sabato 9 gennaio 2021

LA CHIESA NON POGGIA SU PIETRO MA SU CRISTO!

 domenica 29 marzo 2015

LA CHIESA NON POGGIA SU PIETRO MA SU CRISTO!




TU SEI PIETRO!

Matteo 16:14-18
14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Gionaperché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.


Intanto vediamo di capire cosa c’è scritto:


il passo del vangelo di Matteo pare facile, e quasi ovvio, però in questo passo come in altri, vi è una certa stranezza, qui non si capisce perché Gesù debba chiamare Simone come Pietro, quando continua in tutti i vangeli chiamandolo Simone di Giovanni, i testi dei vangeli sono un mix tra le parole Simone di Giovanni, figlio di Giona, Simon Pietro e Pietro … ma sarà mai possibile che Gesù usi tutti questi soprannomi per identificare un solo soggetto? Poco probabile!

In tutti i 4 vangeli si nota che Gesù fa ampio uso dei soprannomi quando si parla di Pietro, sarà veramente la verità? Parrebbe che Gesù usi 4 soprannomi per identificare un solo soggetto, sarà mai possibile?

Simone di Giovanni, detto figlio di Giona, detto Simon Pietro e detto infine Pietro … come abbiamo visto nell'ultimo capitolo di Gv. 21 sta scritto che Gesù per ben tre volte chiama Pietro con il suo vero nome, Simone di Giovanni e non Pietro … evento successivo alla resurrezione quando tutto quello che Gesù ha fatto ha già stabilito e reso concreto, cioè concretizzato, ciò sta ad indicare che la parola Pietro non rientrava nella mente di Gesù, mentre il suo nome natio si, Simone di Giovanni, se no l’avrebbe chiamato Pietro.

Mentre in questo passo-evento precedente alla resurrezione, Gesù chiama Simone di Giovanni primo figlio di Giona, che va ancora bene, poi lo chiamerebbe Pietro, la cosa è alquanto strana, perché io se mi riferisco ad una persona che chiamo sempre nello stesso modo, non cambio soprannome quello che gli ho dato glielo lascio, ma Gesù mostra invece che chiama Pietro” sempre con il suo nome di nascita Simone di Giovanni. Qui si capisce che questo soprannome non fu Gesù a darlo Simone, ma che è stato attribuito all'apostolo in un tempo successivo forse da qualcuno che ha voluto far combaciare la pietra con Pietro in modo da determinare un acclamazione o un primato.


Io credo che se Gesù ha detto questa frase, e non ho nessun elemento per poter dir diversamente.

Non vi fosse scritto: tu sei Pietro, ma vi fosse scritto , ma tu sei Simone di Giovanni, o solo Simone, oppure non vi fosse alcun nome, tanto Gesù in quel momento parlava con Simone e quindi il rifermento era lui.

A pensarci bene perché chiamare e dire a Pietro che è lì presente che parla con te … Tu sei Pietro, che senso ha? … è logico che lui è Pietro e che ti sta ascoltando … quindi è molto probabile che Gesù questa espressione non l’abbia detta.

Penso che la frase vera fosse questa: “Simone(tu) su di me(pietra/roccia) edificherai la mia chiesa……” probabilmente la roccia era intesa come fondamento solido indistruttibile, anche perché a quel tempo non vi era nulla di più duro di una roccia e quindi il paragone era logico.

Allora intanto dobbiamo capire chi è la pietra o la roccia, se ipotizziamo che la pietra o la roccia è Pietro allora la chiesa si sorregge su Pietro e Pietro a tutti gli effetti è il fondatore della chiesa.

Ma rileggiamo meglio le parole di Gesù: Gesù dice “la mia chiesa…… “non parla della chiesa di un apostolo, ma della chiesa di Dio, quindi si comprende bene che il termine pietra o roccia non è riferito a Pietro = Simone di Giovanni ma a se stesso, Gesù è la Pietra o la Roccia, “su questa pietra” cioè su se stesso porrà le fondamenta della chiesa, e poi aggiunge, "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa", non si riferisce solo alla chiesa, ma anche alla roccia … e quindi ne viene fuori che ovviamente il Male non può prevaricare su Dio, perché Gesù con la sua morte e resurrezione ha vinto il maligno in toto, per cui nessuno potrà mai sconfiggerlo … di conseguenza ne viene fuori che Pietro è solo colui che ha ricevuto da Gesù l’ordine di edificare in terra la Chiesa di Cristo, e di fondarla su Gesù stesso di porre le sue fondamenta che sono i sui 12 apostoli piantati sulla roccia che è Cristo!

Invece gli uomini di Chiesa hanno di proposito voluto confondere le idee, con il nome di Pietro aggiunto, e  poi la questione della parola Pietra per cui chiunque leggeva assimilava Pietro a Pietra e far credere a tutto il mondo per 2000 anni che Pietro fosse la Pietra cioè la roccia su cui è fondata la chiesa, quando invece se la chiesa non è costituita dai 12 pilastri e se non poggia su Cristo essa verrà distrutta … per questo Gesù fonda un gruppo di 12 apostoli che dovevano essere i 12 pilastri ben piantati sulla roccia, cioè su Cristo che è il tronco della chiesa, mentre le sue radice sono piantate ” sulla terra dell’ortolano” cioè Dio Padre. Anche la parabola della casa piantata sulla Roccia ha lo stesso senso, allude sempre a se stesso. Gesù è la roccia sulla quale la chiesa deve porre le sue 12 fondamenta, era questa la vera idea iniziale di Gesù. Dopo tutto la visione apocalittica di Giovanni ne è proprio la dimostrazione reale di quello che Gesù voleva e che Gesù poi dimostrerà in un prossimo futuro, nella Gerusalemme celeste.

