta.... un vignaiolo per arrivare ad ottenere un buon vino, deve prima di tutto saper scegliere il terreno adatto, prepararlo, eliminare le erbacce, dissodarlo, ararlo e fresarlo, alla fine deve compere le piante giuste, le quali saranno messe a dimora, annaffiate quotidianamente concimati e trattate con rame per combattere le malattie funginee, deve essere potata, e dopo qualche anno che le piantine si sono sviluppate bene, inizieranno a dar frutto, ma bisogna scegliere anche una giusta posizione ben soleggiata, perché senza il sole non si fa nulla.... 
ma tutta questa descrizione che ho fatto a cosa serve effettivamente a darci una descrizione di come deve essere la vigna del Signore, cioè Gesù molto intelligentemente ci fa capire come doveva esser la sua vigna, il sole e l'acqua, la terra sono gli elementi fondamentali per uno sviluppo spirituale della giovane vite, poi si aggiunge il concime e l'antibatterico altri elementi più di natura umana che servono come compendio alla migliore crescita della pianta.... ci fa anche capire che chi deve gestire questa vigna deve saper riconoscere le migliori piante per essere poi piantata nella vigna, quelle che dovranno dar il miglior vino, non tutte le piante a caso, devono essere prese, ma solo quelle con il massimo rendimento, Non solo ma coloro che accudiranno alla vigna dovranno saper non solo scegliere le piante migliori ma anche saper sapientemente potarle quando sarà il momento, affinché esse possa aver maggior spinta per crescere più forti e rigogliose e produrre molto frutto.... Questa spiegazione è l'esempio che Gesù ci da per farci capire come doveva essere la vigna che Dio aveva e voleva per la sua chiesa, una vigna fatta da operari che si accontentavano che erano umili e pazienti, che sapevano gestire i giovani germogli affinché divenissero maturi e santi, perciò il vino pigiato da essi diveniva il sangue di Cristo, perchè la vigna del Signore deve produrre sacerdoti santi....che sono il sangue di Cristo! 

Anche l'esempio delle zizzania in mezzo al campo di grano, ha un senso simile, non si toglie quando il campo è ancora verde, ma solo quando esso è secco cioè vecchio, la zizzania non deve essere rimossa quando il giovane stelo è verde, cioè quando il sacerdote è giovane, ma bensì quando sarà alla fine della sua vita, allora il proprietario del campo deciderà cos farne di quella gramigna, essa verrà tolta prima della racconta del grano... Il senso è che c'è una vita intera per ricredersi, per cui Dio da la possibilità a tutti di cambiare, fino alla fine della propria vita mortale, riferisce proprio prima, perchè dice che la gramigna quando è verde non si distingue facilmente dal grano, per cui si raccoglierà prima della racconta del grano secco, ciò prima che sopraggiunga  la morte per il grano...Così alla fine delle vita il Signore vedrà quanta gramigna sarà diventata grano e quanto grano potrà essere divento gramigna...coesi una volta tolta la gramigna , il grano potrà divenire pane..... 

Ecco perchè il Signore ha preso come esempio non causale la vite e il grano, cioè del vino=sangue e del pane=corpo, per far capire che nella chiesa ci sarebbero state due anime, quelle che stavano presso la vigna e quelle che stavano presso il campo di grano, una doveva rappresentare il sacrificio, cioè la vigna e l'altra le opere cioè il grano, messe assieme, fuse assieme si ottiene la resurrezione=vita eterna, cioè l'eucarestia, cioè  Gesù il Cristo figlio di Dio.

Quindi il sacerdote doveva essere in grado di custodire sia la vigna che il campo di grano, di essere un bravo contadino, e un bravo amministratore di anime, affinché questa vigna e questo campo produce molto frutto. 

Il cuore umano è la fonte del male!

 martedì 14 ottobre 2014

Il cuore umano è la fonte del male!

Il cuore umano è la fonte del male!

Matteo 15:10-20
10 Poi riunita la folla disse: «Ascoltate e intendete! 11 Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!».
12 Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: «Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?». 13 Ed egli rispose: «Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. 14 Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». 15 Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». 16 Ed egli rispose: «Anche voi siete ancora senza intelletto? 17 Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? 18 Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. 19 Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. 20 Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo».


