sabato 9 aprile 2016

ambasciatori geniali



link: Ambasciatori geniali!?


La notizia mi ha fatto sbellicare dal ridere...

La risolvo con una semplice frase.... se io do ad una persona o una comunità un paese intero, e questa comunità può portare in esso, tutto quello che gli serve per attuare qualsiasi cosa, questo paese perso tra i monti, non controllabile da nessuno, impervio, può divenire la base di molti anche terroristi, che possono organizzare in esso indisturbati i loro traffici. 
Solo un Genio poteva avere un idea del genere.
La cosa peggiore che possiamo fare è quella di dar loro la possibilità di organizzarsi in centri ristretti, bisogna sparpagliarli a distanze ben lontane l'uno dall'altro altrimenti creano un vero pericolo per tutti, dal comune cittadino, fino al presidente della repubblica passato per polizia, magistrati, governanti...facciamo attenzione a non farci consigliare male da chi pensa di saper tutto. 

Adesso leggetevi l'articolo....



Borghi spopolati? L’ambasciatore Usa ha la soluzione: “Metteteci gli immigrati”

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Roma, 8 apr – Borghi spopolati? Paesini dell’entroterra abbandonati dai giovani? Città che muoiono? Niente paura, l’ambasciatore americano in Italia John Phillips ha la soluzione: riempiteli di immigrati. Geniale, no? Se l’Italia si spopola, porta l’Africa in Italia. Bellissimo. Nel corso della sua visita a l’Aquila, il diplomatico statunitense ha concesso un’intervista al Centro, in cui ha potuto spiegare i suoi lungimiranti per sostituire il popolo italiano: “Io – ha detto – credo che abbiate davanti una grande opportunità accogliendo con intelligenza i profughi che stanno arrivando in Italia. L’Abruzzo ha tanti borghi nell’interno che si sono spopolati e tra questi migranti ci sono persone giovani, scolarizzate, che potrebbero portare freschezza di idee e voglia di fare. Guardate che cosa sta facendo la Germania, che ha deciso di accogliere un milione di profughi anche per sostenere con forze nuove la sua economia”.

Ma certo, in fin dei conti perché sostenere la demografia autoctona aiutando le famiglie che oggi vedono un nuovo figlio come un costo insostenibile? Perché creare le condizioni affinché i giovani non abbandonino le proprie terre andando a cercare fortuna altrove? Perché ricostruire un tessuto sociale, culturale, una narrazione comune, un senso dello stare insieme, un destino collettivo? È molto più facile importare i “pezzi mancanti” da un altro continente. L’ambasciatore ha anche un esempio concreto in testa: il paesino siciliano di Sutera, di cui ci siamo già occupati tempo fa, e che secondo Phillips sarebbe “rinato grazie al fatto che il Comune ha messo gratuitamente a disposizione un alloggio per ogni nucleo familiare”. Magari rinasceva anche se l’alloggio gratuito lo mettevano a disposizione degli italiani, ma tant’è.

E alla fine, incredibilmente, l’ambasciatore se ne esce con l’esortazione a non far partire i giovani: “Incontro spesso i ragazzi italiani e mi colpisce la diffusa volontà di andarsene dall’Italia, una volta finiti gli studi. C’è un grande scoraggiamento, frustrazione per la mancanza di opportunità, ma l’obiettivo dev’essere di tenere i talenti in Italia, cercando di ricostruire un ‘sense of place’, un senso di appartenenza”. Già, si costruisce proprio un bel “sense of place” quando il tuo “place” è occupato da altri venuti a sostituirti.

Giorgio Nigra