Non per nulla essa è formata da 12 pilastri, i quali non solo rappresentano i 12 apostoli, ma anche le 12 tribù di Israele, ecc … per cui la chiesa doveva essere simile alla città celeste, la nuova Gerusalemme. Invece l’uomo ha cambiato l’idea di Gesù, e ha posto un solo apostolo a capo di essa. Quindi Gesù in quella frase


“Tu sei “Pietro” e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.”

non dice che Pietro è il capo della chiesa gli da solo l’ordine, il comando e l’onore di edificare la sua chiesa, a nome SUO cioè di Cristo stesso, ma posta come cardine unico in Cristo stesso, non certo su Simone di Giovanni, che non è Dio.

La responsabilità non è di Pietro assolutamente, ma di coloro che sono venuti dopo di lui, che hanno deciso di interpretare la scrittura secondo più un intendimento politico che di fede. Evidentemente per dar valore divino alla chiesa, pensavano che si dovesse porre uno degli apostoli come capo in assoluto della chiesa stessa quando invece il capo, il re, il fondamento, la roccia o la pietra è solo e solamente GESU’.

Pietro come essere umano per quanto avesse ricevuto come tutti gli altri apostoli lo Spirito Santo in egual modo, esso non è il figlio di Dio carnale, non è Dio con Dio, e non possedeva nessun potere suo indipendente da Gesù. Per cui se la chiesa fosse stata costruita su una roccia chiamata Pietro, sarebbe crollata in poco tempo. Perché il potere che ne veniva a lei, veniva da Pietro che non ne possedeva. Quindi la chiesa poggia non su Pietro ma su Gesù , la barca non appartiene a Pietro ma a Gesù, e Pietro è ormai chiamato così, è solo il gestore della barca, non il proprietario.

Quindi Simone di Giovanni detto Pietro e confuso con Pietra, rimane ed è uno dei 12, al pari di tutti gli altri.

Qui non vi è scritto che egli è il capo della chiesa, dice solo che ha l’autorizzazione da parte di Gesù di edificare la Sua chiesa in senso fisico e spirituale, come avvenne in egual modo con S. Francesco anche a lui ricevette questo ordine.

Gesù diede l’ordine di edificare una chiesa umile e penitente, perché? se lo aveva già detto a Pietro?

Il fatto stesso che Gesù comanda a S. Francesco di riedificare la sua chiesa, fa capire che Pietro non poteva essere l’unico e il primo, perché altrimenti Gesù non avrebbe detto a S. Francesco di ricostruire la sua chiesa.

Potremo dire che esiste una chiesa dell’uomo e un'altra è la chiesa di Dio …

Ma comunque non si può esludere che Gesù gli avesse dato questo soprannome di Pietro, forse non perchè lui(Gesù) lo chiamasse così, ma solo per dirgli di farsi chiamare(Pietro) in un tempo posteriore dagli altri. 
Il fatto però che i revisori abbiamo mescolato le parole come se fosse un puzle fa un po pensar male, nel senso che Gesù senza ombra di dubbio non ha mai mescolato il nome Simone con Pietro, o altro, perchè da l'impressione che si voglia gradatamente far spostare il nome vero da Simone di Giovanni , passando a Simon Pietro e in fine a Pietro, una gradualità fatta di proposito, solo per far coincidere la parola Pietro con pietra e far credere a tutti che Pietro fosse la pietra su cui la chiesa poggia, cosa falsa!.

Secondo il mio punto di vista, i 12 apostoli avevano realmente costituto una chiesa, almeno dal punto di vista spirituale, anche perché lo si comprende dai discorsi che Paolo di Tarso fa in loro presenza, e si capisce che questa iniziale chiesa era fondata proprio secondo quanto Gesù voleva, cioè con un assemblea di 12 apostoli, ognuno dei quali molto probabilmente aveva sotto di se una comunità, rientrava nella stessa logica dell’unica chiesa, quindi 12 comunità per ogni apostolo. Quasi sicuramente essi si ritrovavano per discutere delle problematiche inerenti alle loro comunità, per darsi delle regole comuni, forse era proprio questo l’intento che Gesù voleva, non una sola comunità cristiana ma 12. Se ci pensiamo bene, 12 comunità sotto la medesima Chiesa, potevano determinare nel corso dei secoli degli eventi che molto probabilmente avrebbero impedito sicuramente lo sviluppo di certe religioni come poteva essere l’islam. Ma certamente ognuna di esse  avrebbe influito molto sul territorio e sulle relazioni socio-politiche, con sviluppi imprevedibili e forse meno drammatici di quelli che si sono determinati nei secoli.



Penso che dopo la morte dei 12, queste comunità abbiano subito uno sbando, e sono iniziati i contrasti tra di loro, per ragioni egemoniche di territori e supremazie tanto che per circa due secoli ci fu un caos … alla fine dei quali, solo uno dei 12 ha preso il sopravvento … e quindi oggi siamo così …

Si deduce dai testi, che i 12 apostoli loro stessi era un po’ in guerra tra di loro, non erano sempre concordi sul da farsi e neppure le loro idee era uniche e perfino sulle parole stesse Gesù spesso non erano concordi,  si evince dalla scritture, Paolo li rimprovera e li corregge.

Quindi ovviamente per darsi una chiesa mono - apostolica, la chiesa nascente post-Apostoli, ha sicuramente interpretato a suo modo alcuni passi della parola Gesù forzando la mano.