La parola di Gesù è molto chiara nel suo intendimento …
Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!». Non è ciò che si mangia che rende impuro un essere umano e ciò indica che non ci sono cibi impuri, che possono rendere impura l’anima. Ma esistono pensiero impuri che escono dalla bocca e che rendono impura l’anima. Lo sottolinea nella frase: «Anche voi siete ancora senza intelletto?  18 Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. 19 Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. 20 Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo». Gli apostoli non comprendo la parola oscura di Gesù che cela un proposito difficile per loro da capire.  Anche noi pensiamo che dal cuore esca l’amore, ed invece Gesù dice che non è così … Il cuore umano è la causa di molto mali, infatti non è dal cuore che esce l’amore, ma dallo Spirito di Dio, che viene l’amore vero, da cuore umano escono le passioni della carne, che portano con se adulteri, tradimenti, false testimonianze, bestemmie, omicidi, e ogni proposito malvagio. Specifica che questa è la condizione per cui l’uomo diventa immondo, cioè facilmente preda di satana. Quindi il cuore umano, è molto propenso a questa condizione di malizia e confonde l’amore con il sesso. In altro passo Gesù fa capire che l’amore viene solo e solamente dallo Spirito di Dio, ciò ci fa capire che quando noi siamo propensi a donarci al prossimo per amore del signore ecco che quel sentimento non ci appartiene ma è lo Spirito di Dio che lo esercita mediante noi, attraverso di noi. In sostanza ci dice che è l’anima che ama, non il cuore.

 Aggiunge per sottolineare un concetto.. Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre Celeste sarà sradicata. "qui.” fa capre alcuni aspetti, primo quando lui tonerà, tutto sarà riportato come all'origine, e ogni cosa creata dall'uomo sparirà. Ma questo passaggio intende anche, che ogni parola detta da Dio in origine tornerà tale, e ogni cambiamento scritto dall'uomo sarà cancellato. Cioè se qualcuno avrà modificato la sua legge tutto tonerà come in origine, come aveva dettato il Padre che è nei cieli. Significa anche togliere il male dall'uomo per lasciare a lui il bene. Come un cieco che non può condurre un altro cieco. Come dire un uomo che cerca la luce di Dio si accompagna al saggio, non a chi non conosce la luce di Dio. 

Ma andiamo un attimo oltre questo concetto, il cuore (mente=cervello) dice dal cuore esce il male, cioè non solo il peccato, ma anche la fonte del peccato, che è espressa nella figura del maligno, dice dal cuore esce il male e ciò sta ad intendere che da esso esce per entrare nell'anima, l'anima diviene così la porta di passaggio di Spiriti, il cuore convoglia il male e lo genera e l'anima si trova in balia di esso, e quindi può essere presa, quando in altro passo dice, la casa che era pulita viene presa da 7 spiriti maligni, la casa è l'anima, non certo il corpo, quindi gli spiriti entrano non da fuori di noi, ma da dentro di noi, mendiate l'azione maligna del cuore, che fa entrare in noi lo spirito impuro. Ed ecco che la casa pulita si insudicia subito.  quindi se ne va uno spirito perchè cacciato ma se l'individuo che si è liberato da tale spirito non conserva la sua purezza, esso tornerà più forte  di prima con altri 7 spiriti a conquistare quell'anima ed entrerà in essa mediante un peccato.  Quindi ben si capisce il monito di Gesù, che ci avverte che dal (cuore=cervello ) può penetrare lo spirito del male in noi... Quindi non da fuori viene il male ma da dentro di noi viene il male... il discorso di Gesù non era riferito solo al mangiare, ma proprio al peccare e all'ingresso di satana in noi...Il peccare fa entrare satana in noi non da fuori ma da dentro di noi...

Solo Dio è Buono!

 martedì 14 ottobre 2014

Solo Dio è Buono!



Un altro affermazione di Gesù che tutti noi ignoriamo volontariamente .

Marco 10, 17- 27.Quando il ricco gli corse incontro, parlando disse delle cose: “ Maestro, buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”  la risposta di Gesù che si sofferma su una parola per lui molte importante …. infatti la sottolinea.. : “Perché mi chiami Buono? “ Nessuno è buono all'infuori di Dio solo”

Quindi neppure un bambino è buono, perché usa la parola “Dio solo”, indicando che solo il Padre Onnipotente è buono , nessuno è buono, questo esclude categoricamente ed in maniera decisa che la bontà non è di appannaggio umano!   Da ciò Gesù rivela la natura del Padre Suo, essere, un essere buono di un amore sconfinato.

Poi Gesù va vanti parlando al ricco di rispettare i comandamenti, il giovane ricco rispose che era osservante, ma Gesù lo trasse in fallo quando gli disse: “ una cosa sola di manca, vendi tutti i tuoi averi, dallo hai poveri, e avrai un tesoro nei cieli , poi seguimi” ma il giovane ricco “oscuratosi in fronte,” significa che ha corrugato la fronte, cioè ha assunto uno sguardo tenebroso, si è irrigidito, se ne andò perché non voleva rinunciare a quei beni.

 E parlando con i discepoli dice che,  chi ha ricchezze terrene difficilmente entrerà nel regno dei cieli.
Quindi fa capire che le ricchezze terrene, sono deleterie per entrare nel regno dei cieli, cioè significa che i ricchi hanno già ricevuto in terra, la loro ricompensa e che se non daranno ogni avere di ciò che hanno, non entreranno nel regno dei cieli, ma facciamo attenzione perché Gesù non distingue solo il ricco laico, ma prende dentro tutti i ricchi anche i sacerdoti.

Poi Gesù termina la sua parola con la nota frase,: E’ più facile a un cammello passare per una cruna di un ago, che un ricco entrare nel regno di Dio.”

Gli apostoli stupefatti dissero:“Allora chi si può salvare?”

E aggiunse alla perplessità dei suoi apostoli: “per gli uomini è impossibile, ma non per Dio; perché tutto è possibile per Dio.”


Per l’uomo è impossibile salvarsi da solo, ma per Dio salvare chiunque egli vuole è possibilissimo perché essendo Dio onnipotente può tutto. Sta sempre e solo a Dio decidere chi salvare e chi lasciare, questo fa capire che non è l’uomo che può decidere chi deve essere salvato o santificato, ma solo Dio lo può fare.

Solo Dio Padre è Buono per quello ci ha donato una Madre e un Figlio; la Madre per farci da madre, e il Figlio per dare a tutti colui che ha salvato l'uomo dalla tirannia di satana. 


Attenzione che il termine Buono nel caso di Dio Padre sostituisce il termine Santo per cui quando Gesù afferma che solo Dio è buono intende dire che solo il Padre è Santo cioè il vero Santo assoluto, il Santo dei Santi, colui senza il quale nessuno può essere Santo. 

IL FUOCO E IL SALE DELLA VITA

 martedì 14 ottobre 2014

IL FUOCO E IL SALE DELLA VITA

Il fuoco e il sale della vita.

Mc 9,49“Ognuno sarà salato con il fuoco” frase interessantissima ma cosa vuole dirci Gesù?

Sarà salato?

Cos'è che noi saliamo, le pietanze per dar sapore, quello che Gesù dice è un paragone.
Noi verremo salatati con il fuoco non con il sale, quindi Dio ci darà sapore mediante il fuoco, perché di fuoco è lo Spirito Santo che da sapore alle anime, il sapore indica la vitalità, cioè l’amore di Dio, è il fuoco stesso che sterilizza, pulisce e distrugge ogni peccato, infatti in purgatorio, c’è fuoco, il quale fuoco pulisce le anime dai peccati, e le deterge le rende perfette per poter entrare nella gloria di Dio, al cospetto dell’eternità di Dio. Anche in paradiso vi è fuoco e lo Spirito Santo è colei che ne è portatrice.

Quindi ognuno di noi con il fuoco di Dio prenderà sapore e sarà perfetto, nell'amore di Dio.

Poi parla del sale, e dice. Matteo 5,13ma se il sale diventa insipido, con che cosa lo condirete? “ qui parla del sale?No! dice infatti, “abbiate sale in voi stessi …”

Il sale come può divenire insipido nella sua natura di sale? 
Esso può divenire insipido se si mescola ad una natura diversa  cambiando la sua natura.

Qui la frase ha un doppio senso, da una parte parla del sale che da puro può divenire impuro, dall'altra non parla del sale ma è un allusione ad un altro elemento, infatti dice “abbiate sale in voi stessi …” questo non è il sale che sala, cioè che da sapore alla vita, ma è il sale dell’intelligenza che deve essere contenuto nell'uomo “in voi stessi  e vivrete in pace” perché con l’uso dell’intelligenza applicata alla fede l’uomo potrà salare la sua vita e renderla tersa con il fuoco dello spirito Santo.

Ma di quale sale parla?

Lo spirito Santo è il fuoco della sapienza, che il sale che sala la vita cioè rende sapiente l'uomo ne dona l'intelligenza, solo coloro che hanno lo Spirito Santo in se hanno il sale della sapienza.

Ecco qual'è il sale di cui Gesù parla, cercate dunque di avere con voi questo sale e di non esserne mai privi, chi ha in se il sale della sapienza, potrà rispondere a tutte le domande del mondo, perchè lo Spirito Santo è in Lui/Lei.