Cmq sia l’importante ora, è che la chiesa sia la chiesa di Cristo e non di Pietro, ormai i danni sono stati fatti, indietro non si torna, però sarebbe il caso che nella nostra era moderna venga finalmente a galla la verità. Tanto nessuno può demolire nulla, la chiesa di oggi ha un potere enorme ed interessi enormi, a meno che rivelare la verità non sia pericoloso per la sua stabilità. Ma come si dice presto o tardi la verità verrà rivelata.

GESU CI RIVELA COME RICEVERE DONI!

 domenica 29 marzo 2015

GESU CI RIVELA COME RICEVERE DONI!

Mettersi in ascolto per ricevere doni!


Luca 8,16 Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lucerniere, perché chi entra veda la luce.
 17 Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. 
18 Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Vediamo di analizzare bene le tre frasi apparentemente semplici .

Luca 8,16 Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lucerniere, perché chi entra veda la luce.

Questa parabola parla della luce di Dio che chi la possiede non la deve nascondere, ma la deve porre in un luogo alto affinché essa illumini tutt’intorno, in modo che chi dovesse entrare in quel  luogo veda ciò che la luce illumina. Ma ha anche un altro senso, questa luce che deve essere posta in alto è l’anima che non deve essere nascosta ma portata alla luce.
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17 Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.

Che quello che appare celato deve essere rivelato, che il Signore non ha celato nulla che tutto deve essere reso noto,  quindi portato alla luce, cioè fatto conoscere, rivelato.  
Apparire celato sta ad indicare, che anche se la verità è li di fronte alla persone, scritta in un certo modo tipo apocalisse,  non tutti sanno leggerla e chi sa leggerla deve rivelarla.  In sostanza è quello che dice. L’apocalisse significa rivelazione, cioè rendere noto ciò che è celato.
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Questo terzo pensiero è il più complesso ma grazie allo Spirito Santo ci sono riuscito.

La parte più interessante è la prima “Fate attenzione dunque a come ascoltate” cosa intendere dire in quanti modi noi possiamo ascoltare?

Si ascolta con le orecchie, il suono, la voce.

Si ascolta con la mente , si perché si deve sapere che il cervello è in grado di ricevere ed anche inviare onde sonore di tipo elettromagnetico, quindi potremo dire che ascolta.

Si ascolta anche con lo spirito, cioè la nostra anima non è un “organismo” che è ferma li che non fa nulla, continuamente essa ascolta o è in ascolto ciò che dall’etere le arriva, quindi sta in attesa di ricevere buone o cattive notizie, mettiamola così.

Vediamo:” fate attenzione a come ascoltate “Il termine importante è  “a come “, indica una similitudine , assomigliare all’ascolto, cioè sta dicendo che non parla dell’ascoltare realmente con le orecchie qualcuno, ma del percepire, dice percepite la parola, è un senso diverso dell’ascolto reale della parola è una percezione, un ascoltare di tipo spirituale. In sostanza vi dove mettere in ascolto di Dio!

“”perché –“indica spiegazione.

(Ha) questo verbo avere è il nocciolo della frase.

(A chi Ha) cioè a chi ha lo Spirito Santo in se! (Sara dato) un dono!!!

“ a chi ha sarà dato””  se questo non è un ascolto uditivo, è un ascolto spirituale, di conseguenza alla persona che sarà dato, si riferisce al dono spirituale. Ma è sempre in relazione con le altri frasi soprastanti.. quindi di che dono parla? del dono dell’interpretazione corretta della scrittura celata.

“ma”eccezione

(a chi non ha) chi non ha lo Spirito Santo in se, sarà tolto quel che eventualmente potrebbe avere. Questo significa che tutti gli esseri umani nascono con qualche dono,  ma se essi non lo curano, quindi ascoltare nel modo giusto mettendosi in ascolto dello Spirito,  il dono lo perdono.


Ma c’è una altra eventualità ….

(ciò che crede) indica che la persona crede di avere qualcosa che non ha, però lei si convince di possedere qualcosa.

anche ciò che crede di avere quindi se la persona non possiede lo Spirito Santo perché non è capace di porsi in ascolto di esso, quello che pensa di avere gli verrà tolto. 
Gli verrà tolto il pensiero di avere qualcosa.

Potremo leggere le frasi così che diventa più facile la comprensione..

:” fate attenzione a come ascoltate “ a chi (ha) sarà dato ….  Dice a chi ha lo spirito in se sarà dato un dono!

:” fate attenzione a come ascoltate ““ a chi (non ha) sarà tolto” Dice che chi non ha lo spirito in se sarà tolto anche quello che ha di suo naturale.

:” fate attenzione a come ascoltate “““anche ciò che crede di avere”in questa dice che oltre a togliere quello che ha di natura, gli verrà tolto quello che crede di avere  e non ha.

In collusione la parabola è diventa semplice e chiara …

Gesù ci dice, che ciò che è celato deve essere rivelato da chi ha la capacità non mentale non culturale, ma spirituale di comprendere la sacra scrittura, perché tutto quello che è stato rivelato nella sacra scrittura è lì a disposizione, di chi ha lo spirito della rivelazione, ma per ottenere un dono dallo Spirito Santo bisogna mettersi in ascolto cioè fare silenzio dentro di noi, ascoltare e far parlare lo Spirito Santo. 

E diceFate attenzione dunque, a come ascoltate; perché, a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto; anche ciò, che crede di avere».

Quindi è chiara e la semplice parabola, se impari ad ascoltare o ti metti in ascolto dello Spirito cioè di Dio, otterrai doni, ma se non lo farai, non solo perderai quello che di tuo hai, ma se ti illudi di avere doni, perderai pure quelli.

Questo però indica che il mettersi in ascolto, non è un segno di cultura, il Signore non vuole che tu impara la scienza umana o la teologia per ascoltarlo, il Signore vuole solo che tu apra il tuo cuore, la tua mente e la tua anima e tu gli permetta di penetrare in te, solo così otterrai la sua parola e i doni. Sarà il signore che ti riempirà della sua Sapienza e delle sua scienza, così tu avrai una sapienza superiore a qualsiasi essere umano, anche al miglior teologo.

LO SPIRITO SANTO INSEGNERA OGNI COSA!

 martedì 5 maggio 2015

LO SPIRITO SANTO INSEGNERA OGNI COSA!


IL PADRE NEL FIGLIO

Van. Giov. 14.


Vediamo di capire bene questa parola di Gesù:

1 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.

Come ho già detto in altri articoli la fede, è la fedeltà e la fiducia che si deve avere sia in Dio che in Gesù.


2 Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;


Questa indicazione è chiara, è in relazione al tesoro che si accumula in cielo, il posto lo si conquista con il bene che si fa al prossimo e con le preghiere. Gesù dice che prepererà un posto perché ne è degno.

3 quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.

“Sarò andato “parlava in relazione alla sua morte, dice che preparerà un posto e poi tornerà e prenderà i suoi con se. “perché siate anche voi dove sono io. “4 E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Cioè sapere per dove si va e come si entra.

5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?».

6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Gesù svela che percorrendo la sua vita, la strada che egli ha percorso, noi potremo entrare con lui nel regno dei cieli. Nessuno può arrivare a Dio senza la sua volontà.

7 Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Qui ribadisce che lui e il Padre sono la medesima persona, per quanto anch’Egli si distingue dal Padre.

8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Filippo non aveva inteso le parole di Gesù!

9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?

Qui Gesù riproverà Filippo e gli Apostoli perché non hanno compreso che in realtà Gesù è il Padre!

10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.

Qui ancora una volta ribadisce il concetto “io sono nel Padre e il Padre è in me” io sono, primo tempo del verbo essere, ma indica che lui esiste è proprio il verbo il Padre eterno usò per indicare a Mosè chi egli era, e dato che solo il Padre eterno lo può usare, un tempo determinativo, sta ad indicare che l’uso di questo verbo e della prima persona singolare, indica che Gesù è la stessa persona del Padre, Io Sono! “Io sono nel Padre, cioè dentro di Lui e il Padre è dentro di Me”, in Pratica sta dicendo che Gesù è l’incarnazione del Padre eppure egli è anche il figlio.

“Le parole che io vi dico, non le dico da me”; non è Gesù che parla, non è il Gesù uomo che parla, ma è il Padre che vivendo in Lui, parla per Lui e con la bocca di Gesù.

ma il Padre che è con me compie le sue opere. Inoltre aggiunge il Padre che è con me, dice con me, indica che è assieme al figlio, unito in un unico corpo, poi dice compie le sue opere, Gesù da rilevanza al fatto che non è il Figlio a compiere le opere ma è il Padre che le compie, inoltre specifica che il Padre mediante quel corpo, del figlio compie le Sue opere, come per dire che il Padre compie certe opere, mentre il figlio ne compie altre.

11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

Qui Gesù ribadisce ancora il concetto perché vuole che i suoi discepoli capiscano la verità, ma dice se non siete capaci di comprendere per lo meno credete per le opere che sono compiute.

12 In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

In questa frase, fa notare un particolare, che forse è sfuggito a molti dottori della chiesa, dice che ci saranno altre persone che pur credendo in Gesù, faranno miracoli, ma lo dice usando un termine: “compirà le opere che io compio” usa il verbo IO, come per dire che queste persone faranno miracoli anche più grandi di quelli di Gesù, ma solo di quelli di Gesù, non parla del Padre. Non ha usato per nulla termine io, per indicare se stesso, ma non ha indicato il Padre Suo, questo indica che gli uomini posso fare miracoli più grandi di quelli di Gesù stesso, ma non più grandi di quelli del Padre Suo. Ecco dicendo “perché io vado al Padre,” sottolinea proprio questa natura, che i suoi miracoli sono di un tipo, mentre quelli del Padre suo sono di altro tipo. In sintesi Gesù dice che alcuni uomini potranno fare miracoli più grandi di quelli di Gesù ma non più grandi di quelli del Padre.

13 Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.

Ecco qui specifica un altro concetto che richiama sempre la natura duale del Figlio, che è Figlio ma che la tempo stesso è Padre. Qualunque cosa chiederete nel mio nome al padre mio, io la farò!! Per io voglio che il Padre mio sia glorificato in me! Quindi il Figlio porta in se il Padre. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, dice Io che sono il figlio nel Padre, prego per voi affinché il padre vi conceda lo Spirito Santo consolatore, perché rimanga con voi in eterno.
17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.

Spirito di verità è lo Spirito santo! Interessante dice “che il mondo non può ricevere” dice che il mondo cioè l’uomo non lo vede e non lo conosce, qui c’è da chiedersi chi fa conoscere all’uomo lo S. Santo? Gesù! Per vederlo bisogna conoscere Gesù, ma per conoscere Gesù bisogna aderire alla sua parola e metterla in pratica. Quindi per avere lo Spirito Santo, bisogna aderire a Gesù, credere e aver fede, vivere la vita di Gesù, allora Gesù ti porterà lo Spirito Santo e tu potrai vederlo e conoscerlo. Poi parlando agli apostoli dice voi lo conoscete, perché lo spirito santo sta dentro le vostre anime.

18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Qui promette un ritorno.

19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.