GIUDIZIO E CORREZIONE

 martedì 14 ottobre 2014 ore 12:36

Giudicare e giudizio!


Partiamo dal esprime il senso del termine che tutti dovrebbero conoscere:

Esercitare la facoltà del giudizio: essere capace, incapace di g.; g. con la testa propria; anche, distinguere, discernere: g. ciò che è bene e ciò che è male; con uso intr.: l’occhio giudica dei colori, l’orecchio dei suoni. 
Formulare dentro di sé, o esprimere, un giudizio di valore, di merito, di approvazione o di biasimo su persone o cose (anche in questa accezione è spesso usato assol.): g. dall’apparenza; prov., mal si giudica il cavallo dalla sella; g. a occhio e croce, approssimativamente, senza un esame approfondito; astenersi dal g.; la commissione lo ha giudicato idoneo; con riferimento a giudizî critici o estetici:g. un libro, un quadro, ecc. Più in partic., formulare un giudizio di natura morale: lo hai giudicato troppo severamente; non vorrei che tu mi giudicassi male (o che tu giudicassi male i miei atti, il mio comportamento); spesso, il giudizio di severità o di condanna è implicito: si fa presto a g.; è troppo facile g. gli altri; l’opinione pubblica lo ha già giudicato; non sta a te giudicarmi (anche intr.: non hai il diritto di g. delle mie azioni); ti sei giudicato da te; cfr. anche i passi evangelici: non giudicate e non sarete giudicati (Luca 6,37, lat. «Nolite iudicare et non iudicabimini»), e non giudicate affinché non siate giudicati; infatti voi sarete giudicati con lo stesso giudizio col quale avrete giudicato ... (Matteo 7 1-2, lat. «Nolite iudicare ut non iudicemini. In quo enim iudicio iudicaveritis iudicabimini...»). Con riferimento al magistrato, all’autorità giudiziaria, emettere un verdetto, pronunciare una sentenza: g. una causa, una lite, una controversia (anche intr., g.di una causa, ecc.); il tribunale lo ha giudicato colpevole; è stato giudicato dal tribunale militare; in qualche caso, condannare: il Duca ... molti di quelli cittadini punì in denari, molti ne giudicò alle carceri, molti all’esiglio, ed alcuni alla morte(Machiavelli). 


Il famoso discorso della montagna di Gesù:
 (Vangelo secondo Matteo 5,1 – 7, 28).

Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. (7, 1 – 5; 1971)
Non giudicate e non sarete giudicati (Luca 6,37)

Il discorso di Gesù non fa una grinza è perfetto non solo perché Egli è Colui che lo ha emanato e decretato, ma anche per logica è perfetto!

Correzione fraterna  : giusta correzione…

Mt 18,15-18) "Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo".

Qualcuno si chiederà cosa centra la correzione fraterna con il non giudicare! Eppure, centra !!

Il giudizio è quel termine assoluto indissolubile dall'essenza stessa di Dio che determina una modifica dello stato della cose, il giudizio provoca un cambiamento un mutamento dei fattori iniziali. Per cui il giudizio è proprio ed unico di Dio, solo Dio sa con precisione millimetrica, giudicare con severità, con giustezza, con perfezione ogni singola lettera, ogni parola e frase, sono ponderate alla luce perfetta dell’Onnipotente.  Per cui, noi non potremo mai competere con il suo giudizio perfetto. Imperfetti siamo, imperfetto è il nostro giudizio! Per cui giustamente Gesù che è nel seno del Padre esprime con preoccupazione il nostri superficiali giudizi e ci implora nel cercare di non giudicare nessuno, perché noi non siamo nelle condizioni psichiche - spirituali per comprendere con perfezione assoluta cosa sia bene o non bene.
Però Gesù stesso ci fa comprendere che dobbiamo anche capire che il giudizio si scinde in due parti, ce lo fa capire in un modo molto semplice con delle semplici parabole affinché le nostre menti siano portate a capire rapidamente il concetto di base e perchi ha la fortuna di essere toccato dallo Spirito Santo, di comprendere anche le profonde sfumature che questo termine nasconde.

“Se il tuo fratello commette una colpa,…” “Non giudicate, per non essere giudicati”

Sono due frasi diverse ma in realtà sono sottomesse alla medesima parola giudizio!