Qui parla della sua morte e poi anche del suo ritorno in vita, e dice voi invece mi vedrete, questo sta ad indicare che gli altri non lo vedranno, il termine voi invece, indica proprio gli apostoli e non gli altri. Quindi loro lo videro, perché Gesù è vivo , anzi dice io vivo, sta ad indicare che la sua vita è eterna e dice poi voi vivrete, perché i discepoli avevano conosciuto Gesù, accettato Gesù e vissuto come Gesù quindi tutti loro sarebbero stati viventi, cioè vivi in eterno.

20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.

In quel giorno è riferito al giorno in cui Gesù si mostro ai discepoli, e gli dice allora voi saprete che Io sono nella persona del Padre e voi in me e io in voi, in sostanza gesù ha ripetuto la medesima frase che ha usato per indicare che egli è il padre e il padre è in lui, così Gesù dice ai suoi apostoli.

21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama.

Ribadisce che chi osserva i comandamenti di Gesù, ama Gesù. quindi ci dice molto semplicemente che bisogna rispettare alla lettera le sue parole.

Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Chi ama Gesù e quindi fa della legge di Dio la sua legge, il Padre eterno, lo amerà, e Gesù promette che si manifesterà a lui.

22 Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». 23 Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

Questa frase è interessante nella l’ultima parte: ” e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” Noi verremo a lui, sta dicendo che Lui e il Padre(NOI), e prenderemo dimora presso di Lui, sta dicendo che Dio prenderà dimora presso l’anima di quella persona.

24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Qui ribadisce ancora che la parola che Gesù dice non gli appartiene perché è il Padre che parla mediante lui.

25 Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.

26 Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Qui c’è un particolare interessante. Dice che lo S. Santo insegnerà ogni cosa ….. e ricorderà agli apostoli in questo caso, qualsiasi cosa che Gesù aveva detto … ma la parte interessante è questa: lo S. Santo insegnerà ogni cosa ….. Significa che se Dio vuole, lo Spirito Santo insegnerà qualsiasi cosa che non è stata detta da Gesù, ma allo tempo stesso, ricorderà agli apostoli, quello che Gesù ha insegnato loro.

27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Di quale pace Gesù parla?

Questa frase che sentiamo sempre in chiesa, ha un senso ben preciso, parla di due tipi di pace diversi tra loro, “vi lascio la pace” lasciare indica seminare un certo tipo di pace, sta dicendo che semina la sua parola (lascia la sua parola), mediante gli apostoli, cioè gli apostoli seminano la sua parola; poi aggiunge “vi do la mia pace” questa pace è del verbo donare, è il potere che Gesù ha in sé, di donare se stesso agli apostoli e a quanti abbracciano la fede in Dio. Quindi lascia se stesso, come insegnamento e dona se stesso come potere!

Non come la dà il mondo, io la do a voi. “Non come” sta ad indicare in modo diverso, Gesù sta dicendo la pace che viene data agli apostoli sarà diversa da quella data al mondo, in pratica Gesù parla di due pace diverse.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

Non vi agitate e non preoccupatevi ….

28 Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.

Vado e tornerò nel futuro a voi, “se mi amaste” cioè indica l’incapacità reale di amare realmente Gesù, sareste contenti che io vado dal Padre, e Gesù dice che il Padre suo è più grande di Lui. In ciò fa distinzione tra Lui e il Padre anche se il Padre suo è in Lui.

Ora questo discorso io l’ho già fatto in altro articolo, e si può capire il discorso di Gesù facendo un semplice esempio, umano: noi siamo figli dei nostri genitori, abbiamo in noi metà del patrimonio genetico dell’uno e dell’altro, cioè metà del maschio e metà della femmina, cioè metà del padre e metà della madre, in sostanza in noi vive il padre e la madre al 50% per ognuno, noi in sostanza siamo padre e madre allo stesso tempo, potremo dire che siamo sia il padre che la madre, Quindi Gesù ci sta dicendo che lui è nel padre e il padre è in lui, è perfettamente coerente con la nostra logica e anche genetica. Ma al tempo stesso Gesù dice, il padre suo è un'altra persona, che è più di lui stesso.

29 Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.

30 Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me,

“non parlerò più a lungo con voi” indica che il tempo suo in questo mondo, si stava accorciando, e dice “che sta arrivando il principe di questo mondo”, in riferimento a satana, ma precisa che il maligno ha potere solo sul mondo, non su di Lui che è Dio con Dio e Figlio di Dio.

31 ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».

Gesù sottolinea ancora una volta che fa tutto quello che il Padre Suo vuole e gli ha comandato e specifica che lui deve dire quelle cose, perché il mondo sappia la verità!, Perché fa questo discorso?, perché così nessuno può dire una parola diversa dalla sua..

NON PASSERA QUESTA GENERAZIONE!

 venerdì 15 maggio 2015

NON PASSERA QUESTA GENERAZIONE!



Cosa sono le generazioni per Gesù?

Marco 13,30-31

30 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. 31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Cosa intende Gesù per generazione?
Dice questa generazione … ma oggettivamente non poteva essere la generazione di quel tempo, sicuramente Gesù intendeva altro vediamo di capirlo, o meglio vedrò di aiutarvi a capire …
Intanto cerchiamo di capire cosa può significare il termine generazione e da dove la parola prende origine.
Generazione ha diversi significati nel nostro tempo … ma siccome parliamo di un Dio sicuramente per lui i termine a più significati di quanto non sembri, perché esso conosce tutti i significati che l’essere umano ha coniato dalla sua nascita alla sua fine, cerchiamo di capire quelli fin’ora coniati.
Come il termine mangiare che in realtà intendeva nutrirsi della parola, cioè farla propria, così in questo caso generazione prende un altro senso che non è quello che noi crediamo ….

Secondo wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Generazione generazione significa :
“Il  termine etimologico: generazione (dal latino gĕnĕrātĭo, -onis derivato dal verbo gĕnĕro "io genero" a sua volta affine al sostantivo gĕnŭs, gĕnĕris "genere, discendenza, specie, stirpe, nascita, origine, prole, popolo"; cfr. greco γένος, -ους, da una radice γενεσ- da cui, per rotacismo il latino gĕnŭs, gĕnĕris) viene utilizzato per definire tutte le persone dello stesso livello in un albero genealogico. Ad esempio un fratello una sorella e un cugino fanno parte della stessa generazione.
“un insieme di persone che è vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a degli eventi che l'hanno caratterizzato”, quindi si rifà agli esseri umani che sono vissuti in certo lasso di tempo..
Wikipedia non ci aiuta, vediamo di capirlo …

Intanto prima di tutto la parola prende origine dalla parola generare  oppure qualcos’altro.

Generare: . http://www.treccani.it/vocabolario/generare/ vi leggete il significato per chi non lo sa.

far nascere, dare alla luce, mettere al mondo, partorire, concepire, procreare, dar vita a, originare, figliare, riprodursi, prolificare, creare; (di luogo) dare origine, dare i natali
2. (della terra) produrre, fruttare, fruttificare
3. (elettricità, calore, ecc.) produrre, suscitare
4. fig. (idea, stato d’animo, ecc.) provocare, causare, dare origine, suscitare, avviare, mettere in moto, dar luogo a, condurre a, dare adito a.

Ma come nel termine mangiare che è un sinonimo in nutrire, così generazione ha il suo sinonimo, vediamo di trovarlo …

Generazione:  procreazione, concepimento, nascita, creazione, origine, sviluppo, riproduzione, genesi, prolificazione, proliferazione
discendenza, famiglia, casato, casata, stirpe, schiatta, lignaggio, progenie
(nel l. scientifico e tecnico) produzione, emissione, formazione.
generazione spontanea: abiogenesi.

Quindi abbiamo trovato 3 parole che potrebbero andare bene, vediamo se è vero.. creazione, genesi, stirpe.

Ma sarà una queste? Secondo me no!

Creazione potrebbe intendersi da un inizio ad una fine, bisogna capirsi da quale inizio, se dall’inizio della creazione alla sua fine …
Genesi: potrebbe essere similare.

Stirpe: potrebbe rifarsi a quella sacerdotale, o comunque quella umana.

Ma per capire il passo, dobbiamo un attimo rileggere  il testo dal punto 13, 14- in poi, per vedere che Gesù fa una predizione sugli eventi del futuro, ma è una predizione riferita da quando esso è venuto al mondo, oppure da quando il mondo esiste?

Questo è un bel dilemma, nessuno può sapere se la predizione riguarda da quando esso è venuto oppure da quanto l’Eden è stato creato.  Qualcuno potrebbe dire cosa cambia? Cambia molto, perché se è dalla creazione in poi allora Gesù parla della fine di tutti i tempi, ma se invece si riferisce ad un periodo dove esso viveva, cambia la questione.

Possiamo dire di escludere la prima, mentre la seconda è quella reale.

Qualcuno ancora dirà ma perché escludere la prima ipotesi? Semplice ce lo dice il discorso dal Marco 13,24- dove parla dell’oscuramente solare e lunare, che rifà esattamente all’oscuramento solare riportato poi in apocalisse di Giovani. Questo evento non riguarda la fine di tutti i tempi, ma di un determinato tempo storico. Inoltre parla anche dei falsi profeti e falsi cristi, per cui si rifà ad un periodo che è riferito sempre in apocalisse di G. di grande confusione e smarrimento della fede.

Quindi la prima non è di sicuro.

Con il termine generazione cosa ci vuol far capire Gesù?
Il mondo procede a fasi, nella sua evoluzione, segnate come scrive in genesi, quando Dio genera le stelle, e i moti sono vari, questo sta ad indicare che Dio ha posto nei cieli devi movimenti tali da segnare non solo la vita degli esseri umani, ma di tutto il cosmo a cui noi apparteniamo, e questi movimenti celesti servono per calibrare l’orologio cosmico e tutto quello che contiene, compresa la terra e il sole, ecc … ora questo orologio cosmico è segnato dal passare di periodi molto lunghi,  segnati dal passaggio di ogni tot di tempo.

Questo scandire cosmico stellare del tempo influisce su tutto il nostro vivere terreno, quindi Gesù cosa intendeva dire con generazione? Intendeva, in realtà il passaggio delle costellazioni, ricordiamoci che Gesù fu visto disegnare sulla terra un pesce, (che poi la chiesa lo prenderà come simbolo de Cristo), come per indicare la costellazione nella quale esso diceva che saremo entrati, quindi non parla di generazione umana, che solitamente ha un arco di tempo breve. Ma parla di  passaggio da una costellazione ad un'altra, non vuole ovviamente svelare il mistero per cui usa questa parola, generazione, ed usa questo simbolismo per far capire che la generazione altro non era che il passaggio da un epoca ad un'altra da costellazione ad un'altra, ha usato di proposito questo simbolismo per indicare il momento in cui tutto quello che Lui diceva e che poi in Apocalisse di Giovanni venne confermato e ampliato, doveva attuarsi all’interno di quell’arco temporale nel quale quella costellazione avesse svolto il suo passaggio, al termine del passaggio ecco che si presenta al mondo l’era nuova, con tutto cambiato, quindi tutto quello che deve avvenire, avverrà molto prima del termine dell' era dei pesci, alla quale Gesù fa riferimento. Qualcuno penserà che sia un discorso astrologico, nulla di più sbagliato, è un discorso astronomico, che di astrologia non ha proprio nulla, salvo il nome delle costellazioni. E nel passo Gesù dice  un'altra cosa importante, “ se il Signore non avesse abbreviato quei giorni, nessun uomo si salverebbe” questo è un chiaro riferimento al fatto che tutto deve avvenire in un arco di tempo molto prima della fine dell’era dei pesci; in apocalisse, poici si rifà ad un periodo di tempo di x anni nei quali ci sarà un periodo di pace, questo periodo di x anni, è in realtà un tempo di transizione, cioè di passaggio tra un era e l’altra, quindi tutto avverrà molto prima della conclusione dell’era effettiva.  Ora vediamo un attimo il trascorrere delle ere, che Gesù chiama generazione, cioè il cambiamento del tempo nel lungo raggio.