Se devo corregge, un fratello qualsiasi esso sia, devo necessariamente appellarmi per farlo al mio giudizio, si! Perché in realtà prima di giungere e determinare la correzione del fratello devo conoscere i risvolti che costui ha compiuto e per conoscere tali risvolti, devo sapere e giudicare l’operato, faccio un esempio, se vedo un ragazzo rubare qualcosa, la mia reazione normale sarebbe come minino richiamare e fare restituire, se proprio non voglio denunciare, ma tra il vedere e il richiamare, c’è in me un pensiero che sorge spontaneo, che è un pensiero di giudizio, io giudico quel ragazzo che ha rubato qualcosa, già il fatto di pensare che ha rubato, ho già espresso nella mente un giudizio negativo, per tanto, nessuno può aiutare un fratello se prima non ha condotto alla sua mente un giudizio, perché solo mediante il giudizio, posso sapere e capire se c’è da correggere tale soggetto o no!  

Ma facciamo un altro esempio, in onestà. Se siamo in chiesa ed entra una donna vestita con minigonna, ed un abbigliamento più che succinto, il soggetto-mente che la vede può pensare, -se esso è lussurioso-, qualche apprezzamento e spesso accompagnato anche da disprezzo, dicendo a se stesso che è una prostituta, che immorale, ecc …. quindi la mente anche senza volerlo realmente fa peccato, perché pensa che per quel luogo, quell'abbigliamento e atteggiamento è squallido, di conseguenza non ci sarebbe nulla di male, li per lì se la persona gli venisse voglia di richiamare la donna;  ma il problema sorgerebbe con le nostre leggi. Quindi di conseguenza, abbiamo che il soggetto, pensando, ha giudicato, cosa che non avrebbe dovuto fare, ma questo non è possibile per qualsiasi soggetto umano, non pensare a cosa si vede o cosa si sente. Tutti pensiamo, tutti vediamo, tutto sentiamo e qualsiasi pensiero ci balena nella testa. In effetti ogni giorno faccio altro che giudicare i nostri simili, al mercato giudichiamo, ovunque giudichiamo, questo o quello, lo giudichiamo per il bene o per il male, si anche il giudizio può essere bene e non solo un male.  Anche il meditare può essere un pensiero di giudizio …. dipende cosa si medita. Anche la critica che si fa è un giudizio, si giudica un artista , lo si critica, oppure l'operato di un magistrato, di un medico, di carpentiere, di un giornalista, del capo dello stato, qualsiasi cosa diventa un giudizio.

È la nostra mente creata così che ci porta inevitabilmente a pensare male o bene di un soggetto che compie un atto contro o favore di altri suoi simili.

Quindi un altro soggetto che assiste a tale evento, nel momento esatto giudica l’altro, anche se può o non può intervenire. Per cui se devo richiamare e correggere un mio fratello chiunque esso sia, anche un prete o il papa, un re o un presidente, lo faccio sulla base del giudizio che mi sono creato su di esso, però c’è da distingue da giudizio a giudizio. Per quello che dico, che il giudizio assoluto si divide in due parti fondamentali, il giudizio per correzione è fatto a fin di bene, e non è un giudizio; il giudizio per condanna è il vero giudizio quello che cambia la realtà delle cose. Uno è fatto per correggere e recuperare quel soggetto affinché non compia più quell'atto, mentre l’altro è una condanna, simile alla condanna a morte, perché è un giudizio definitivo inappellabile. Anche la scomunica è un giudizio definitivo una condanna a morte!!! Per cui anche la scomunica ricade sotto la legge stessa di Gesù, di non condannare o non giudicare!!!

Gesù ci dice, che noi dobbiamo correggere i nostri fratelli, è cristianamente corretto la correzione fraterna.

Gesù ci dice anche che noi non dobbiamo condannare i nostri fratelli ma si fa uso sempre della medesima parola GIUDIZIO!

Quindi il giudizio si divide in due:

GIUDIZIO CHE DIVENTA CONDANNA ... Giudizio che trasforma la realtà in condanna eterna.

GIUDIZIO CHE DIVENTA CORREZIONE …  Giudizio che corregge gli errori degli altri.

ORA, se non si può giudicare, che sta a fare la correzione? È un controsenso logico!

Quindi Gesù parla del Giudizio come CONDANNA … e parla della correzione come un atto d’amore. In sostanza si ha che l’amore è un giudizio.

Qualsiasi pensiero che noi abbiamo è un giudizio, ma c’è distinzione tra giudizio di condanna e giudizio d’amore.

Il Signore ci dice di NON CONDANNARE ….