Movimento delle costellazioni nel cosmo:
Nell’astronomia si prendono come punto di partenza il Sole, nel 498 a.C. che ha incrociato l'equatore celeste alla mezzanotte del 21 marzo, quel punto l'equinozio di primavera si trovava nel primo grado della costellazione di Ariete. Partendo da quel punto si divide a 360 gradi l’universo visibile. Ogni 30° una costellazione. Questo movimento impiega quasi 72 anni a percorrere un grado cosmico e 2150-2160 anni per percorrere una costellazione e 25920 anni per tornare al punto di partenza in senso retrogrado, questo è chiamato" grande anno siderale". La terra fino ad ora ha vissuto molte ere cosmiche, attualmente siamo in quella dei pesci, ecco il perché Gesù disegnava a terra un pesce indicando che erano appena entrati in quell’er e per far capire poi cosa Egli poteva intendere con alcuni suoi strani discorsi.

Le grandi Ere del passato sono tantissime le date qui riportate possono essere approssimative perché nessuno sa con esattezza se corrispondono, anche se esistono antichi calcoli che potrebbe indicarne una misura temporale:

Era del Pesci dal 26080 a.C. al 23920 a.C
Era del Acquario dal 23920 a.C. al 21760 a.C
Era del Capricorno dal 21760 a.C. al 19600 a.C
Era del Sagittario dal 19600 a.C. al 17440 a.C
Era del Scorpione dal 17440 a.C. al 15280 a.C
Era del Bilancia dal 15280 a.C. al 13120 a.C
Era del Vergine dal 13120 a.C. al 10960 a.C.
Era del Leone dal 10960 a.C. al 8800 a.C.
Era del Cancro dal 8800 a.C. al 6640 a.C.
Era dei Gemelli dal 6640 a.C. al 4800 a.C.
Era del Toro dal 4800 a.C. al 2320 a.C.
Era dell'Ariete dal 2320 a.C. al 160 a.C.
Era dei Pesci dal 160 a.C. al 2000 d.C
Era dell'Acquario dal 2000 d.C. al 4160 d.C.
Era dell'Capricorno dal 4160 d.C. al 6320 d.C.

Quindi l’era sotto la costellazione dei pesci sta per concludersi. La generazione di cui Gesù parla passerà ad altra costellazione e questo passare del cielo cioè cambiare cielo, sta proprio ad indicare il cambiamento della costellazione che in quel periodo storico vi era e il cambiare della terra, indica mutamenti che avverranno alla fine di un dato periodo, evidentemente per diverse ragioni la terra ogni tot di tempo deve subire dei passaggi, che alle volte possono non essere nulla, ma alle volte possono essere molto disastrosi, Ma dice le mie parole non passeranno mai sta indicare che questo passo come tutti i precedenti e il vangelo stesso non ha fine perché nella prossima era dell’acquario esso sarà utilizzato egualmente fino alla fine dei tempi. Quindi ogni parola scritta e detta da Gesù, non avrà mai fine, vale per ogni tempo e ogni era allo stesso modo, anche se i cieli muteranno e la terra potrà cambiare, il suo aspetto e se l’uomo dovesse tornare indietro di 1000 anni, per Dio non cambierebbe nulla. Poi dice quanto al giorno, all’ora, nessuno li conosce, ne gli angeli in cielo, ne il Figlio ,ma solo il Padre. Quindi ogni possibile tentativo dell’uomo sarebbe vano, anche perché Dio potrebbe sempre spostare il tempo .

30 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.
In breve abbiamo che il termine si riferisce alla generazione degli eventi terrestri e cosmici
non passerà questa generazione = cioè quella costellazione quegli eventi non finiranno prima che tutto quello che è descritto nel passo precedente non abbia compimento. 

Quindi generazione come il mutare del tempo, cioè il cambiamento.


Le cose cambiano cioè si generano rigenerano.

Il Signore del Sabato!

 sabato 16 maggio 2015

Il Signore del Sabato!


Il Signore del Sabato!



Dal Vangelo secondo Luca



“Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe.


Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».

Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».  E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è Signore del sabato».

(Matteo 12:8).Gesù, disse” che Egli è Signore del sabato 

Mi chiedo come la chiesa abbia interpretato tale espressione?

Marco 2:27 Gesù dice: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato".


Questa espressione indica, che il sabato essendo il giorno del Signore è stato modellato per operare sull'uomo, infatti quando dice non l'uomo per il sabato indica che questo giorno non è un giorno di festa umano, ma un giorno in cui l'uomo riceve dal Signore che presiede sul Sabato le sue grazie. Questo fa capire molto bene che in questo giorno Dio comanda che l'uomo debba operare per il bene e non secondo le intenzioni errate degli ebrei.

(Mt 11,28-29)Gesù: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e gravati e io vi darò riposoPrendete il mio giogo su di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete riposo per le vostre vite”

In pratica il giorno di sabato originariamente non aveva il senso che poi i giudei volerlo attribuirgli, con un infinità di norme, ma semplicemente Gesù ci dice con le sue parole e le sue opere che il sabato è nato per l’uomo, affinché durante questo giorno, l’uomo si prodighi a far il bene a compiere atti, sotto la tutela di Dio per il bene del prossimo e personale(accumulate nei cieli un tesoro), quindi il sabato nasce per osservare il comandamento del fare il bene, sia intenso come guarigione, che come insegnamento, e per ovviamente l’adorazione del Signore. Quinti tutto quello che si fa di sabato, deve essere fatto per amore del prossimo, ma lo spigolare diventa un atto di bene, perché non rivolto solo alla propria soddisfazione personale, ma a quella del prossimo, quindi è inteso anche come nutrire il prossimo, è legale per Gesù, quindi diviene legale anche lo spigolare, anche dividere il pane, se pur tutto ciò che facciamo sia fatta per amore del prossimo, allora si che il giorno di Sabato diviene Giorno del Signore.

Ma l’espressione derivata dalle parole di Davide che Gesù riporta, inerenti al Sabato, indicano anche altro: disse “che Egli è Signore del sabato” (Matteo 12:8).

Ma Gesù perchè riporta quelle parole, come se Esso ne avesse bisogno! Ovvio che ne ha bisogno. Quelle parole non sono di Davide, non escono dalla sua bocca, ma sono voce di Dio, quindi appartengono a Gesù.

Cosa veramente indica questa affermazione?

Indica che Gesù sta dicendo di se stesso che esso è Dio, quindi colui che domina di Sabato, colui che di sabato fa le opere di bene, di misericordia, ecc, ma solo opere rivolte verso l’amore dell’essere umano per l’essere umano, quindi Gesù ci dice che egli è Dio con Dio, il Sabato è il suo giorno, il Sabato è il giorno in cui Gesù, è unito mirabilmente con il Padre Eterno, è per questo che Egli preferisce svolgere certe cose di sabato, le opere del Padre Suo, perché in quel Giorno egli è come se fosse il Padre direttamente. Assume in se e su di se, il potere del Padre Eterno, per cui l’operare di Sabato era logico per Gesù, visto che esso rientra nella logica del Padre celeste.

Sappiamo bene Gesù ha guarito e preferiva guarire in questo giorno anziché in tutti gli altri,  come riportato in questi passi: la guarigione di un indemoniato (Mc 1,21-28; Lc 4,31-37); della suocera di Simone (Mc 1,29-31; Lc 4,38- 39); di un uomo dalla mano inaridita (Mc 3,1-6; Mt 12,9-14; Lc 6,6-11); di una donna curva (Lc 13,10-17); di un idropico (Lc 14,1-6); di un infermo alla piscina d Betzaetà (Gv 5,1-18); di un uomo cieco dalla nascita (Gv 9,1-41). Ecc.  Quindi Gesù manifesta la sua “simbiosi” con il Padre suo Celeste, è un tutt’uno. Per questo Egli preferisce operare in questo giorno. Esso è il Dio buono ed Eterno nel quale come disse il Padre Suo in genesi si da all’uomo cioè si dedica alla sua creatura. Si riposa dalla opere delle sue mani, cioè dal lavoro duro di tutti i giorni, per occuparsi solo delle sua creatura. Per cui Gesù mette in pratica la logica del Padre Suo, che l’uomo non ha compreso.

Non dice che il sabato non deve essere santificato, anzi, specifica invece che di sabato l’uomo deve operare il bene per il bene, non dimenticandosi di nulla e non omettendo nulla. Ma Gesù ci fa capire che le guarigioni più importanti noi le otterremo proprio in questo giorno, invocando la Trinità di Dio sul prossimo. Quindi Gesù ci sta dicendo che la S.S.ma Trinità che si è generata in Lui e in Lui abita e in Lui la manifesta, da sfogo alla Sua Santità e Gloria nel giorno di Sabato, perché in quel settimo giorno della settimana Sacra, le tre persone della Trinità si trovano assieme, ecco perché Gesù preferisce operare di Sabato. Oltretutto nel giorno del Signore l’Onnipotente, le tenebre non hanno presa, e si ritirano, per cui un atto malvagio fatto di sabato è peggiore di quello fatto in qualsiasi altro giorno, compresa la domenica. Ecco perché Gesù dice se tu non operi il bene per il bene e operi il bene per il male che tu pensi essere un bene, tu sia maledetto, perché la maledizione cade su chi opera il male nel giorno del Signore.

Ecco perchè Gesù rimprovera gli ebrei di non aver capito il vero senso, del giorno del Signore, e imponevano a tutto il popolo restrizioni malsane. Da qui egli si è adirato contro di loro.

Gesù non ha mai abolito il Sabato come festività antica, non l’avrebbe mai fatto, visto che era il giorno del Padre suo Eterno, fin dall'origine! Abolisce le norme che gli ebrei avevano imposto erroneamente e forse anche pretestuosamente.

Ci dobbiamo ricordare sempre che Gesù è figlio di Dio, non è un essere umano, non lo dobbiamo trattare come un essere umano, ma come un Dio, invece tendenzialmente la chiesa tratta Gesù come un essere umano, quando non lo è. 

LINK: 
le vere date della nascita, morte resurrezione
http://vangelodicristo.blogspot.it/2017/09/gesu-figlio-delluomo-e-signore-del.html 
Ripristinare il sabato santo come giorno del Signore.

Qualche tempo dopo aver scritto questo testo, sua santità Benedetto XVI ha dichiarato che il giorno in cui Cristo è risorto non è la domenica ma bensì il Sabato!
Non vi pare curioso?

BXVI come altri prelati mi seguono.