La frase di  Gesù, si può anche scrivere così: “Non giudicate/condannate, per non essere giudicati/condannati; perché con/l giudizio / la condanna con cui giudicate/condannate sarete giudicati/condannati …. “ la frase non perde in assoluto il suo senso, anzi lo esprime in maniera totale ed effettiva …

Senza un giudizio non si corregge nessuno! E tutto ciò che passa per la nostra mente diventa inevitabilmente un giudizio, sempre che sia una cosa rivolta verso gli altri … ma anche noi stessi ci possiamo autogiudicare.

Se penso bene o male di un qualsiasi soggetto ne faccio un giudizio, per cui, se devo correggere una qualsiasi persona non potrei correggerla se applicassi esattamente il comandamento di Gesù, ma allora la giusta correzione non sussiste! E questo non è possibile.

Ma la parola stessa ci dice giusta correzione, cioè fatta con giustizia....



Come faccio a correggere un mio fratello se prima non l’ho giudicato, non è possibile! Se prima non ho espresso un pensiero di qualsiasi tipo e questo pensiero è un giudizio. 

sabato 9 gennaio 2021

IL VERBO è DIO.

 martedì 14 ottobre 2014

E IL VERBO ERA DIO.

Mart. Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 

Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta."

Questo nota sarà breve!

“In principio era il verbo” come già detto il verbo è parola, cioè suono onde sonore, vibrazioni, onde elettromagnetiche. Quindi all’inizio degli inizi esisteva il suono magnetico che è invisibile e ha prodotto il visibile.

“ e il Verbo era presso Dio” Il verbo cioè il suono era presso Dio, cioè era integrato in Dio, abitava presso Dio, apparteneva a Dio, cioè Dio era la fonte, la fonte suono (parola) Dio è l’elemento che causa il suono, cioè la vibrazione ondulatoria magnetica, quindi emette parola, e esercita il potere mediante il suono modifica il visibile e lo crea, quindi il suono da solo o in combinazione con altri elementi della stessa natura o di natura differente è in grado di generare la materia visibile, quindi il verbo, genere e crea!

“e il Verbo era Dio” infatti lo dice la farse precedente che il suono viene emesso da Dio, che ne è la sua fonte, la sua origine, cioè l’origine del suono. Ma la frase qui è errata, nella sua traduzione; ora secondo me, la traduzione è sbagliata, oppure l’apostolo l’ha inteso male; ma certamente se si dice “il verbo era presso Dio” significa che esso non è più presso Dio, e ciò non è possibile, visto che il Verbo è la causa della creazione, cioè il potere che mediante il quale vi è la creazione. Il verbo, cioè il suono prodotto ed emesso dal Creatore genera da vita. 

Allora la frase com’è esattamente: “In principio era il verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo è Dio”
Ok il primo era” in principio ”era” è giusto!

“E il verbo “era” presso Dio”, può andar bene, se non che, il termine era in questa posizione fa capire che se era presso Dio, significa che non può essere più presso Dio e la frase seguente sarebbe corretta “e il Verbo era Dio”. Se non che, questo verbo essere in terza persona passata indica un situazione passata e non più presente, ciò fa capire che Dio non è più il verbo, e ciò non è vero! Quindi se Dio è ancora il Verbo e crea continuamente ed è assolutamente assodato che crea continuamente. Il secondo nella frase : “e il Verbo era presso Dio,” verbo essere passato “era “ è errato.

Di conseguenza abbiamo che “In principio era il Verbo, e il Verbo è presso Dio e il verbo è Dio!” Questa è la frase corretta! 

“In principio era il verbo,” indica che fin dal principio Dio è il verbo,

“e il verbo è presso Dio” indica che presso Dio esiste ancora il verbo, cioè che gli appartiene.

“e il Verbo è Dio” indica che Dio è il verbo! 

Inoltre dire “era presso Dio ed il verbo era Dio” induce le persone inconsapevolmente a pensare che Dio non esista! 

Forse la scienza e la religione non hanno ancora capito una cosa: in principio e la fine sono esattamente la stessa cosa! Cioè esiste il principio e la fine nello stesso momento temporale! Come un anello che si chiude, l’inizio e la fine coincidono perfettamente e in questo modo non esiste nessun principio e nessuna fine, ed esistono entrambe, cioè esiste l’eternità. Sarebbe spiegato, come mai Dio si fa chiamare l’Eterno, perché Egli non ha tempo, essendo il principio e la fine nello stesso momento temporale! E noi abitiamo in una sfumatura di questo principio e di questa fine, in sostanza il principio e la fine esistono continuamente, tutto si crea e tutto si distrugge in un ciclo, ciclico di un anello temporale. Ogni vita è un ciclo, che inizia e finisce ma tutto torna alla matrice, cioè all'origine che non ha tempo. il fulcro che congiunge l’inizio con la fine è Dio. Ciò significa, anche, che Dio si rigenera continuamente, non ha età e le ha tutte, ha un solo nome e ne miliardi, ha un solo volto e li ha tutti, ecco il perché si dice che Dio a miriadi di occhi, ovvio. In principio vi era solo Dio, cioè l'inizio che è la fine, quindi Egli crea questa realtà, questo contiguo temporale ciclico; il passato e il futuro corrispondono nello stesso momento, -un costante presente! Esiste il passato e il futuro per noi, si, ma non per Dio, altrimenti non sarebbe eterno, né infinito. 

Possiamo dire che Dio è il tempo! Cioè colui che che lo usa a suo vantaggio. Potremo identificare Dio come "il Signore del Tempo" è sempre esistito e sempre esisterà, colui che non ha nome!

Addirittura potremo dire che la frase corretta è questa: “In principio è il Verbo, e il Verbo è presso Dio e il verbo è Dio!” questo fa capire che principio e fine sono la medesima cosa.

Il problema dell'uomo che non ha ancora inteso che è sempre principio ogni istante, anche quello presente e futuro è sempre principio. Un principio che diviene fine quasi nello stesso momento! Quindi possiamo dire che è una continua rigenerazione. 

Ritengo che chi ha tradotto il testo, forse lo stesso che ha appreso le parole da Giovanni non capiva probabilmente il senso della frase esatta di Dio, per cui dire che in principio è il verbo, sembrava come dire una cosa non esatta, ma dal punto di vista di Dio, no!, mentre dal punto di vista dell'uomo si, perchè in principio significa che è già passato, sopratutto per il fatto che noi abbiamo un cognizione dello spazio tempo limitata al nostro presente e non comprendiamo quali sono le dinamiche reali di Dio. Per cui noi ragioniamo a blocchi e per noi quello che ci sembra incomprensibile lo rapportiamo a qualcosa di comprensibile per la mente umana. Altrimenti non riusciamo a quantificare il discorso in termini di ragionamento logico. ma gia la natura stessa di Dio sfugge alla nostra stessa comprensione, dovremo tener conto di questa cosa particolare quando chi è preposto a leggere i testi di veggenti,, profeti, Santi, ecc, che se ci troviamo in presenza di discorsi anomali, può essere che abbiao un senso diverso da quello che le nostre menti non arrivano, e parlo dei teologi che credono di sapere tutto, ma tutto non sanno, non sono Dio.

Posso fare delle mie cose quello che voglio?

 martedì 14 ottobre 2014

Posso fare delle mie cose quello che voglio?




Quando mi sento dire dalla gente, che critico la chiesa, mi si rimprovera che la chiesa governa su tutto e che Dio non può decidere nulla se la chiesa non lo permette  e che quello che lei decide lo deve decidere anche Dio, ma Gesù ci da la risposta a questo, quando dice:
Parabola degli operai mandati nella vigna Non posso fare delle mie cose quello che voglio?”   E quali sono le sue cose? Se egli è Dio, tutto gli appartiene!

Ecco la risposta di Gesù fa delle sue cose quelle che vuole in barba alla chiesa! Detta brutalmente. D’altro canto nemmeno la sua risposta è molto gentile! Può se vuole fare quello che vuole, può trovarsi altri apostoli, può cambiare le leggi, può tutto! Può anche decidere di azzerare una chiesa che non gli va più bene, come può distruggere in un batter d’occhio l’intera umanità.
IL rimprovero che Gesù fa a Pietro, non riguardava solo l'apostolo ma anche i suoi successori, come dire io vi ho dato disponibilità di agire sull'umanità, ma non vi do di agire sulle cose celesti....Non posso fare delle mie cose quello che voglio?" la frase è più che chiara, ma tale frase va in contrasto anche con un altra quella che dice che la chiesa possiede le chiavi del regno di Dio, se fosse vero ciò la chiesa avrebbe potuto impedire a Dio di agire sull'umanità, ma mai è accaduto ciò, perchè non è una cosa vera...lo dimostra proprio l'affermazione di Gesù a Pietro....e lo dimostra anche il fatto che Dio ha sempre fatto il bello e cattivo tempo nella storia dell'uomo, che ha preso i suoi apostoli, a dispetto di una chiesa spesso ad essi contraria, una chiesa che in sostanza combatte Dio, perchè il rifiutare, il martirizzare i suoi santi, profeti ecc, indica proprio questo....non ascolta ed disubbidiente, anche se Dio, la ama egualmente...ma ciò non toglie che egli poi dovrà per forza di cose fare la sua giustizia.....

E quando mi si contesta che la chiesa può decidere tutto nei cieli si sta mentendo perché questo non è vero ce lo dice Gesù un'altra volta!

In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo


Gesù parla di legare e slegare, non parla di altro…. Cioè tutto quello che si legherà in matrimonio, sia tra gli uomini, che con la chiesa, anche il battesimo è una forma di legamento, potrà essere slegato. Quindi Gesù è chiaro non parla di altri poteri, ma solo del legare e slegare o sciogliere l’uomo dai voti presi. Ma la chiesa non può metter mano su quello che Cristo fa per suo conto! Cioè non può decidere se togliere ad un apostolo la nomina di apostolo fatta da parte di Cristo stesso, non ne ha il potere, 

inoltre la cosi detta scomunica non ha valore sugli apostoli nominati da Cristo stesso!
Anche se si parla di anatema in diverse parti dell'antico testamento e del nuovo, come in Gal.1, in relazione ad un vangelo diverso, ma qui nessuno parla di vangelo diverso. 

Inoltre in nessuna parte dei vangeli si parla di scomunica, perché essa non ha nulla a che vedere con questa cosa del legare o slegare è tutt'altra cosa che esula la chiesa. La scomunica è un operazione volta a togliere all'uomo la possibilità di essere considerato figlio di Dio e questo il Signore non lo ha mai previsto! 

["Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti," per quanto la chiesa consideri S.Paolo un grande discepolo, ma neppure Lui capì realmente che fosse realmente Cristo! dico discepolo perchè esso non è stato scelto personalmente da Gesù, quindi non entra di diritto tra gli apostoli, è la chiesa che lo ritiene tale. Per altro c'è da chiedersi come mai, gesù non lo scelse, visto che Paolo frequentava quelle terre, e perchè Cristo non lo cerco, per farlo entrare tra i suoi finché era in vita? Visto che poi la sua vicenda fu così tanto importante.]

Quindi è un azione che spetterebbe di diritto solo a Dio,  che è giudice. inoltre come Gesù mi ha detto e lo ripeto: " Chi scomunica per ingiusta causa, la scomunica ricadrà su chi l'ha pronunciata" quindi dice che non è che non si possa scomunicare, ma che innanzi a Dio, la scomunica deve essere presa con perfezione di causa, altrimenti si ritorce contro chi l'ha emessa. Dato che nessun uomo sulla terra è perfetto, come Dio, nessun uomo conosce uomo, cioè nessun uomo conosce alla perfezione l'anima di un altro uomo. 


“Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. [24]Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli». [25]A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». [26]E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

Anche questo passo dice molto alla chiesa che crede di poter decidere se un soggetto deve o non deve andare i paradiso…..gli apostoli chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?» Gesù lo dice chiaramente: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

Quindi quando l’uomo elegge un altro uomo a santo, emette un azione arbitraria che solo Dio può fare.

Gesù:”  La chiesa si è data una dottrina più grande che quella che Io vi ho lasciato, ha interpretato oltre misura secondo volontà umana la mia legge e ha costruito una montagna carta, per asserire le sue ipotesi come se fossero verità. “


“Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. [7]Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:

[8]Questo popolo mi onora con le labbra
ma il suo cuore è lontano da me.
[9]Invano essi mi rendono culto,

insegnando dottrine che sono precetti di uomini».”

 Posso fare delle mie cose quello che voglio?


Questa frase ha ancora in se un altro senso, vuole essere una profezia per il futuro, dato che nel corso dei secoli gli uomini di chiesa hanno cercato in ogni modo di impedire a Cristo di agire nel mondo mendiate il suoi apostoli in ogni tempo, costoro si sono opposti alla logiche di Dio, e lo hanno contrastato richiudendo i suoi figli in manicomi, in conventi di clausura impedendo loro il permettere di agire alla potenza di Dio. Per questo Cristo dice questa frase, perchè sapeva che la chiesa, in qualche modo avrebbe tentato di limitare lo svolgere del suo potere sul mondo e sull'umana natura, specialmente verso quei figli in  cui esso Cristo figlio di Dio esercitava sul mondo il suo controllo e il suo potere. 

E la chiesa di oggi cosa ha risposto a questa domanda?

NO, noi volgiamo comandare senza che tu ci comandi, questo è sempre stato il vero pensiero della chiesa, non solo quella di oggi ma di ogni tempo.